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Capitolo trentotto

Pov's Daniel

-"Papà!"- esclamo.

-"Ehy, il mio ometto! Hai fatto arrabbiare la Mamma?"- chiede lui.

-" No, ho fatto il bravo. Però vorrei che mi rimettessi le rotelle alla bici"- chiedo.

-" Cosa? E perché mai?"- chiede papà.

-" Perché non voglio imparare più"- dico con il mio solito broncio.

-" L'altro ieri non vedevi l'ora, è successo qualcosa?"- chiede.

-" Uffa, non riesco a restare in equilibrio, casco sempre. Guarda, ho il ginocchio sbucciato!"- dico piagnucolando.

-" Quando cadi poi ti rialzi e ci riprovi. Le cose non sempre sono come noi le vorremmo, ci sono sempre delle difficoltà e dobbiamo impegnarci per superarle. Non bisogna arrendersi.MAI!"- dice guardandomi negli occhi mentre mi asciuga le lacrime.

-" Io sono piccolo, ho solo sette anni"- dico pigramente.

-" Sei già un ometto e gli uomini non si arrendono. Non ti arrendere Daniel"- dice

Non ti arrendere Daniel

Non ti arrendere Daniel

Il buio sostituisce quel ricordo. Non capisco cosa stia succedendo, intorno a me è completamente nero. Mi giro freneticamente per cercare un punto di luce, una via, un punto di riferimento che mi faccia capire dove sono.

Cosa è successo?

Sono confuso. Poi due occhi verdi con pagliuzze marroni e un sorriso meraviglioso mi appaiono come un flash e ricordo tutto: io e Julie stavamo parlando, due uomini ci stavano inseguendo, eravamo quasi in salvo ma poi mi hanno sparato.

Julie è stata presa.

Dio mio... no no No! Dove sono? Mi sento smarrito, devo andare da lei, la devo salvare. Non possono averla vinta.

Inizio a correre verso quegli occhi, seguo quella direzione, ti ho promesso che ti avrei protetta e lo farò a costo della vita. Non morirò adesso!

Delle scosse mi fanno cadere per terra.

Libera!

Un'altra scossa

Libera!

Un'altra scossa

Sento il cuore battere di nuovo, il sangue scorrere nelle vene, l'ossigeno entrare nei miei polmoni e piano piano apro gli occhi.

-" Ragazzo , grazie al cielo!"- dice Greg che si trova chinato vicino gli operatori del 911.

-" Dobbiamo portarlo in ospedale e operarlo immediatamente"- comanda il medico mentre telefona in ospedale per far preparare la sala operatoria.

-" No! Aspettate... Greg.. devo... devo dirti..."- sussurro affaticato.

-" Non affaticarti, parliamo dopo"- mi dice lui.

-" No, no! È importante. La madre adottiva di Julie... è coinvolta. Era lei alla guida della macchina che l'ha portata via. Julie si è ricordata. L'hanno presa, dovete cercare Sara. Trovate la mia julie! Prima che sia troppo tardi"- dico esausto.

-" A costo di buttare giù la porta di tutte le case di New York, ti giuro che la troverò. Non mi porteranno via la mia bambina, non di nuovo"- dice Greg piangendo.