Capitolo trentasette

128 3 0
                                    


Quante volte vedendo un film d'azione o un thriller ci siamo chiesti: noi in quelle situazioni che faremmo? Come reagiremmo? Oppure urliamo alla protagonista cosa dovrebbe fare ma la realtà è diversa. Io in questo momento sto correndo con la mano unita a Daniel, il mio corpo reagisce ad ogni stimolo, l'adrenalina è a mille ma il mio cervello è in black out. Non riesco a credere che due uomini armati ci stiano inseguendo, non sta realmente succedendo a me e poi come può il sangue del mio sangue fare tutto questo? Perché non ho dubbi che dietro le nostre disgrazie ci sia lui e non vi nascondo che quando Jesse era in coma ho pensato più di una volta al fatto che, se mi consegnassi, la mia famiglia sarebbe al sicuro ma poi penso che mio padre non lo permetterebbe mai e che consegnarsi non è la soluzione.
Insomma si capise che sono confusa e principalmente ho paura per le persone che amo. Non sopporto l'idea che per causa mia rischino le persone che mi sono vicino anche se colpa mia alla fine non è... cavolo sono stata rapita che avevo tre anni, che colpa ho? Ma è me che volevano investire e Jesse ne ha pagato le conseguenze, non riesco a evitare di sentirmi in colpa.

-"Daniel che facciamo? Ho paura"- urlo.

-" Non lo so cazzo. Vorrei chiamare qualcuno ma correndo in questo modo è impossibile"- dice affannato.

-" Adesso io mi fermo e li distraggo mentre tu corri in ospedale da tuo padre e chiami la polizia appena sei con lui"- dice.

-" Non ci penso proprio a lasciarti con quei uomini armati, andremo insieme!"- rispondo.

-" Mi so difendere, se veniamo bloccati entrambi non ci sarà modo di chiamare aiuto"- dice Daniel e so che ha ragione ma il pensiero che possano fargli del male per colpa mia mi fa mancare il respiro.

-" Daniel è me che vogliono. Tu mettiti in salvo. Non voglio che qualcun'altro paghi per colpa mia"- dico e lui mi tira in un vicolo buio, sembra che li abbiamo seminati, non sento più niente.

-" Io non avrei pace se ti accadesse qualcosa. Preferisco combattere per te anche a costo della vita, non potrei mai abbandonarti"- Daniel mi sussurra a un soffio dalle mie labbra che si uniscono con tutto l'amore che proviamo l'uno per l'altra e gli trasmetto tutta la mia preoccupazione, la mia rabbia, la mia riconoscenza, la voglia di saperlo al sicuro.

-" Mando un messaggio a tuo padre per avvertirlo e appena siamo sicuri che non ci sia nessuno andiamo in ospedale"- dice Daniel.

-" Perché non chiamiamo la polizia?"- chiedo.

-" Perché l'organizzazione ha infiltrati in tutti gli ambienti che tu riterresti sicuri e tuo padre ha dei contatti giusti. C'è un indagine interna che viene condotta di pari passo a quella che stanno conducendo per incastrare i vertici di questo giro di esseri umani"- Dice lui.

-" Assurdo! Ma che dico ormai non ci si può fidare più di nessuno neanche delle persone con cui sei cresciuta"- dico abbassando il tono della voce.

-" Perché dici così? Ti riferisci ai tuoi genitori adottivi?"- chiede.

*Flashback*

-"Vedrai, andrà tutto bene" - mi dice guardandomi negli occhi e facendomi entrare in macchina. La ragazza alla guida è molto bella ha i capelli biondi e gli occhi azzurri e mi sorride gentilmente, mi rassicura il suo sorriso.

-"Sai che sei una bambina molto bella? Mi piacerebbe molto avere una figlia come te. Adesso passeremo un po di tempo insieme, ti va?"- dice la signorina e io annuisco titubante.

-"Poi però torniamo a dare il regalo a Jesse?"- chiedo.

-"Certo, anzi gli porteremo tantissimi regali"- mi dice e io sorrido felice.

TWINSDove le storie prendono vita. Scoprilo ora