Capitolo venticinque

86 4 5
                                        

Ormai dicembre è arrivato e fisicamente mi sono ripresa, il problema è la paura.

Ho paura di ogni rumore, di ogni angolo buio, mi sento osservata, sono andata in panico più di una volta. Daniel, Jesse, Chris, Ashley, Brenda e Josh non mi hanno mai lasciata sola, mi hanno accompagnata ogni volta che dovevo uscire, per il resto del tempo sono rimasta a casa cioè a casa di Jesse che teoricamente è anche casa mia ma voglio dire che non sono tornata a casa dei miei genitori adottivi perché loro sono tornati domenica ma sono ripartiti il giorno dopo e mio padre, quello vero, non ne ha voluto sapere di lasciarmi andare.

Con lui non ci ho ancora parlato, né lui lo ha fatto con me, forse vuole evitare di stressarmi ulteriormente comunque non so cosa avrei fatto senza la loro presenza perché non sono le parole che si dicono ad aiutare come ad esempio "io ci sono, chiamami!" oppure "quando hai bisogno, non esitare a chiamarmi!" e poi magari non li vedi se non li cerchi tu e quando lo fai sono sempre impegnati. Serve la presenza, come ho detto prima, senza parlare, senza frasi di circostanza, con un abbraccio, una carezza, un amico che si presenta alla porta con una pizza e un dvd solo per farti star bene.

Hanno creato perfino un gruppo whatsapp intitolato "Julie's bodyguard" ovviamente è stata Ashley, si mettono d'accordo per assicurarsi che io abbia compagnia, inutili sono state le mie lamentele insomma non voglio condizionare la loro vita anche se lo fanno col cuore come io lo farei per loro. Molto spesso ci ritroviamo tutti insieme a vedere un film, fare giochi da tavolo o giocare ai videogame, l'importante è stare insieme.

Sabato 8 dicembre è il compleanno di Ashley e lo festeggerà in discoteca. Ha affittato un privè e mi ha obbligato a partecipare dato che non ero molto entusiasta di andare in un luogo affollato, pieno di ubriaconi e malintenzionati ma lei ha detto che non è un posto del genere anzi la clientela è esclusiva e ricercata e staremo tranquilli e poi ha detto che devo tornare a vivere normalmente e non farmi condizionare dalle mie paure.

La cosa che mi terrorizza è che ci ha detto che sceglierà lei l'abbigliamento mio e di Brenda, "non vi vestirete da suore al mio compleanno" sono state le sue parole e ho seriamente il terrore al pensiero della scelta che farà, lei è più audace di noi nel vestire quindi povera me!

Da una settimana, Daniel mi ha obbligato ad andare in palestra per fare box, mi sta allenando perché vuole che io mi debba saper difendere in modo da affrontare qualsiasi situazione si presenti in futuro. Mi sta aspettando di fronte a scuola, ho avvertito il gruppo che sarei andata con lui, è venuto con la moto quindi lo saluto, prendo il casco e sfrecciamo via.

Facciamo un po di riscaldamento, faccio dei tiri al sacco, flessioni e pesi.

-"Oggi voglio farti vedere alcune mosse che potrebbero aiutarti nel caso il tuo ipotetico aggressore ti abbia bloccato"- dice Daniel.

-"Lezioni di autodifesa?"- chiedo.

-"Si esatto. Dovrebbero seguirle tutte le donne, farle nelle scuole insomma questo è un tema troppo trascurato nella nostra società e ce ne accorgiamo quando al telegiornale sentiamo di donne picchiate, stuprate o peggio uccise senza che loro abbiano potuto fare qualcosa per evitarlo"- dice seriamente e lo guardo stupita. È giusto quello che ha detto ed è stupendo sentire un discorso così profondo da un uomo.

-"Hai ragione. Non finisci mai di stupirmi!"- rispondo senza aggiungere altro perché sono troppo impegnata a rallentare il battito del mio cuore.

-"Che dire! Sono un uomo pieno di risorse"- risponde ammiccando.

-"Allora iniziamo! Per prima cosa è giusto che tu sappia che, per natura, l'uomo è più forte della donna quindi non puoi competere su quello ma devi mirare ai punti deboli come il classico calcio nelle palle, dita negli occhi, il naso, sono parti che destabilizzano il tuo aggressore"- dice lui seriamente.

TWINSDove le storie prendono vita. Scoprilo ora