capitolo ventuno

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Stiamo atterrando, è martedì sera, sono ancora sconvolta per quello che abbiamo scoperto, anche se non abbiamo niente di concreto ancora ma sapere che ero finita in mano a certa gente, mi ha turbata.

Quante ragazze o bambine hanno avuto la disgrazia di finire nelle loro mani?

Che fine hanno fatto?

Che fine avrei fatto io?

Oltretutto, quello che mi distrugge, è la possibilità che la mia famiglia d'origine abbia potuto vendermi non so, non so se voglio davvero sapere tutto. Ho paura di scoprire di non essere stata mai cercata, mai voluta o non lo so, non lo so!!!

Ieri sera mi ha chiamata mia madre. Voleva che tornassi a casa, dato che manco da sabato e non sapevo come fare. Voleva parlare con la mamma di Ashley per controllare che davvero fossi li, ovviamente non era possibile e le ho detto che non potevo tornare dato che eravamo alla casa di campagna della famiglia della mia amica per festeggiare il compleanno della nonna inoltre le ho detto anche che la mamma della mia amica era uscita a fare la spesa e, con l'aiuto di Daniel, le ho passato una signora che alloggiava in hotel che si è finta la cara nonnina insomma un panico totale!

Mi sento scuotere, apro gli occhi e vedo Daniel farmi segno che dobbiamo scendere dall'aereo. Dopo aver svolto tutte le operazioni di sbarco, ci avviamo verso l'auto di Daniel che aveva lasciato nel parcheggio custodito.

Io non ho aperto bocca e Daniel mi lancia un'occhiata e sospira guardandomi con compassione.

-"Vedrai che si sistemerà tutto, non ti abbattere!"- mi dice lui.

-"Cosa ne sai tu? Forse sono stata venduta come un pacchetto di caramelle per chissà quale motivo, quali genitori farebbero una cosa del genere? Forse non mi vogliono, non mi hanno mai voluta perché se mi avessero amata non sarei finita chissà dove"- replico con le lacrime agli occhi.

-"Era una delle possibilità, potresti essere stata rapita e avere una famiglia che ha passato anni a cercarti, non ti arrendere proprio adesso, sono sicuro che andrà bene!"- mi dice.

-"Sei troppo sicuro, non puoi sapere cosa accadrà e io mi sento come se non avessi più la terra sotto i piedi, non ho nessuno, non mi fido di nessuno, neanche dei miei genitori adottivi, sono sola!!"- dico sospirando.

-" E io? Io non sono nessuno? Non ti fidi di me? Ho messo da parte tutte le mie cose per aiutarti, per sostenerti e non mi sembra di averti mai dato modo di dubitare di me! Io ci sono e ci sarò sempre, finché tutto questo non sarà finito e anche dopo se vorrai. Se ti senti cadere, se ti senti smarrita, se ti senti affogare in tutto questo, io sarò il tuo sostegno, la tua bussola e la tua ancora, non ti lascerò sola MAI!!"- mi dice tutte queste parole guardandomi negli occhi e mille farfalle ballano nel mio stomaco per l'emozione, non so che dire ma ha ragione, senza di lui non so che farei.

-"Ho bisogno del tuo abbraccio"- senza rendermene conto ho pronunciato queste parole e me ne vergogno all'istante, abbasso lo sguardo per l'imbarazzo finche non sento due braccia avvolgermi e la mia testa viene spinta verso il suo petto ed è li che mi lascio stringere, mi lascio sostenere perché mi rendo conto di non avere nessun posto che mi faccia sentire sicura come quando c'è lui con me.

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