Emma's poov
<< Me l'avevi già detto >> gli dico ridendo contenta.
<< Che cosa? >> mi chiede lui dandomi un altro bacio.
<< Che mi amavi >> sussurro con quasi un senso di paura per l'importanza di quel verbo.
<< Che ti amo >> mi corregge Filippo.
<< Si ma ieri sera, prima di addormentarti, eri ubriaco e il modo in cui me l'hai detto era strano,pensavo che non fossi serio >> abbasso lo sguardo.
<< Oh piccola,non c'è cosa più sincera dell'amore che provo per te >> sussurra al mio orecchio per poi avvolgermi con le braccia e portarmi ancora più vicina a sé.
Ora i nostri corpi aderiscono completamente.
Sembra che si incastrino alla perfezione, come se fossero stati creati a quell'unico scopo.
Lo guardo e vedo i suoi smeraldi verdi brillare,è qualcosa di indescrivibile.
Dovrò ringraziare Lauren per avermi fatto aprire gli occhi, sono in debito con lei a vita. Poi anche mio fratello Kurt per avermi convinta a buttarmi in questa pazzia del trasferirmi in un altro paese solo per inseguire il mio sogno.
Sei mesi fa non ne volevo neanche sapere e invece ora ho tutto ciò di cui ho bisogno: Filippo.
Le sensazioni che lui scatena in me sono una specie di tornado in continuo movimento,che non mi da tregua nemmeno per un istante.
Finalmente,ho imparato a fidarmi di lui e non lascerò mai più che qualcuno si metta tra di noi.Saremo solo noi.
<< Non ti ho ancora mostrato qualcosa...o meglio qualcuno >> dichiara aiutandomi ad avvolgergli le mi gambe intorno ai fianchi.
Gli sorrido e gli accarezzo il leggere velo di barba che gli contorna il viso con un po' di ansia.
<< Chi è? Alicia Keys >> scherzo.
Mi fa il suo caratteristico occhiolino e io sento di innamorarmi ancora di più.
<< Aspetta qui >> fa scoccandomi un bacio sulle labbra gonfie.Annuisco.
Ho le gambe così molli che non mi muoverei neppure se volessi per cui non ha niente da temere.
All'improvviso vedo apparire sulla porta due persone che conosco fin troppo bene: i miei genitori e un senso di felicità pervade il mio corpo.
<< Emma! >> dice.
<< Papà >> urlo mentre le mie braccia circondano il suo collo,mentre mi alzo sulle punte e sento il suo profumo di colonia.
<< Come stai? >> mi chiede passandomi una mano sulla schiena.
<< Sto bene >> sorrido.
Dopo aver portato le valigie dei miei genitori in camera,siamo tutti in cucina e mio padre si sta vantando della buonissima pasta che sta preparando per cena.
Era tantissimo tempo che non lo vedevo così contento e sereno.
Filippo è accanto a lui,mentre taglia il prosciutto a cubetti per metterlo nel sugo.
Iniziano a parlare di Amici e io prendo la telecamera,per immortalare questo loro momento.
Manca solo Kurt,il mio fratellino.
—
Dopo circa cinque minuti passati a filmare le loro battutine stupide da maschi,decido di appoggiare la telecamera sul balcone e andare a dargli una mano.
<< Probabilmente moriremo tutti avvelenati dopo questa cena >> dico.
Mio padre ride e Fil anche.
Sono carinissimi mentre si lanciano occhiatine e pensano alla risposta più tagliente da darmi.
<< Conrad, le posso assicurare che il novantotto per cento delle volte, sono io che cucino >> dice il mio ragazzo,mescolando il sugo.
Gli do una piccola gomitata sul fianco e lui si finge addolorato. Idiota.
<< Sarai una pessima donna di casa >> dice mio padre.
<< Ehi, sono una grandiosa donna di casa! >> ridacchio.
<< Mh,per niente >>dice Filippo mentre appoggio la testa sulla sua spalla.
Mi guarda dall'alto, regalandomi un sorriso. << Aspettate >> la voce di mio padre più acuta del solito mentre mi indica con il mestolo.
Le soppracciglia inarcate.
<< Vivrete insieme fuori dal programma? >> chiede.
Non so davvero descrivere la sua espressione in questo momento.
Sembra sorpreso e confuso, curioso.
La mia risata risuona nella stanza e Filippo sorride, scuotendo la testa.
Non ho mai preso in considerazione l'idea di vivere con lui,forse sarebbe un passo troppo azzardato, oppure no.
Dividere la casa con una persona vul dire condividere ogni cosa, ogni momento.
Una riduzione degli spazi sia per me, che per lui.
Da un lato, però, mi piacerebbe svegliarmi ogni mattina con Filippo al mio fianco, tornare a casa e trovare lui già ad aspettarmi o cucinargli qualcosa dopo una giornata in cui si è stancato parecchio.
Non so come questo sia successo,come questi pensieri siano entrati nella mia mente.
In un passato non troppo lontano, rabbrividivo al solo pensiero di dover condividere qualcosa con qualcuno, e ora mi ritrovo a voler dividere tutto con lui,perfino me stessa.
<< No >> dico.
<< Magari, prima o poi >> aggiungo.
Posso vedere le guance di Filippo tingersi di rosso e mio padre che ridacchia mentre ci guarda.
Sono sicura che si sta divertendo a vederci entrambi in imbarazzo.
<< Cosa mi sto perdendo? >>.
La voce di mia madre risuona nella grande cucina.
Quando entra, un sorriso leggero e felice è dipinto sul suo volto.
Ci guarda, si avvicina e mi abbraccia.
Lo fa pure con Filippo e mio padre, lui non smette mai di guardarla.
I suoi occhi già felici da prima, ora sembrano poter scoppiare dall'allegria, ed è bellissimo.
Il suo sorriso è grande mentre la osserva e le da un bacio sulle labbra per salutarla.
<< Stavo giusto mettendo in imbarazzo questi due >> dice mio padre.
<< Conrad! >>lo sgrida mia madre.
<< Non dovresti >> mormora, ma la possiamo lo stesso sentire e iniziamo a ridere.
Mio padre alza gli occhi al cielo.
<< Ho apparecchiato >> dice, cercando di cambiare argomento.
Filippo continua a ridacchiare e io devo mordermi l'interno guancia per non fare lo stesso e la cosa bella è che non c'è un vero motivo per cui ridere.
Semplicemente non riesco a realizzare tutto questo.
—
Siamo tutti seduti a tavola, la cena è stata ottima e abbiamo parlato tutto il tempo di Kurt, del fatto che è stato qua e ora sta facendo alcuni esami.
Niente conversazioni scomode, niente rabbia e niente tristezza.
Una normale cena in famiglia.
<< Allora, quanto volete restare? >> chiedo a mia madre.
Mio papà si accede una sigaretta offrendone una a Filippo e devo impegnarmi con tutta me stessa per non rimanere incantata a guardarlo, ancora e ancora.
Non so come mai, ma quando lo guardo, mi si creano certi casini dentro che sono impossibili da spiegare.
<< Allora? >> mi giro verso mia madre, che sorride sotto i baffi per aver colto la mia distrazione.
<< Pensavamo di rimanere per qualche giorno >> sorride.
<< Che bello! >> ribatto.
<< Nonno come sta? >> chiedo.
Filippo mi guarda, stringe il tovagliolo con una mano e serra le labbra, ansioso e attento.
Mio padre e mia madre si lanciano un'occhiata veloce, prima di girarsi verso di me.
Leggo il dolore nei loro occhi.
<< Uhm, meglio di quanto ti aspetti, credo >> dice mia madre.
<< Puoi andare a trovarlo quando vuoi >> conclude mio padre e io annuisco.
Filippo ci guarda attentamente, e sono sicura che stia cercando ogni cosa in cui io e la donna seduta di fianco a me ci assomigliamo e sono davvero tante.
Almeno sul piano fisico, siamo quasi uguali. << Andate pure a letto, dovete essere tanto stanchi dopo il viaggio e tutto il resto, qua metto a posto io >> ci rassicura mia madre.
Inizia a raccogliere i piatti nelle sue mani curate,e unghie con lo smalto e qualche anello costoso alle dita.
<< Sicura? >> Le chiedo.
<< Ma certo >> sorride.
Mi alzo dalla sedia e Filippo anche dopo aver spento la sigaretta nel portacenere di vetro.
<< Buona notte ragazzi >> dice mio padre.
Gli lascio un bacio sulla guancia e lui sembra piacevolmente sorpreso dal mio gesto, tanto che mi tiene stretta a lui qualche secondo.
<< Ah, Emma >> mi dice mia madre.
<< Vi ho preparato la mansarda, avrete più privacy e ti abbiamo portato un po' di ricordi da Malta >> mi comunica.
Io annuisco e Filippo si morde il labbro inferiore.
Non so decidere se devo considerarlo sexy oppure adorabile, magari entrambe.
Saliamo le scale in silenzio, camminando nel corridoio pieno di stanze.
Apro la porta e mi lancio subito sulla valigie.
Ne apro una e le mie dita tracciano il volto di mio fratello sulle fotografie, mentre Filippo rimane in piedi, sull'orlo della porta a guardarmi.
Frugo ancora e trovo la mia casa delle barbie in mignatura con cui giocavo durante i viaggi.
Piccola bella come lo è sempre stata.
<< Lei è Cenerentola >> gli dico indicando la bambola che tengo fra le mani.
<< Cenerentola? Seriamente? Emmina è un nome terribile per una bambola >> mi prende in giro ed io inizio a ridere, non riuscendo a fingermi offesa.
<< Ero piccola >> mi difendo.
<< Questo non ti giustifica! >>.
Alzo gli occhi al cielo e rimetto a posto l' oggetto di plastica.
Fisso i giochi davanti a me, ognuno di essi mi porta un ricordo e sorrido vedendo la scatola del puzzle di Lilly e il Vagabondo..
Quante volte avrò fatto quel dannatissimo puzzle? Milioni, e tutte le volte Kurt me lo rompeva. Era guerra.
Mi manca Malta.
Sento la mano di Filippo accarezzarmi la spalla mentre mi alzo piano da terra.
<< Scommetto che sei stanchissima >> mi dice.
<< Per niente! >> gli faccio la linguaccia e lui ride.
<< Ah no? >> chiede sorpreso.
<< Forza, prendimi >> urlo.
Faccio due scalini alla volta, aprendo velocemente la porta della mansarda e finendo sopra il letto.
Filippo si abbassa sopra di me, stringendo i miei fianchi. Il fiato corto e il battito a mille. << Non sei più tanto allenato >> batto il pugno sul suo bicipite e quasi mi pento di quello che ho appena detto.
Stringe ancora di più i miei fianchi.
L'ha sempre fatto e a me piace la sensazione delle sue mani calde su di me. Sensazione familiare e bellissima.
<< Scherzi? >> dice.
<< Forse >> mi mordo le labbra e lui ridacchia abbassando la sua testa all'altezza della mia.
Chiudo le gambe intorno al suo bacino, si lascia scappare un gemito quanto la nostre intimità si scontrano.
Ricreo quel movimento, ancora e ancora mentre lui mi prega di smettere.
<< Ti odio e ti amo >> mi sussurra all'orecchio e io strofino il mio naso contro il suo,addolcendo ancora di più il momento.
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Un respiro in due || Iremma - Il libro verrà completato a breve.
Fanfiction"Ti meriti un amore che ti voglia spettinata, con tutto e le ragioni che ti fanno alzare in fretta, con tutto e i demoni che non ti lasciano dormire. Ti meriti un amore che ti faccia sentire sicura, in grado di mangiarsi il mondo quando cammina acca...