Emma's poov
Sono davanti alla porta della sua suite e sono nervosa.
Stavo per impazzire per tutto il tempo che quelli della reception hanno messo per potermi dire il numero di camera.
Filippo é una celebrità e lo capisco.
Hanno dovuto assicurarsi che fossi davvero Emma Muscat e non un'impostora e poi mi hanno perquisita per accertarsi che non avessi niente di potenzialmente pericoloso addosso.
Ma ora sono qui.
Sono davanti alle sua porta e sto tremando per la trepidazione e il terrore.
Sebbene sia una paura diversa da quella di qualche ora fa quando credevo di essermi sbagliata su di lui.
No, ora ho paura di aver combinato un casino e che lui non mi voglia più.
Potrei averlo perso e la sola idea mi spezza il cuore.
Voglio solo chiarire con lui e lasciarmi tutta questa storia alle spalle.
Voglio stare con lui, con il ragazzo che mi regala sorrisi, che mi ammalia con i suoi occhiolini e che mi chiama Barbie.
Voglio il ragazzo che mi rende felice.
E sono qui per riprendermelo, costi quel che costi.
Fisso ancora la porta che mi separa da lui e prendo un profondo respiro per farmi coraggio.
Poi mi schiarisco leggermente la voce.
Non so che cosa gli dirò quando saremo faccia a faccia.
Ho ancora molte domande da fargli su Nicole ma voglio conoscere anche la sua versione e, soprattuto, voglio fidarmi di lui.
So che non mi farebbe mai del male come me ne ha fatto Simone.
Ci ho messo un po' a capirlo ma ora sono qui.
Con il vestito tutto stropicciato che ho cercato di sistemare e la faccia conciata a causa del pianto.
Probabilmente ho guance e occhi arrossati e l'ombra delle lacrime che ho versato che mi segnano il viso,per non parlare dei miei capelli, un groviglio che mi cade sulla spalle.
Devo essere orrenda.
Chi se ne importa, Emma, non stai partecipando ad una sfilata di moda.
Quindi la devo smettere di farmi paranoie e bussare a questa dannata porta.
Alzo il pugno e lo sbatto tre volte con la porta della suite e aspetto.
Dio, l'attesa mi pare così lunga che i secondi sembrano dilatarsi all'infinito e dall'altra parte è tutto così silenzioso.
Per un momento penso che forse non ci sia. Penso che forse dopo essere passato da me sia tornato alla festa e mi faccio assalire di nuovo dai dubbi, dalle immagini di Filippo e Nicole insieme.
No!, mi rimprovero.
Ho fiducia nel mio cantante.
Poi la porta finalmente di apre.
Faccio un piccolo sobbalzo sul posto e il mio cuore ne fa uno nel petto mentre mi aspetto di incontrare i suoi smeraldi.
Invece, fa capolino Einar.
Possibile che abbia sbagliato porta?
<< Ehi.. >> faccio con un gesto incerto.
Lui non dice niente.
Mi guarda, o meglio mi squadra da capo a piedi, fermando gli occhi verso il basso, sulle mie pantofole pelose.
Cerco di stare ferma e di non muovere le gambe imbarazzata, aspettando finché non rialza lo sguardo verso il mio viso.
A vedere la sua espressione devo essere davvero un disastro.
<< Immagino che tu sia venuta per Irama >> dice alla fine incrociando le braccia al petto.
Non capisco perché lo chiami sempre con il suo nome d'arte,la trovo una cosa fredda.
Annuisco un po' intimorita.
Con le braccia in quella posizione gonfia ancora di più i suoi bicipiti sembrando molto più minaccioso di quanto già non sia.
Il tutto contornato da capelli castani e tratti del viso molto marcati.
È molto bello, di una bellezza rude ma messo così mi ricorda molto un buttafuori che non mi farà passare in alcun modo per partecipare alla festa.
<< Si, lui è qui? >> domando.
Ti prego dimmi di si..
È il suo turno di annuire.
<< È qui >> mi conferma.
Muovo un passo in avanti per entrare ma lui non sembra volersi scostare.
<< Puoi andare da lui tra un minuto ma prima lascia che ti dica una cosa >> mi dice.
Merda.
<< O-okay >> sussurro e mi fermo ad ascoltarlo.
<< Ascolta, tu mi piaci >> mi dice con la sua voce bassa.
<< Ma Irama non è solo un mio compagno di lavoro, è un mio amico,una specie di fratello e non mi piace che lui stia così male >> si passa una mano tra i capelli.
<< L'ho già visto così a pezzi e quello non è il Filippo che voglio vedere perciò..>> si ferma un attimo e mi guarda fisso negli occhi trafiggendomi con un color intenso.
<< Se sei venuta qui senza la sicurezza che stare con lui è quello che vuoi veramente, allora non credo di poterti lasciar passare, mi capisci? >> afferma.
Abbasso lo sguardo e sento le lacrime bagnarmi le guance.
L'ho davvero ferito così tanto senza rendermene conto?
Mi sento terribilmente in colpa.
Mi sfugge un singhiozzo che non riesco a fermare.
Adesso, oltre la stronza che ha fatto a pezzi il suo amico, gli sembrerò pure patetica.
<< Oh cazzo, non volevo farti piangere >> esclama nel panico.
Sento due braccia che mi circondano e una mano che mi dà qualche pacca sulla schiena.
Se non stessi piangendo riderei per questa situazione così ridicola: nemmeno un minuto fa questo ragazzo mi stava mettendo in guardia ed ora si cimenta in un tentativo impacciato di consolarmi.
Lo apprezzo anche se appoggiarmi a lui è come appoggiarmi a un muro di mattoni che emette calore.
<< Sto bene,Ein.Grazie >> lo rassicuro staccandomi da lui e asciugandomi le lacrime.
<< Hai ragione e sono contenta che Fil possa contare su un amico come te ma farò qualunque cosa per parlare con lui stasera e non mi importa se dovrò scavalcarti >> dico con sicurezza.
<< Voglio.. Ho bisogno di parlare con Filippo e si, sono sicura di voler stare con lui.
Lo amo davvero, mi capisci? >> alzo il mento in segno di sfida.
Lui mi risponde con un sorriso enorme che gli ammorbidisce i tratti e guardandolo adesso non sembra più tanto minaccioso.
<< Ti avverto, non è messo molto bene al momento >> fa imbarazzato lasciandomi, finalmente, entrare.
Gli dico che va bene e che non mi importa, mi basta vederlo.
Lui mi fa un altro sorriso avviandosi fuori.
<< Vi lascio soli >> sospira.
Aspetto che se ne vada prima di muovere i primi passi dentro.
La sua suite è molto più grande della mia. Butto l'occhio attraverso il breve corridoio prima di raggiungere il soggiorno.
Non è qui.
Mi guardo intorno e penso che andrò a vedere la camera quando una porta si spalanca.
<< Cazzo, Ein!Ti ho detto che non voglio..>> urla.
Quando mi vede rimane paralizzato.
Ci fissiamo per un lungo momento.
Il suo amico non scherzava dicendo che é proprio messo male.
Forse anche peggio di me.
Lui é a torso nudo.
Il petto coperto di tatuaggi,i pantaloni calati bassi e il passo barcollante.
Immagino sia leggermente alticcio.
Beh, gli alcolici sparsi sul tavolino da caffè lo confermano.
Mentre tu hai affogato i tuoi dispiaceri nel gelato, lui si é attaccato alla bottiglia.
Formate un bella coppia, davvero.
Zittisco la mia odiosa vocina e mi concentro su Filippo che continua a fissarmi attonito come se non credesse che sia lì.
La fronte aggrottata sugli occhi verdi lucidi e le labbra leggermente socchiuse.
Ad un certo punto, sembra riscuotersi.
Apre e chiude gli occhi un paio di volte schiarendosi la vista.
<< Barbie >> mormora poi si muove incerto verso di me.
<<Quanto hai bevuto? >> gli chiedo mentre anch'io mi spingo verso di lui come attratta da una calamita.
Lo sento borbottare qualcosa contro Einar e dire a denti stretti: << Non quanto avrei voluto >>.
<< Ah davvero? >> lo rimprovero inarcando un sopracciglio.
Comico che gli voglia fare la maternale quando lo stavo quasi per lasciare.
Un'opzione che adesso mi sembra la più stupida del mondo.
<< Credevo non volessi parlarmi >> sussurra sedendosi sul divano.
Seguo il suo esempio accomodandomi sulla poltrona di fronte a lui.
<< E invece dobbiamo parlare,ma non adesso che sei ubriaco >> ribatto.
<< Non sono ubriaco, sono solo un po'.. >>.
Alzo un sopracciglio aspettando che trovi le parole per terminare la frase ma si porta i palmi alla faccia strofinandosi il viso come per schiarirsi le idee.
<< Ho solo bisogno di un bicchiere d'acqua >> si alza dal divano e si avvia verso la cucina.
Gli vado dietro e mi appoggio al bancone mentre lo osservo tirare fuori una bottiglietta d'acqua fresca e prendere una lunga sorsata.
<< Hai bisogno di riposarti >> dico mentre lo osservo riavvitare il tappo con difficoltà.
<< Sto bene, Emma.
Parliamo >> replica.
Si appoggia al frigorifero e aspetta che io cominci a dire qualcosa.
Invece, io scuoto la testa.
<< No, andiamo a letto >> dico.
Il cantante fraintende le mie parole e mi regala un sorriso seducente.
<< Beh, se proprio insisti >> ridacchia.
Alzo gli occhi al cielo.
<< Fil >> lo richiamo allungando la i del suo nome.
Sospira mettendo il broncio infantile.
<< D'accordo >> sbuffa sbattendo la bottiglia sul ripiano.
Poi senza aspettarmi, si avvia da solo verso la sua camera.
<< Tu non vieni? >> mi chiede buttandosi sul letto dopo essersi sfilato i vestiti.
Sorrido vedendo come fatichi a tenere gli occhi aperti per la stanchezza.
Mi tolgo solo le pantofole.
Il mio vestito è già rovinato e dormirci con non peggiorerà le cose.
Mi affianco a lui sul letto ma decido comunque di rimanere a distanza di sicurezza.
Fino a tre giorni fa non avrei esitato a rannicchiarmi tra le sue braccia però adesso dobbiamo ancora chiarire.
Ma quello che penso io non sembra contare visto che lui mi circonda la vita con un braccio trascinandomi contro il suo corpo: resto stupita accorgendomi di quanto mi sia mancata tutta questa intimità tra di noi.
E dire che per poco ci avrei rinunciato
Spegne la piccola lampada sul comodino e ci ritroviamo sommersi nel buio con solo la luce della luna a illuminare i nostri corpi sopra le lenzuola.
Questa situazione mi sa tanto di déjà vu, solo che ero io quella ubriaca l'altra volta ed era stato lui a prendersi cura di me.
<< Sei venuta qui per lasciarmi, Emma? >> mi sussurra nell'orecchio dopo un momento di silenzio.
Mi si stringe il cuore al pensiero che lo pensi. << Ne parliamo domani >>bisbiglio appena prima di avvertire il suo corpo irrigidirsi contro al mio.
<< Ma no, non ho intenzione di lasciarti >>.
Filippo si rilassa immediatamente e mi stringe più forte a sé.
<< Ti amo, piccola >> .
Il mio cuore perde un battito.
Chiudo gli occhi e assaporo quelle parole per un istante.
Il mio ragazzo misterioso mi ama.
Poi, però, devo ricordarmi che non é pienamente in sé e che potrebbe averlo detto senza rendersene conto.
Non posso gioire troppo anche se non riesco a calmare la danza sfrenata nel mio petto.
<< Dormi >> dico sottovoce accarezzandogli il braccio e lasciandogli un morbido bacio sulle labbra rosse e screpolate.
Non mi dice più niente e dopo poco il suo respiro diventa leggerlo e regolare e capisco che si è addormentato.
Mi sforzo di addormentarmi anch'io e lascio che le sue ultime parole mi cullino come una ninna nanna.
Ti amo, piccola.
Credo di addormentarmi sorridendo.Angolo autrice:
Questo capitolo fa piuttosto schifo ma vi prometto che rimedierò con il prossimo ❤️🌹
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Un respiro in due || Iremma - Il libro verrà completato a breve.
Fiksi Penggemar"Ti meriti un amore che ti voglia spettinata, con tutto e le ragioni che ti fanno alzare in fretta, con tutto e i demoni che non ti lasciano dormire. Ti meriti un amore che ti faccia sentire sicura, in grado di mangiarsi il mondo quando cammina acca...