10. Fantasmi del passato

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Ascoltate "River" di Eminem leggendo questo capitolo, l'ho scritto ascoltandola.

Una chiara luce entra dalle fessure del balcone ed io stendo le braccia verso l'alto, sedendomi poi con i piedi a penzoloni dal letto. Harlock si avvicina ai miei piedi nudi iniziando a solleticarli leggermente facendo ridere, lo accarezzo.
La prima giornata di vacanze natalizie è già arrivata e devo ammettere che non c'è cosa più bella di vedere alberi di natale in ogni casa e tante piccole lucette che illuminano tutti i giardini di ogni paese.
Mi alzo dal letto notando l'orario parecchio tardo e dopo aver portato in giardino Har, vado verso la cucina notando un post-it appeso al frigo; mi avvicino e lo prendo tra le mani
"sono uscita per una commissione; ti ho lasciato gli ingredienti per fare il tronchetto di natale vicino al frigo, chiedi un aiuto ad Aiden e mi raccomando, pulite il casino che farete! Baci, mamma"
Osservo i vari ingredienti riposti con molta cura e metto quello che mi serve per iniziare nel tavolo, non inizierò a cucinare senza Aiden, così salgo le scale e percorro il lungo corridoio fino ad arrivare alla stanza di mio fratello, l'ultima in fondo a destra. Mi fermo davanti alla grande porta bianca e quando sto per bussare mi fermo a causa di un rumore che proviene dall'interno.
"Buongiorno amore" dice una voce già sentita prima, ma non riesco a riconoscere chi sia questa ragazza, mio fratello dopo poco ricambia il buongiorno continuando poi un discorso. Ieri sera Aiden è andato ad una festa a casa di un amico della sua compagnia e a quanto pare ha portato a casa una ragazza. All'improvviso un silenzio tombale piomba all'interno della stanza ed io, essendo particolarmente curiosa mi inchino davanti alla porta e guardo attraverso la serratura non riuscendo però a vedere nulla a causa di un qualcosa che la copre; mi appoggio completamente alla porta senza fare rumore ma all'improvviso si apre e io cado rotolando all'interno della stanza.
<Cosa stavi facendo?!> chiede mio fratello un po' alterato. Non lo vedo quasi mai arrabbiato in questo modo e quando succede è meglio tagliare la corda e fare finta che nulla sia successo.
Mi alzo e guardo Aiden con una faccia da scuse ma lui in tutta risposta mi spinge fuori dalla stanza sbattendomi la porta in faccia; rimango paralizzata lì per qualche minuto sperando riapra la porta chiedendomi scusa ma non lo fa. Così, mi giro e torno al piano terra sbuffando.
Che bello! Mi tocca cucinare da sola!

Proprio nel momento in cui mi ero rassegnata del tutto sul dovere cucinare quella fantastica torta, suona il campanello e io mi dirigo alla porta per aprire. Mi guardo in attimo allo specchio e mi faccio la coda più decentemente possibile, poi vado ad aprire.
Davanti alla porta trovo una persona che proprio non immaginavo di trovare; rimango a fissarlo per un tempo indeterminabile e qualche lacrima riga il mio viso facendo colare quel che mi resta del mascara della sera prima.
Lorenzo è fuori dalla porta di casa mia e mi guarda con un aria di sofferenza e tristezza allo stesso tempo; abbasso lo sguardo a terra e non riuscendo a sostenere la situazione cerco di chiudere la porta correndo poi in bagno e piegandomi nel water a causa di un senso di vomito dovuto a tutti i pensieri negativi.
Inizio a piangere ancora più forte e all'improvviso la porta del bagno si apre facendo comparire la figura del mio più caro amico d'infanzia che a causa di sciocche voci si è allontanato da me, rovinando tanti anni di amicizia e facendomi stare talmente tanto male da non riuscire più a sorridere sinceramente come prima.

Si china di fronte a me ed io in automatico abbasso la testa guardando il pavimento. Stiamo entrambi piangendo senza dire una parola e lui all'improvviso mi sfiora una mano prendendola poi tra le sue.
<Scusami Elena. Scusa di tutto, ho sbagliato; sono stato un vigliacco ad andarmene in questo modo, lasciandoti così senza dire nulla> dice singhiozzando <e so che non mi perdonerai mai per quello che ti ho fatto ma ti giuro che da quando tu non ci sei più -fa una pausa e respira a fondo facendo parecchia fatica a causa dei singhiozzi- da quando non sei più nella mia vita, tutto è più brutto. Con te ho passato i momenti più belli della mia infanzia e dell'inizio della mia adolescenza. Io non voglio più starti distante> dice sussurrando l'ultima frase.
Non so cosa dire, sono senza forze, questo suo discorso e questa situazione mi ha distrutta. Alzo di poco la testa e lo guardo negli occhi <non so come farò a perdonarti; ma è una cosa in cui speravo da quando abbiamo litigato> senza nemmeno pensarci mi getto addosso a lui facendolo cadere all'indietro e lo abbraccio.
<Non puoi capire quanto mi sei mancata Elena! E so che un "scusa" potrà riportare tutto come prima e questo mi fa stare tanto male, ma infondo me lo merito dopo averti lasciata sola> mi stringe ancora di più tra le sue braccia e finalmente mi sento a casa di nuovo, mi era mancato tantissimo in questi ultimi mesi e darei oro per far tornare tutto come prima in questo istante. Ma ci vorrà tempo, per riconquistare la mia fiducia e per farmi vedere che è veramente tornato e che non sta fingendo.
Ci alziamo ed entrambi ci asciughiamo le lacrime, lui mi guarda ed inizia a ridere; lo guardo stranita <guardati allo specchio> e continua a ridere.
Vado verso il muro in cui è appeso il mio specchio e per poco non faccio un infarto <ommioddio!> e salto dallo spavento.
Sono veramente in una condizione pietosa, la coda che avevo fatto prima di aprire la porta era tutta scompigliata e il mascara colato formava righe nere che arrivavano fino al collo.
Mi pulisco bene e poi andiamo in cucina.

<sono passato solo per chiederti scusa, ora, non voglio disturbarti o forzare a tornare tutto come prima subito, quindi tolgo il disturbo> dice andando a prendere le scarpe che aveva lasciato all'ingresso per seguirmi al bagno; è rimasto il solito ragazzo educato che conoscevo, non è cambiato di una virgola.
<dove credi di andare? -urlo- vuoi farti perdonare? -lui annuisce- benissimo, allora dobbiamo recuperare questi mesi persi> dico facendo un cenno con la testa e sorridendogli.
<hai ragione. Che si fa?> chiede curioso guardando alle mie spalle.
<tronchetto di natale!> esclamo iniziando a saltellare qua e la. Sorride alla mia affermazione e mi si avvicina abbracciandomi <quando mi era mancato il tuo profumo, la tua pazzia, la tua felicità sempre presente> e un'altra lacrima gli riga il viso.
Lo guardo dritto negli occhi e sorrido inclinando la testa <ora basta piangere, è tempo di recuperare quello che abbiamo perso!>.

Dopo circa un'ora siamo tutti sporchi di farina e cacao, ma l'impasto è finalmente pronto ed è anche buono. Lo mettiamo all'interno dello stampo e poi iniziamo a pulire il disastro fatto, poi andiamo al bagno e ci laviamo per bene togliendoci dalla faccia ogni piccolo granulo di cacao e farina.
<vado a prendermi una maglietta pulita, mi accompagni?> chiedo a Lorenzo.
Lui annuisce e mi segue fino alla mia stanza. Entra guardandosi attorno, guardando ogni singola cosa. Tutto è come prima, come qualche mese fa; nulla è stato gettato o nascosto, se non alcune foto che ricordavano troppo e mi facevano stare veramente tanto male <Non l'hai mai messa via?> chiede indicando una nostra foto di quando eravamo piccoli, era carnevale quando facemmo quella foto, io ero vestita da principessa e lui da super man.

<ti salverò io dalla regina cattiva!> dice Lorenzo avvicinandosi a me con la mano in alto, facendo finta di volare.
Mi si avvicinò e inizio a correre attorno a me fingendo di colpire chissà quale mostro e cattivo concludendo inchinandosi davanti a me.
<mia bella principessa, ecco sconfitta la regina cattiva! Ora scappa con me.> dice prendendomi la mano e tirandomi via con lui.
Le nostre mamme ci stavano guardando con occhi sognanti e all'improvviso si chinarono vicino a noi.
<ci promettete che non litigherete mai? Che la vostra amicizia sarà per sempre? Guardate noi due, amiche fin quando eravamo due marmocchie come voi due ora. Non allontanatevi, mai.> dicono sorridendo e iniziando a tirarci addosso una montagna di coriandoli che ci sommergono completamente.

Mi risveglio dai miei pensieri e ricordi lontani e Lorenzo si avvicina mettendomi una mano nella spalla <non l'ho mai dimenticato, e rimarrà sempre reale quella famosa frase di tua madre.> disse leggendomi nel pensiero.
La porta della mia camera si apre facendo entrare di tutta furia mio fratello Aiden <cosa hai..> inizia ma si ferma appena nota la presenza di una persona non tanto adorata nella nostra casa da qualche mese a questa parte.
<e lui che ci fa qui?!> chiede con gli occhi pieni di rabbia e odio. Si avvicina a Lorenzo e faccio appena in tempo a mettermi in mezzo per evitare un forte colpo che avrebbe preso il mio più caro amico.
Non riesco a capire più niente e mi accascio nel letto chiudendo gli occhi per il male allo zigomo, colpito dal pugno che avrebbe dovuto far male al mio migliore amico.

Spazio autrice
Ciao a tutti i miei lettori! Mi piacerebbe sapere cosa ne pensate della storia e qualsiasi commento è ben accetto.
Volevo inoltre dirvi che questa storia partecipa al concorso di nuovitalenti , spero nel vostro supporto perché ci tengo veramente molto a ottenere un buon risultato in questo mio primo concorso!
Se siete interessati passate nel loro profilo!
-Asia🔥

5 ottobreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora