Credo che in certi casi la vita gioca degli enormi scherzi all'essere umano, mi riferisco soprattutto agli incidenti e ai modi in cui questi avvengono. Il mio corpo è ancora indolenzito a causa dei vari farmaci di cui non posso fare a meno per il momento, quindi decido di provare ad alzarmi dal letto d'ospedale in cui sto da troppo tempo e sta iniziando a diventare sempre più scomodo.
Raggiungo la finestra e mi affaccio guardando i piccoli fiocchi di neve scendere dalle grandi bianche nuvole che coprono il cielo, la mia attenzione viene attirata dalla porta della stanza che sbatte abbastanza violentemente contro il muro e sobbalzando mi giro.
«Tanti auguri Elena!» Emma fa ingresso nella stanza cadendo a causa di tutte le buste e palloncini che tiene in mano, che si spargono per tutta la stanza assieme a dei piccoli coriandoli di cui non riesco a capire il motivo della presenza.
Oggi è il 14 gennaio ed è il mio compleanno, non me ne ricordavo, durante il coma non l'ho festeggiato e molto probabilmente questo è il motivo per cui questo ricordo l'avevo rimosso.
«Emma tutto bene?» Mi avvicino a lei che nel frattempo si è stesa a terra sbuffando per la caduta e inizio a prenderla in giro ricevendomi sguardi di negazione da parte sua.
«Non ridere di me! Sono venuta da te con tutta questa roba e sono caduta facendomi male, -recita un singhiozzo e io non riesco più a trattenermi dal ridere- va bene, ma ora basta ridere. Aiutami a rialzarmi con tutte le cose al proprio posto.» Mi sorride e la aiuto, inizio a raccogliere qualche cosa che le è caduto dalle varie borse e noto dentro ad un sacchetto un grosso libro che riconosco subito; lo estraggo dalla borsa e lo stringo al petto dirigendomi verso il letto.
«Tua madre ha detto che avresti dovuto vedere pure quello, so quanto male ti fa non volevo portarlo ma sono stata costretta.» Parla nel mentre accarezzo la copertina leggermente decorata dell'album contenente moltissime foto della mia infanzia e dopo un po' di esitazione decido di aprirlo immergendomi nei ricordi fin dalla prima pagina.
Dal suo interno cade una foto a terra e mi alzo per prenderla, rimanendo immobile a guardarla quando mi rendo conto di cosa c'è ritratto su di essa.
«Eravamo felici e spensierati, non capisco perché abbia deciso di ascoltare le voci che giravano su di me e sul mio sentimento nei suoi confronti. Durante questi tre mesi di coma lui c'era, era presente, non sai quanto male sono stata.» Una lacrima riga il mio viso e faccio una cosa che mai mi sarei aspettata da me, della foto che avevo in mano mi ritrovo con due pezzi nei quali in metà c'è rappresentata la mia faccia e nell'altra metà la faccia di Lorenzo, quindi getto a terra quel pezzo.
«Elena so quanto male ci stai, giustamente continui a chiederti il perché del suo allontanamento, forse anche perché lui ha preferito ascoltare delle false voci e non la tua vera versione. Ma non puoi uscire da questo ospedale con lo stesso peso con cui sei entrata, quest'esperienza che è stata negativa dovrebbe averti condotta in una nuova fase di vita, in cui tu rinascerai non appena fuori da qui. Non voglio vederti a terra.» Devo tanto ad Emma, mi ha aiutato sempre durante le difficoltà più grandi e sento che in questo momento l'unica cosa che possa dire è un grazie nei suoi confronti, o comunque un gesto che può essere solo di gratitudine nei suoi confronti.
«Grazie Emma, grazie di esserci sempre.» La tiro a me abbracciandola e lei mi stringe a se, è una persona bellissima di carattere, quando stavo male c'era sempre e facendo così mi ha dimostrato che lei è rimasta sempre la stessa.
«Sai che se hai bisogno anche tu, io ci sono, se vuoi parlare.» Lei mi sorride e mi stringe ancora più forte a se iniziando a sussurrare qualche parola.
«In realtà qualcosa da dirti ce l'avrei, -si gratta la nuca ed arrossisce- ma non saprei se dirtela ora o aspettare.» Inspira e inizia a pensare sedendosi al mio fianco nel letto.
«Parla immediatamente di quello che mi stai nascondendo!» Le pizzico un fianco e sussulta iniziando poi a ridacchiare, mi erano mancati questi momenti con lei.
«Sto conoscendo un ragazzo.» Dice velocemente, che quasi non riesco a percepire la frase.
Sgrano gli occhi e la guardo più curiosa che mai. «Voglio sapere tutto, particolari compresi!» Mi metto comoda a sedere, pronta a passare un intera mattinata ad ascoltare tutto quello che la mia migliore amica ha da dirmi.«Quindi tu mi stai dicendo che al primo appuntamento tu hai usato la scusa che tua madre ti stava chiamando e dovevi rispondere per evitare il bacio che stava per esserci?» Non sono poi così tanto stupita di questo, Emma è sempre stata una ragazza con la testa attaccata alle spalle e quando si parla del primo bacio con un ragazzo che si conosce da poco è convinta che debba avvenire come minimo dopo un mese di conoscenza; questo pensiero è arrivato dopo una grande delusione che ha ricevuto e che l'ha segnata particolarmente, era proprio innamorata di quel ragazzo e lui le ha spezzato tutte le promesse in faccia andando con un'altra ragazza.
«Tanti auguri Elee!» Urla mio fratello Aiden entrando velocemente in stanza e buttandosi addosso a me stringendomi tra le sue braccia. «Oggi compi già sedici anni! Stai invecchiando in fretta.» Inizia a tirarmi le orecchie pur sapendo che è una delle cose che più mi infastidisce e poi mi mette le mani nelle spalle guardandomi negli occhi.
«Questa sera, faremo una festa, nel reparto qui vicino. Sono riuscito a convincere l'infermiera a patto che non beviamo e che la musica sia ad un volume accettabile. -Sorride e mi stringe a se- Quanto mi sei mancata in questi tre mesi.. ma ora basta pensarci e preparati!» I suoi momenti di dolcezza sono rari, eppure amo questo suo lato dolce che tiene sempre nascosto per non so quale motivo. Guarda Emma e arrossisce iniziando poi a tossire ed infine esce dalla stanza lasciando una scia di profumo da uomo che lei apprezza vedendo la sua espressione.
«Mi stai nascondendo qualcosa furbetta.» Le tocco la punta del naso e lei diventa paonazza al sentire la frase, tossisce e cerca di cambiare argomento.
«Va bene, ho capito che non posso tenertelo nascosto. Il ragazzo con cui mi sto frequentando -abbassa il tono di voce- è tuo fratello.» Si gratta dalla nuca e dal corridoio arriva un urlo.
«Ma perché glielo hai detto, doveva scoprirlo questa sera!» Aiden fa ritorno nella stanza ancora più rosso di prima e io guardo la scenetta che si crea tra i due a causa del fatto che avrebbero dovuto dirmelo assieme ed il tutto termina con un piccolo bacio a stampo tra i due.
«Ora preparatevi, ci vediamo questa sera.» Mi da un piccolo abbraccio e se ne va definitivamente, lasciando me e la mia migliore amica da sole.
«Siete carinissimi! Eppure non me lo sarei mai aspettata. -Faccio una pausa e la guardo negli occhi- Durante il coma l'avevo previsto!» Ride e la sua risata contagia pure la mia, poi iniziamo a prepararci guardandoci al piccolo specchio appeso alla parete.Il vestito che indosso arriva poco più sopra del ginocchio, è un vestito semplice in ciniglia verde e come al suo solito, Emma inizia a farmi svariati complimenti ricevendosi solo frasi di negazione.
«Ti posso fare i boccoli? E posso truccarti io?» È la centesima volta che me lo chiede, ed infine cedo.
«Va bene, ma non esagerare col trucco.» Le do il consenso e lei sorride soddisfatta.
Mi sta mettendo il mascara ed all'improvviso si blocca, come se avesse visto qualcosa di paranormale alle mie spalle, la vedo deglutire e fare un grande sorriso ed in quel momento una mano tocca la mia spalla facendomi riempire il corpo di piccoli brividi che si spargono ovunque.
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5 ottobre
ChickLitUna caduta, ma letteralmente una caduta, mi ha fatto conoscere la mia rovina. ****** Avete presente quando incontrate per la prima volta una persona, e fin dal primo istante in cui vi lanciate un'occhiata...