22. Come in una montagna russa

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La falsità è una delle cose che più odio; non ci trovo un motivo valido nel mentire e il fatto di cercare di non fare stare male una persona lo trovo infantile.
Sono sempre stata una persona che preferiva sentirsi dire in faccia le cose e non venendole a sapere in modi alternativi, proprio come è successo esattamente una settimana fa con Alberto e Lorenzo.

Non fidarsi è un altro concetto che devo mettere a fuoco; le persone sono brave a mascherare la loro parte più oscura ed ogni essere umano ce l'ha ma sta ad ognuno decidere se utilizzarla o meno.
Sono sempre stata una ragazza molto chiusa, con non troppi amici e dire che mi sono sempre fidata di questi pochi non è che la realtà, ma ho sbagliato, lo ammetto. Fidarsi è bene, non fidarsi è meglio. È questo il famoso detto, e dice solo verità.

È il primo lunedì della settimana, ed è il giorno esatto in cui si rientra a scuola dalle vacanze di Natale e devo ammettere che non mi dispiace affatto; finalmente rivedrò il ragazzo che mi ha occupato i pensieri in quest'ultimo periodo, o almeno nei giorni successivi agli strani eventi avvenuti con la sua visita a casa mia.
Al riguardo sono agitata, ansiosa ma anche preoccupata, per il fatto che non lo conosco e non so come sia realmente e cosa faccia quando io non posso vederlo. Questi strani pensieri che sto facendo sono parecchio insensati perché non ha un rapporto con me, l'unico 'discorso' che abbiamo sostenuto è stato un saluto e non significa nulla , questo innocuo gesto di cortesia.

Mi dimeno tra il soffice piumone scalciandolo e facendolo finire ai piedi del letto e rabbrividendo data la scarsa temperatura all'esterno; la porta della mia camera emette un leggero scricchiolio aprendosi e mi metto a sedere nel letto aprendo a fatica un occhio. Mr Harlock salta sopra al letto avvicinandosi ed iniziando a leccarmi la faccia in un modo affettuoso ma allo stesso tempo disgustoso.
«Har, buono!» gli ordino e segue al comando i miei ordini «Buongiorno piccolino.» Inizio a massaggiargli la testolina morbida e gli poso un bacino nella fronte.
«Ma come puzzi! Oggi quando torno da scuola bagnetto!» al pronunciare dell'ultima parola salta giù dal letto come se avesse capito le mie intenzioni ed esce dalla mia camera correndo, dopo poco lo seguo scendendo in cucina.

Un buonissimo odore di cioccolata calda e brioche appena sfornate mi invade le narici ed appena vedo quel ragazzo biondo, con indosso un grembiule da cucina e un capellino improvvisato con un foglio di carta strapazzato, non riesco a trattenere un piccolo risolino.
«Buongiorno fratellone! -sorrido e lui amplia le labbra in un sorriso smisurato, deve chiedermi qualcosa, me lo sento- Di cosa hai bisogno che hai fatto tutto questo?» indico il cibo caldo e fumante sopra al tavolo che devo ammettere dimostra un aspetto davvero invitante.

«Ma niente, mi chiedevo se..» si blocca e lo vedo dubitare su quel che vuole chiedere.
«Se? Arriva al punto Aiden.» dico leggermente agitata e un po' ansiosa da chissà quale richiesta abbia questo ragazzo nei miei confronti.
«Okay, sono stato uno stronzo. A me piace e voglio uscirci e devi aiutarmi» dice velocemente mangiandosi leggermente le parole.
«Chi?» nonostante io sappia la risposta decido di metterlo in difficoltà e quindi di fargli ammettere una volta per tutte la verità completa.
Mi guarda sbieco e io lo fulmino con lo sguardo all'istante, così lui confessa.
«Emma» mette in bocca un pezzo di brioche per cercare di nascondere quel che ha appena detto, nonostante sia a conoscenza del fatto che il suo nome io l'abbia sentito.
Emetto un piccolo gridolino isterico e mi avvicino a lui saltandogli addosso strapazzandogli tutti i capelli e ricevendo in cambio un piccolo schiaffo nella mano. Le sue morbide e pallide guance si sono tinte di un rosso adorabile e le leggere lentiggini che si possono intravedere nel naso e nelle guance risultano più evidenti del solito.

«L'hai finalmente ammesso! Ho un'idea, ma tu dovrai aiutare me.» mi stacco da lui ed addento la soffice brioche sopra al piatto; il mio volto traspare un espressione di ansia che però mette in risalto il geniale piano venuto all'aria in pochissimi istanti. Aiden mi guarda un po' preoccupato e io ricambio lo sguardo rassicurandolo. Quello che farò sarà molto semplice ma lui dovrà aiutarmi, dovrà fare in modo di scrollare i pensieri a quel ragazzo facendolo così agire. Sono mesi che porto avanti il peso di questa strana cotta e credo sia arrivato il momento di spolverare la cosa e di capirci qualcosa.
In questo momento mi sento talmente determinata da non riconoscermi, ho l'obbiettivo di rendere più pianeggiante la mia vita e di calmare questa contorta montagna russa che continua a fare giri della morte dentro di me, scombussolandomi giorno dopo giorno sempre di più.

Ciao mondo! Sono tornata dopo una lunghissima assenza con questo penosissimo (se non la pensate così ditemelo nei commenti) e brevissimo capitolo, che è solo di passaggio e serve appunto per introdurre il ritorno a scuola,  quindi la fine delle vacanze e l'arrivo di nuovi incontri inaspettatissimi. Aspettatevi grandi colpi di scenaa!
tanti kiss, As♥️

5 ottobreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora