È tardissimo, ho deciso di piastrare i capelli e metterci una fascia, giusto per non averli d'intralcio se ballerò.
Non sono mai stata brava a ballare, mi è sempre piaciuto come sport ma da guardare, non sono in grado di praticarlo e di sicuro mi ci vorrebbero veramente parecchi anni per migliorare anche solo di poco, sapendo quando sono dura nei movimenti.Mi trucco leggermente e metto pochissimo mascara per evitare che possa sporcarmi sotto l'occhio con la maschera. «Elena, è arrivato il tuo.. cavaliere, esatto il tuo cavaliere, devi andare!» Urla mia madre dal piano di sotto questa frase e all'inizio non ci faccio nemmeno tanto caso al fatto che abbia detto 'cavaliere', ma poi riflettendo e guardando l'orario mi rendo conto che dev'essere uno scherzo di cattivo gusto da parte sua oppure deve esserci stato qualche malinteso. Metto la maschera e do un'ultima occhiata alla mia figura riflessa allo specchio ed è proprio in questo momento che vedo le mia braccia diventare pallide e sento le gambe farsi deboli finché non cado.
Mi stendo con il torace rivolto verso l'alto e guardo il soffitto con il fiato che inizia a diventare sempre più pesante. «Elena, puoi farcela! Io so che tu ce la puoi fare! Elena io ti amo!» Una voce che arriva da un posto remoto continua a farsi strada nel mio udito e non riesco a spiegarmi chi sia colui o colei che dice queste parole.
Sento delle vibrazioni che passano dal torace a tutto il corpo e dopo di che dei leggeri suoni emessi da qualcosa che non riesco a individuare, il male è passato e non riesco a trovare una risposta a questo strano enigma, a questa strana sensazione che di normale non nasconde nulla, quindi mi alzo a fatica e scendo al piano terra.«Non mi avevi detto che sarebbe venuto un gentiluomo a prenderti.» Un sorriso smagliante le si forma in viso e per la prima volta dopo tanto tempo riesco a leggere nei suoi occhi un sentimento profondo, cosa che non riconosco più in lei quando una mattina, all'improvviso mio padre è andato via di casa. Piccoli scatti di istanti passati ritornano nella mia mente, immagini in cui vedo Riccardo davanti a me camminare velocemente, poi tutto torna 'normale'.
L'unica domanda che ho ora in testa è: chi è questo gentiluomo che è venuto a prendermi per portarmi al ballo? Ecco, per rispondermi c'è solo un modo, uscire e vedere chi è colui che mi sta aspettando.
«Divertiti! E mi raccomando, attenta. Sappi che ti voglio bene.» Sentirla parlare così è particolarmente strano, lei esprime molto spesso che mi vuole bene ma l'aria di tensione che ho sentito nelle sue parole è parecchio strana. Le sorrido e metto la maschera per poi uscire dalla porta.I lampioni sono già accesi e illuminano una moto nera parcheggiata alla fine del piccolo marciapiede che collega il giardino di casa mia alla strada, un ragazzo è appoggiato al sedile del veicolo e sta guardando l'orario dall'orologio da polso, appena mi nota mi viene incontro ed oltrepassa il piccolo cancello aperto fermandosi a qualche passo da me.
«Elena..» Una piccola maschera gli copre gli occhi, lasciando le guance scoperte e facendo vedere delle piccole lentiggini che si notano ancora di più a causa del freddo, un cappuccio gli copre i capelli e si può notare che indossa una camicia. Una nuvoletta di fumo esce dalle sue labbra e poi sospira, alza il braccio e scopre il polso mostrandomi un braccialetto che lo contorna, ma non un braccialetto qualunque, l'altra parte del mio, la metà del mio cuore. Ma chi è lui? Faccio lo stesso gesto che ha fatto lui poco prima e in quel momento mi porge una lettera, credo io impazzirò prima o poi a causa di tutte le lettere che sto ricevendo in quest'ultimo periodo.
«Leggila quando torni a casa, ora andiamo.» Sorride debolmente e guarda a terra non appena riparte la cantilena che va avanti da ormai tutta la giornata. "Elena puoi farcela, sei forte lo sappiamo!" Lui mi guarda e fa per parlare, poi si gratta la nuca e decide di commentare. «Hanno ragione Elena, tu.. sei una ragazza forte. So che puoi farcela. Ora andiamo.» Si volta e si incammina verso la sua moto.Hanno ragione? Chi ha ragione? E in che ambito? «Aspetta!» Lo raggiungo e lo prendo per un polso, lui si volta e la maschera non è più al suo posto. «Riccardo?!» Il ragazzo per cui ho perso la testa da ormai tanto tempo mi guarda negli occhi e iniziano a scendergli diverse lacrime che cerco di asciugare, ma non appena gli tocco la guancia scompare, come se fosse una nuvola di fumo portata via dal vento.
Non capisco cosa sta succedendo e mi sento disorientata, la moto è scomparsa con lui e non posso fare a meno di scoppiare a piangere, accasciandomi a terra. «Riccardo! Dove sei andato? Torna da me ti prego.» Le urla che escono dalla mia bocca, mischiate a tutti i singhiozzi risuonano in tutto il quartiere e in questo momento mi sento più sola che mai. La sensazione di vuoto e di malessere che avevo poco prima ritorna e tante scosse percorrono il mio corpo freddo e stanco, poi mi faccio forza.
Mi alzo ed inizio a correre verso la palestra della scuola in cui la festa di carnevale è già iniziata, lo deduco dal forte suono che arriva alle mie orecchie. La moto di Riccardo è parcheggiata all'ingresso e non appena arrivo alla porta la spingo con tutta la forza che ho, per poi iniziare a percorrere il corridoio stranamente deserto e guardandomi attorno come se avessi paura che da un istante all'altro tutto possa scomparire. Entro dalla porta principale e noto i vari gruppetti già formati, non riesco a vedere Riccardo nonostante la sua moto sia parcheggiata all'esterno; Emma mi viene incontro e mi guarda dalla testa ai piedi.
«Elena, che ti è successo?» Sconvolta mi si avvicina senza però toccarmi e guardando il vestito che si è leggermente sporcato a causa della caduta, il poco mascara che avevo messo deve essere colato lasciando delle piccole righe nere, così tolgo la maschera.
«Io.. Niente, non mi sento molto bene. Torno subito...» Esco dalla palestra e mi dirigo verso i bagni, entro e mi chiudo dentro ad uno di essi. Prendo il telefono dalla borsa nella speranza di vedere un suo messaggio ma nulla mi fa tornare su di morale. Vado vicino al lavandino e pulisco la pelle sotto all'occhio, per poi asciugarla e rimettere la maschera; andrà tutto bene, devo solo pensare a divertirmi.«'Tu mi sei entrato in testa come un pezzo di radio. Come una canzone ascoltala talmente tante volte da averla sempre in mente. -Una delle mie tante poesie risuona in tutta la palestra e tutte le persone ascoltano commentando- Ogni mattina, stessa canzone, stesso posto, tu e la tua fermata, e poi sali in corriera, mi guardi mi fai esasperare, dio solo può sapere quanto.' Da quel che posso leggere questa ragazza è molto innamorata!» Urla un ragazzo dal palco e noto il mio diario essere tra le sue mani, colui che sta leggendo è una persona che doveva essere cambiata, una persona che continua a volere la mia fiducia ma credo tutto questo non lo aiuti a migliorare, lui sa che quello è il mio diario ma nonostante questo continua a leggere; non mi trattengo e scappo fuori verso il parcheggio, verso un luogo in cui stare tranquilla.
«Elena puoi farcela! Combatti!» Dei singhiozzi risuonano.
«Chi sei?! Dimmi cosa mi sta succedendo! Perché tutto questo a me?» Le lacrime continuano a scendere e noto una figura venire verso di me, poi molte altre persone si avvicinano.
Sabatino, Emma, Giulia, Giorgia, tantissime altre persone e persino la mia professoressa di italiano; tutti si mettono attorno a me formando un piccolo cerchio ed iniziano a parlare contemporaneamente non facendomi più capire nulla. Mi accascio, mettendomi in ginocchio e ascolto tutto quello che hanno da dirmi.«Ti rendi conto di come sei? Di quando tu sia debole? Andiamo, sei ridicola e piena di fragilità.» Sabatino si fa spazio tra la folla e inizia a dire cose che mi fanno troppo male e dopo qualche secondo Alberto lo affianca.
«Povera illusa, credevi davvero a tutti i tuoi film mentali, credevi davvero che uno come me avrebbe potuto ascoltare una come te? Illusa..» Si mette a ridere assieme a Sabatino e ad altre persone a cui di male non ho fatto nulla, Lorenzo arriva con tutta la sua strafottenza ed inizia pure lui ad insultarmi e criticarmi.
«Gli anni in cui sono stato con una persona come te sono veramente sprecati.. -Si scalda le mani e si avvicina a me accucciandosi- Sai quanto sei cambiata? Quante cazzate hai fatto? Sei sempre stata una ragazza ingenua ma non credevo così tanto. Riccardo non c'è, lui non verrà, non ti vorrà devi rassegnarti.» Le sue parole fanno male e non riesco a trattenermi.
«Tu non sai. Tu non lo sai.» Non riesco a parlare, quello che volevo e voglio dire mi muore in gola e delle piccole scosse continuano a percorrermi tutto il corpo.
«Io non so cosa Elena? Io lo so che tu starai male per lui più di quanto tu sia stata male per me. Ti ferirai, eccome se ti ferirai; sarà come sbagliare ad impugnare un coltello e quindi conficcandoselo nel cuore, il tuo cuore lo sentirai sgretolare e morire, piano, lentamente, capirai cosa significa amare veramente ma non poter avere il permesso di dimostrarlo questo amore. Quindi tenendolo tutto dentro, esploderai..» Lo interrompo, le cattiverie che mi sta sputando addosso non riesco a farle scorrere su di me, a farle scivolare via senza farci tanto caso.
«Tu non capisci quanto appunto io sto male, non sai che male provo e cosa sento! Le persone -Indico tutti- sono tanto brave a parlare, a fare uscire dalle proprie labbra parole tanto cattive magari senza sapere fino in fondo quanto possano ferire. Non mi interessa se prenderò il coltello dalla parte sbagliata, sarà un errore ma da quello imparerò e migliorerò riuscendo a dare un lieto fine a tutto. Se sarà necessario me lo conficcherò da sola, sono stata tanto male fino ad oggi e un giorno in più o uno in meno non farebbe la differenza. Almeno io, al contrario di voi che sparlate, un giorno potrò dire che non ci sono arrivata dove volevo ma ci ho provato! Ho lottato per avere quella persona con me.» Tutti iniziano a parlare fra di loro ed inizio a sentire tutto più distante, guardo per qualche secondo Lorenzo che si avvicina un po'.«Elena! Tu puoi farcela, io lo so. -Riccardo compare tra la folla con le lacrime agli occhi- Continua a lottare io ti aspetto.» Lorenzo lo guarda con disprezzo per poi voltarsi verso di me e sputandomi praticamente addosso alza una mano e inizia a parlare.
«Siete ridicoli, voi e la vostra sceneggiata patetica. Svegliati!» In pochi istanti una superficie ruvida colpisce violentemente la mia guancia facendomi stendere a terra e sbattere la testa contro l'asfalto umido ma leggermente caldo; in quel momento tutto diventa più scuro, i suoni risultano più ovattati e all'improvviso non vedo più niente.
L'ultima cosa che riesco a percepire prima di perdere completamente i sensi è un bacio, un bacio e un urlo di disperazione. Non so cosa mi stia succedendo, la mia pelle è fredda ed umida ed inizia a darmi fastidio tutto questo; i pensieri mi cullano e mi rendono meno vulnerabile, riesco a rilassarmi e mi godo quei pochi istanti di apparente tranquillità, accompagnata da urli e pianti di qualcuno che da laggiù mi starà guardando.
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5 ottobre
ChickLitUna caduta, ma letteralmente una caduta, mi ha fatto conoscere la mia rovina. ****** Avete presente quando incontrate per la prima volta una persona, e fin dal primo istante in cui vi lanciate un'occhiata...