«Tu non ci andrai, non dopo tutto quello che ti ha fatto passare in quest'ultimo periodo» la sua voce ferma e convinta mi innervosisce in questo momento; continuo ad essere dell'idea che le persone possano pentirsi, quindi ritornare sui propri passi chiedendo scusa e ammettendo la verità.
La verità che alle volte rovina tutto o al contrario, potrebbe risolvere una strana e complessa situazione creatasi del tempo prima.«Oh si che ci andrò Aiden, lui è cambiato, si è reso conto dell'errore che ha commesso e mi ha pure chiesto scusa» il mio tono di voce traspare l'ansia che dentro di me sta nascendo, infondo Aiden mi ha sempre aiutato e quasi ogni volta che mi mette in allerta riguardo un evento ha ragione. Ma questa volta non voglio dargliela vinta, voglio provare a fidarmi del mio cuore, o per meglio dire, della mia testa.
«Ma quando andrà a finire male, non venire a piangere da me.
Non venire a cercarmi se ti ritornano quei fottuti attacchi di panico» il nervoso che lo possede gli fa scagliare a terra una cornice che si trovava fino a pochi attimi prima sopra al mobile e al contatto con il pavimento si crepa. Aiden va verso l'uscita «Dove vai?» ma non mi da neanche il tempo di finire la domanda che ha già sbattuto la porta, diretto verso non so che luogo; mi chino per riprenderla ed inizio a guardarla, ritrae me e Aiden da piccoli, io avevo cinque anni credo e lui otto, era il suo compleanno e sorridevamo come non mai.
A quell'età tutto era semplice e l'unica cosa che volevamo era: diventare 'grandi'.***
Suona il campanello e i miei genitori mi invitano ad andare ad accogliere gli ospiti, così mi dirigo verso la porta tutta pimpante e con un sorriso più falso che vero.
Mi do una rapida occhiata allo specchio a forma di sole che si trova di fianco alla porta e poi, facendo un grosso respiro abbasso la maniglia della porta aprendola completamente e trovando davanti a me un'uomo ed una donna seguiti dai loro figli.«Buongiorno -la donna mi sorride- Oh tu devi essere Elena, la figlia di Tamara, mi ha parlato molto di te! Ah quasi dimenticavo, io sono Monica, piacere» mi continua a sorridere in modo abbastanza inquietante ma decido di fare la persona normale ed educata allungando anch'io la mia mano e stringendo la sua.
«Piacere, io sono Davide» dice l'uomo al suo fianco facendo quel che poco prima ha fatto la donna.
«Ciao! Io sono Anna!» dice la ragazza che si avvicina a me non appena i genitori entrano in casa.
È veramente una bella ragazza, i lunghi capelli biondi le ricadono nelle spalle e gli occhi verdi incantano, è vestita in modo semplice, proprio come me ma nonostante questo sta da dio, al contrario mio.«Io sono Alberto» il ragazzo, di cui non ricordavo la presenza sospira, passando la mano tra i capelli scompigliati. Devo ammettere che anche lui non è male, lo stesso colore degli occhi della sorella e i capelli castani lo rendo alquanto gnocco.
Faccio entrare anche loro ed iniziamo a parlare andando in salotto.
«Mi hanno detto che hai un fratello» dice all'improvviso Anna iniziando a guardarsi attorno cercando in non so quale angolo della stanza Aiden.
«Oh si, tra non molto arriverà» mi convinco di questo o almeno lo spero, Anna mi guarda contenta (?), perché dovrebbe esserlo? Lo conosce?
Tante domande mi crescono in mente ma decido di non essere troppo sfacciata da chiederglielo; «Io vado un attimo dai miei» dice per poi andare verso la sala da pranzo dove si trovano i miei ed i suoi genitori e quindi lasciando me e Alberto soli.«Mi è stato detto che vai nella mia stessa scuola» sospira e mi guarda curioso.
«Oh, non lo sapevo» mento, nonostante i miei, poco prima che arrivassero gli ospiti mi avevano confessato questa cosa.
«E so anche che sei in prima -continua ricevendosi uno sguardo incredulo da parte mia- i miei genitori, tranquilla non sono uno stalker» inizia a ridacchiare forse un po' a disagio a causa della situazione un po' imbarazzante.
«Mentre tu sei in seconda, immagino» lo guardo alzando le sopracciglia e lui inizia a ridere continuando a toccare il ciuffo che non sta al suo posto.
«I tuoi genitori immagino» tira ad indovinare non convinto della mia fortuna nel capire la sua età.
«Esatto» sospiro e lui alza gli occhi al cielo.
«Sempre gli stessi» continuiamo questo discorso, andando a finire in discorsi forse troppo imbarazzanti ma che comunque mi tengono la testa impegnata e non mi fanno pensare ad altro se non alle sciocchezze che escono dalla sua bocca. Continuiamo a ridere e non riesco a fare a meno di fissare le due bellissime fossette che gli si creano ai lati della bocca, ha un sorrido da dio.
«Ti giuro, ero in seconda media e volevo fare uno scherzo alla mia ragazza, del tempo, così le ho rubato il reggiseno di ricambio che teneva dentro alla sacca di ginnastica e sono uscito dallo spogliatoio credendo ci fosse lei. Ma una volta fuori mi sono sentito pronunciare 'Leonardi! Vada subito in presidenza' -fa una pausa per riprendere fiato dopo la lunga risata causata da questi ricordi- è stato orrendo ma principalmente imbarazzante ritrovarmi davanti alla preside dovendole raccontare quello che avevo fatto» continuo a ridere prendendolo in giro riguardo questa cosa e poi mi rendo conto di una cosa, il suo cognome è Leonardi, esattamente identico al bad boy di quinta.
«Prima mi stavi dicendo che hai un fratello maggiorenne» accenno e lui si zittisce.
«Oh si -si gratta la nuca e lo vedo parecchio turbato- con lui non parlo quasi mai, è cambiato tantissimo negli ultimi anni» si rabbuia e mi sento leggermente in colpa per la domanda forse troppo personale.
«Riccardo?» domando non riuscendo a tappare la bocca.
«Esatto, scommetto che ci avrai parlato» mi guarda storto.
«Diciamo che ho avuto una specie di conversazione» chiudo lì il discorso non volendo entrare in cose che non mi riguardano e per evitare qualsiasi cosa che metta cattivo umore.
Dopo qualche minuto Aiden fa ingresso in casa, viene verso il divano dove siamo seduti io ed Alberto e dopo poco arriva Anna.
«Aiden!» urla con voce stridula e forse troppo forte, correndogli poi incontro e gettandogli le braccia al collo sotto lo sguardo stranito mio e di Alberto. Tutta la simpatia che avevo riservato per la ragazza fu mandata in tanti piccoli frammenti non appena posa le labbra sopra quelle di Aiden, che in tutta risposta non si allontana, anzi, ricambia; lasciandomi in uno stato di trans dovuto alla confusione creatasi nella mia testa.Cosa stai facendo Aiden? Cosa stai facendo?
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5 ottobre
ChickLitUna caduta, ma letteralmente una caduta, mi ha fatto conoscere la mia rovina. ****** Avete presente quando incontrate per la prima volta una persona, e fin dal primo istante in cui vi lanciate un'occhiata...