20. Lei è la mia scommessa migliore

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«Mamma, io esco» urlo dalla porta di casa nella speranza che mia madre senta ma non ottenendo risposte decido di andare a cercarla. È domenica e sono passate esattamente due settimane da quando ho parlato per l'ultima volta con Lorenzo dopo la sua fatidica domanda a cui non ho dato risposta; in fine non mi sono nemmeno presentata a quell'appuntamento nonostante le ripetute chiamate a cui non ho dato importanza e ai ripetuti richiami fuori da casa; niente e nessuno avrebbe potuto farmi cambiare idea, nemmeno Emma che era venuta a farmi visita in veste di 'avocato' personale per provare a farmi mettere la testa apposto. Il fatto che sia venuta non ha però aiutato nessuna delle due, io sono rimasta incasinata come prima se non peggio e lei si è dovuta subire la visione di diverse effusioni tra mio fratello e la sua nuova fidanzata.

«Mamma dove-» blocco la mia frase a metà sentendo un singhiozzo proveniente dalla camera di mio fratello così mi avvicino alla porta e busso leggermente «Si può?» abbasso lentamente la maniglia e non udendo nemmeno da lui una risposta entro, trovando davanti a me una scena a dir poco paranormale, conoscendo mio fratello.
È accasciato a terra vicino alla finestra contornata da delle tende color panna, non so quanti pacchetti di fazzoletti si trovano attorno a lui, gli occhi lucidi fanno cadere tante piccole gocce che si schiantano contro il parquet seguite da piccoli singhiozzi.

«Io-io sono uno stupido» si sbatte la mano nella fronte e si gira verso il muro battendo ripetutamente la testa. Mi muovo velocemente raggiungendolo e lo abbraccio forte facendogli piccole carezze nella nuca.

«Raccontami tutto» sospiro e lo guardo continuando con le leggere carezze; incrocio i suoi occhi azzurri e per la prima volta noto un sentimento strano, tristezza, smarrimento e forse inizio a capire cosa gli stia passando per la testa in questo momento.

«A me non piace Anna, è stato tutto un errore. -si passa una mano tra i capelli e riesco a percepire un po' di disgusto nella sua affermazione- È stato un obbligo, un fottuto obbligo impostomi ad una festa, io non volevo» il suo sguardo continua a guardare le candide pareti della stanza come se fosse la prima volta che le vede e cerca in tutti i modi di evitare il mio sguardo.

«Perché l'hai fatto? Lei lo sa?!» l'agitazione inizia a prendere il sopravvento ed il fatto che mio fratello possa essersi approfittato della ragazza mi innervosisce, per il semplice fatto che lui non è come gli altri ragazzi. Lui è colui che mi ha aiutato a crescere, che dopo una caduta mi medicava la ferita, che quando venivo presa di mira interveniva fingendosi il mio super eroe; ed anche se non parlo moltissimo di lui e della nostra infanzia, non posso non dire che è un ragazzo d'oro; potrà pure avere degli atteggiamenti stronzi ogni tanto ma è principalmente dolce e gentile, con un senso di altruismo enorme.

«Non è come tu pensi. Non sono una persona spregevole da mettermi con una ragazza per gioco, ma questo dovresti saperlo. -continua a giochicchiare con la cover del telefono e finisce di spiegarmi la situazione- Quest'obbligo è stato fatto dalla stessa Anna, lei mi ha obbligato a mettermi con lei, lei si è invaghita di me qualche anno fa e visto il sentimento non ricambiato, quando si è trovata in una situazione di scelta ha agito d'impulso» rimango sconvolta dalla sfacciataggine della ragazza che a vederla in casa nostra sembrava una santarellina ma a quanto pare, nei visi più candidi si nascondono vere e proprie vipere.

«Non credi di aver sbagliato? Insomma, non ti senti in colpa per aver rovinato il rapporto con Emma?» inizia a tranquillizzarsi e i suoi occhi si illuminano al pronunciare il nome della mia migliore amica, ne è veramente innamorato.

«Ho sbagliato, lo so. Sono stato un emerito stronzo, ora seguirò il cuore, basta finzioni, basta sentimenti nascosti» prende il cellulare e digita qualcosa ridendo soddisfatto e girando il display verso di me.

'Ho deciso di seguire il cuore e non uno stupido obbligo. Tra noi non c'è mai stato nulla se non finzione.'

Lo guardo entusiasta e lì lo riconosco, il mio solito fratello con testa, che non scherza con i sentimenti e che finalmente dice la verità.
«Ora vado, devo rimediare con una persona» si alza facendomi un occhiolino ed assieme a lui mi alzo anch'io dirigendomi verso la porta.

«Io devo uscire, mi trovo con Alberto -abbozzo un sorriso e mi ricevo uno sguardo malizioso- siamo solo amicii!!» arrossisco bruscamente, chissà che pensieri si sarà fatto.

«Sarà. -alza le spalle e sospira- Questa o questa?» mi mostra due camice, una bianca ed una con delle strane decorazioni che mi fanno tornare alla mente quegli strani Hawaiani dei film; indico la seconda che pur essendo poco sobria è decisamente più inerente al suo stile.
«Grazie sorellina» esco dalla camera fulminandolo con lo sguardo e facendogli qualche raccomandazione ed infine esco di casa diretta al parchetto dove mi sarei dovuta trovare con Alberto circa mezz'ora fa sperando di trovarlo ancora lì.

Arrivo all'entrata del parco e mi fermo notandolo assieme a Lorenzo, decidendo di ascoltare una piccola parte di conversazione nonostante sia maleducazione, ma l'istinto mi dice di farlo. «Doveva essere qui circa mezz'ora fa» dice Alberto.

«Tranquillo è sempre stata ritardataria» sospira colui che non ho più calcolato dopo la sua fatica domanda. «Come credi finirà tutta questa storia?»

«Lei è la mia scommessa migliore. -Alberto fa un ghigno- Il mio trofeo più grande e più semplice da aggiudicarsi» i suoi capelli scompigliati gli ricadono negli occhi e estrae il cellulare dalla tasca componendo un numero e portando l'aggeggio all'orecchio.
Sono talmente sconvolta dal loro discorso che non mi rendo conto del fatto che la mia suoneria ha iniziato a strillare ininterrottamente attirando l'attenzione dei due traditori e facendoli quindi, venire verso di me.

«Io sarei il tuo trofeo migliore?» sputo contro Alberto che nel frattempo era arrivato a pochi passi da me.

«Elena, posso spiegarti. Non è come credi» Lorenzo si sta godendo la scena e dopo poco cerca di prendere parola allungando la mano verso di me ma io mi allontano.

«Io non sarò la scommessa di nessuno» mi volto ed inizio a camminare, ma una frase mi fa rizzare i capelli.

5 ottobreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora