24. Spiragli di luce

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Le trombette di plastica risuonano ovunque e sto iniziando a stufarmi di questo monotono suono che fa capolino alle mie orecchie. I bambini felici saltano e urlano tra di loro lungo la stradina di fianco a casa mia mentre io mi sto dirigendo a casa di Emma per decidere i vestiti da mettere questa sera, alla festa di carnevale.
È una tradizione che continua da ormai decenni, il mio istituto, da quel che mi hanno detto i miei amici più grandi, ha come rito il fatto di festeggiare le varie festività con balli serali, questo tipo di festeggiamento mi da molto di scuola americana e mi piace particolarmente come cosa.

«Lorenzo ora arrivo.» Urlo, mentre mia madre finisce di mettermi l'ombretto sulle palpebre. Appena finisce vado allo specchio dell'ingresso saltellando qua e la e mi guardo arricciando il naso; il vestito viola, forse troppo lungo, con la gonna a campana e la parte sopra ricamata con nastri dorati e argentati.
«Ora sembro una vera e propria principessa! Rapunzel arriva!» sorrido trionfante e prendo per mano mamma.
«Aspetta un momento, tra poco esco.» Va verso la cucina e nel frattempo faccio entrare Lorenzo.
Spalanca la bocca mettendoci una manina davanti e guardandomi dalla testa ai piedi, «Ma sei bellissima!» Lancia dei gridolini e inizia a girarmi attorno ammirando il vestito in un modo stupito, come se non sapesse dell'esistenza di questo tipo di indumento. Mi porge la mano prendendo poi la mia e posandoci un bacino sopra, il che mi fa arrossire pesantemente e lui notandolo mi fa fare una piccola giravolta su me stessa iniziando così a farmi il solletico.

Le scene di quei giorni felici mi passano nella mente come dei flash e inizio a sorridere debolmente pensando al tutto. Quel che sto passando in quest'ultimo periodo fa male e non poco, scoprire un grande tradimento come quello di Lorenzo o quello di Alberto, nonostante quest'ultimo non significava molto per me, è stato un duro colpo che ha suscitato in me molti dubbi sul mio essere forse troppo aperta con persone da cui dovrei stare in guardia.
All'improvviso mi ritorna alla mente quel diario, quel piccolo ed apparentemente irrilevante diario che  era nascosto all'interno della piccola confezione del braccialetto che porto tutt'ora; in quelle pagine ci ho scritto, qualsiasi cosa e non nego il fatto che quel che ho scritto lo sappia solo questo piccolo oggetto inanimato che diversamente dalle persone in carne ed ossa, mi ascolta e non parla a persone estranee di quel che io sto vivendo. Lo porto ovunque, è come un porta fortuna per me e ci faccio schizzi di disegni e di qualche poesia e canzone che parla di lui, che parla di Riccardo. Devo ancora arrivare ad una soluzione al mistero del braccialetto ma spero di riuscire a capirci qualcosa prima o poi anche se le poche persone che sono a conoscenza di questo fatto non fanno altro che dirmi che è talmente scontata la soluzione che stentano a crederci che sono ancora immersa nel mistero di scoprire a chi appartiene l'altra metà. La persona che più tengono in considerazione è proprio Riccardo e per il semplice fatto che il giorno del ballo dal suo polso è comparso un piccolo luccichio appartenente ad un braccialetto, che potrebbe benissimo essere tutt'altro che l'altra metà del mio.
I pensieri continuano ad annebbiare la mia mente e tutto quello che sto facendo e mi rendo conto di aver sbagliato strada forse troppo tardi, ritrovandomi al mio posto felice in cui non venivo da molto e la mia mente mi guida fino alla cima della collinetta cancellando dai miei pensieri i ricordi di ogni cosa che dovevo fare in quel momento, facendomi poi arrampicare sopra la grande quercia secolare, che in questo periodo dell'anno ha tutti i rami vuoti quindi senza tutte le foglie. Mi siedo comoda ed estraggo il diario iniziando ad accarezzare la copertina e pensando a lui, a colui che continua a tenermi occupati i pensieri.

Prendo pure la penna ed inizio a ragionare. «Mh, 'Il gusto dei tuoi occhi' non mi pare male come titolo, credo che se tu leggessi tutto questo ti metteresti a ridere per tutta la mia dolcezza che fa quasi ribrezzo da quant'è.» Inizio a tracciare una R sulla copertina nera con talmente tanta precisione che rimango a osservare il tratto leggero e lascio fuoriuscire dalle labbra un piccolo risolino. «Ah se tu sapessi i miei pensieri, se tu entrassi nella mia mente anche per un piccolo istante non ne usciresti sano come prima; magari inizieresti a farti qualche domanda e forse.. beh forse potresti prendere in considerazione il fatto di avere qualcosa con me.» Traccio la I e successivamente le due C. «Ma che sto dicendo? Non mi piacerebbe cambiasse idea solo a causa dei miei svariati pensieri e quindi decidesse di 'avere qualcosa con me' solo per questo, ma magari è solo timido, si magari è solo timido..» Continuo a tracciare le lettere successive un po' in velocità colta da una grande idea per un testo, così apro il diario ed inizio a scrivere.

"Il gusto dei tuoi occhi"

Questo mi pare il titolo più adeguato visto il grande effetto che mi fa quel ragazzo anche solo con uno sguardo.
La mia mente viene travolta da talmente tante frasi che inizio a scrivere velocissimamente, senza mai fermarmi, esprimendo tutti i miei pensieri e le mie emozioni.

"Era un giorno come gli altri,
con la testa fra le nuvole
e lo sguardo verso il cielo
con un unico dolore,
con un unico pensiero.
La mancanza del tuo riso
che sempre illumina il mio viso.
Ed il gusto dei tuoi occhi
che mi mostra il paradiso.
Che sono rimasta qui ad aspettarti,
ma non ti ho mai visto arrivare.
Non ho più visto il tuo sorriso,
che ha creato questo casino."

Rileggo quelle righe e da lì inizio a capire tutto, fino in fondo, ogni sfumatura dei miei sentimenti è descritta in questo.

"E ti prego dammi ascolto,
e ricorda il passato.
Tutto quel che abbiam vissuto,
o l'ho forse immaginato?
E ti prego parla chiaro
e dimmi che ti è capitato,
da non darmi più ascolto
neanche più per un secondo.
E ti prego dimmi solo.."

Cosa doveva dirmi? Cosa esattamente volevo sentirmi dire da lui? Stavo continuando a ripetermi che volevo saperlo, che volevo sapere da lui qualcosa che forse nemmeno si è mai domandato e tutto perché? Per un semplice sguardo?
Il piccolo spiraglio di luce che si era aperto nella mia mente viene subito oscurato dai dei nuvoloni scuri, non prevedo nulla di buono spero solo di riuscire a combattere anche questa tempesta.

5 ottobreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora