13. Se è destino, rimarrà

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La stessa persona che provoca confusione nella nostra mente, è l'unica che ha il potere di mettere ordine nella nostra anima.
-Anonimo

***

Le sue labbra sfiorano le mie ed un brivido mi percorre la spina dorsale lasciandomi una strana sensazione.
Allungo la mano verso la sua guancia e quando stiamo per unire le nostre labbra lui si allontana <Buon Natale> sussurra con un tono di voce quasi amareggiato; rimango senza parole e continuo a guardarlo toccandomi le labbra, in quel momento la porta che conduce al piano terra si apre mostrando la faccia impaziente di Aiden.
<Allora, quanto ci mettete qui sotto?> scende rapidamente le scale e prende lo scatolone con lo champagne prima che Riccardo possa farlo, poi mi guarda con sguardo malizioso ed io arrossisco abbassando lo sguardo.
<Okay piccioncini, vi lascio soli> se ne va lasciandomi a bocca aperta <ah scusate, Buon Natale> dice tornando in dietro e mettendo solo la testa all'interno della stanza sorridendo; guarda me e quello strano ragazzo che nel frattempo non aveva fatto altro, se non guardare la scena tacendo, e se devo essere sincera mi sbalordisco di questo, non capisco il suo comportamento e quello che voglia.

Inizio a salire le scale ancora turbata da quel che è appena successo , o che almeno, stava per succedere e assorta da questi miei complessi pensieri, inciampo cadendo di faccia, e lui di conseguenza, cade sopra di me.
Giro la testa per poterlo guardare in quei suoi occhi verdi e profondi, che mi trasmettono quella strana sensazione di tranquillità e succede di nuovo, le nostre labbra si sfiorano per pochissimi secondi; ma questa volta sono io ad allontanarmi, spingendolo via e scappando di sopra. Pulisco il viso dalla striscia di colore che lo occupava e mi avvio dagli altri.
<Buon Natale> sorrido falsamente entrando nella sala da pranzo e facendo gli auguri a tutti, notando dopo pochi minuti, l'arrivo di Riccardo nella sala; mi guarda con un espressione indecifrabile, non riesco a capirlo ma principalmente non riesco a capirmi.
<Vi siete baciati?> mi sussurra Aiden all' orecchio, più speranzoso che mai.
<No, è tutto uno sbaglio> senza dire nulla a nessuno salgo al piano superiore e vado nella mia camera, mi cambio rapidamente e mi stendo nel letto guardando il soffitto e iniziando a pensare.

<Quando diventeremo grandi ci sposeremo> Lorenzo sorride, prendendo la mia mano, ancora tanto piccola, vista la mia giovane età. È l'ultimo giorno di scuola, o meglio, di seconda elementare, e come sempre io e Lorenzo stiamo trascorrendo la ricreazione assieme con tutto il nostro solito gruppetto.
<Ma quando diventeremo grandi ricordati che non dobbiamo lasciarci mai -lo guardo negli occhi e gli porgo il mignolo- promesso?>.
<Promesso> incrocia il suo mignolo al mio e sorride a trentadue denti, dopo questo non posso non ridere per la sua faccia buffa, i due dentini davanti mancano quindi fa parecchio ridere; mi mette un braccio attorno alle spalle ed iniziamo a camminare, continuando a bisticciare per varie cavolate dette.

Avvolta da tutti questi ricordi e pensieri, chiudo gli occhi venendo avvolta dal grande sonno ma sempre col pensiero fisso alla promessa fatta a Lorenzo, ma tornando a quel misterioso ragazzo, io, lui, e le nostre labbra che si uniscono. E se fosse un errore? E se fosse Lorenzo quello giusto?

pdv Riccardo

È la vigilia di Natale e come ogni anno, la mia famiglia ha deciso di andare a cenare a casa di chissà quale amico di mio padre, l'unica cosa che forse renderà la serata più divertente è il fatto che la famiglia di questo suo socio, da quello che mi è stato detto, ha due figli di circa la mia età, una ragazza ed un ragazzo se non ricordo male.
Indosso una camicia bianca compratami da mia madre qualche giorno fa e dei pantaloni neri abbastanza eleganti e provo a mettere la cravatta invano, così mi arrendo e scendo.
<Mi raccomando, composto e cordiale> mia madre mi guarda facendo un sospiro e poi sorride, lo stesso dice mio padre e poi partiamo.
Credo mi dicano questo perché alle volte, se non sempre, non fiato e se saluto è già un miracolo, in effetti hanno ragione a farmi queste critiche, ma non riesco a fidarmi delle persone, non per esperienze negative vissute ma perché il mio essere è così, parlo con pochi ed esco con pochi.

5 ottobreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora