2.Rieccomi a casa...

6.3K 327 37
                                    

Buonasera a tutti! Ecco a voi il secondo capitolo di Need Us 3. Spero vi piaccia. Buona lettura! ❤
**********************

Ho superato New York da una mezz'oretta ed in poco più di due ore di viaggio, Jonathan e Britney mi hanno chiamata sì e no quindici volte ciascuno.
Quando vedo che è Caleb a chiamarmi, rispondo, facendo rimbombare la sua voce in macchina.
《Amanda, dove cazzo sei?! Jonathan mi ha chiamato disperato dicendo di averti cercata ovunque al campus ed in città senza trovarti.》la preoccupazione nella sua voce è palpabile.
《Lo so, ha chiamato anche me.》sorpasso una macchina《Sono viva e libera Caleb. Sto tornando a casa, a San Francisco. Sto cercando il mio pezzo mancante, sto andando dove tutto è cominciato.》
《Cristo Amanda, sei impazzita?!》sta sclerando malissimo《Ti rendi conto che sono due giorni di viaggio senza mai fermarsi?!》
《È venuto alla mia mostra, ha toccato la mia pelle, ha lasciato un messaggio su essa. Voglio ricordare chi mi fa provare dei brividi spaventosi quando mk sfiora semplicemente.》dico convinta prendo gli occhiali da sole che ho appoggiati sul sedile accanto al mio e me li metto sugli occhi.
《Non avevi paura di lasciare le tue certezze?》
《Non volevi che ricordassi? Non riesco a dormire la notte Caleb. Non penso ad altro che al mio pezzo mancante. Voglio capirci qualcosa e visto che voi non mi direte mai nulla, faccio da sola.》
《Cristo, sei folle.》mormora《Questa follia mi è mancata da morire.》
《Se Jonathan o Britney ti chiamano, non parlare loro della mia fuga.》
《Come mai?》chiede《Erano così in pensiero per te.》
《Jonathan sembra odiare San Francisco, ha sempre cercato di allontanarmi da quella città. A Britney non devi dirlo perché andrebbe subito da Jonathan e gliene parlerebbe. Fammi questo favore.》
《Allora non risponderò alle loro chiamate e dirò agli altri di fare lo stesso.》lo sento sorridere.
《Ti adoro. Grazie.》
《Stai attenta e ogni tanto chiamami, ok?》
《Sì, certo. Ciao Caleb!》
《Ciao sorellina.》stacca la chiamata e la radio riprende a trasmettere la musica.
Apparentemente senza motivo comincio a ridere, sentendo dentro di me una leggerezza quasi surreale che mi fa stare una meraviglia.
Continuo a guidare, quasi senza interruzioni, fermandomi soltanto verso le dieci in un punto di sosta per mangiare il panino e bere un po di succo.
Mi piace guidare. Da quando ho preso la patente non mi faccio scappare nessuna occasione per salire al volante.
Jonathan chiama di nuovo ma io continuo a non rispondergli.
Sento di aver sbagliato tutto negli ultimi tempi, sento di aver deluso moltissime persone e penso che non otterrò facilmente il loro perdono.
Se mi odiano tutti, se nessuno accetta le mie scelte, almeno mi dicano la verità sul mio passato a rischio di farmi male. Non mi importa, se devo soffrire soffrirò e lo farò in silenzio, ma devo sapere che cosa mi sono persa.

☆☆☆☆

《Pronto Caleb.》sono al volante da poco più di quattordici ore.
《Ciao sorellina, dove sei?》
《Vicina a Chicago.》
《Cos'hai?》
《Niente. Niente.》accelero.
《Perché menti?!》si arrabbia.
《Perché? Perché qualsiasi cosa io faccia è sbagliata! Perché ho tradito quella persona di cui non ricordo nulla! Perché io sono sbagliata!》mi fermo mentre la vista mi si appanna《Tu quel mio pezzo mancante lo senti?》appoggio la testa al volante e lascio scorrere le lacrime.
《Sì, lo sento.》mormora.
《Quanto mi odia su una scala da zero a dieci?》
《Lui non odia te, odia chi ti circonda.》
《Rispondi alla mia domanda!》esplodo《Da zero a dieci, quanto mi odia?》
《Glielo aveva chiesto qualcuno una volta. Non ha saputo rispondere.》
《Scrivigli, chiamalo ora e chiediglielo.》ordino.
《Amy, che vuoi fare?》
《Merito di soffrire Caleb. Me lo merito e basta.》
《No, non è vero.》
《È vero invece.》mi asciugo le lacrime《E ora vado, devo riprendere il viaggio.》stacco la chiamata e riparto.
Non so con che cosa avrò a che fare al mio arrivo a San Francisco, non so se il ritorno mi servirà a ricordare ma devo provare.
Sento che il rapporto con Jonathan è una menzogna, ma ho bisogno di conferme.
Rimarrò sola alla fine di tutto questo? Forse sì, forse il mio pezzo mancante non mi perdonerà per ciò che gli ho fatto e per aver continuato a negare nonostante sentissi quel vuoto.
Sono colpevole, lo so, sono tanto colpevole ma spero di riuscire a riparare qualcosa, qualsiasi cosa.
Se non ci riesco...non so cosa farei o se farei qualcosa.

☆☆☆☆

Cento chilometri e sono a casa. Cento chilometri e sono a San Francisco.
Non ho guidato per tutto il tempo, ma mi sono fermata per la notte più o meno a metà della mia strada. Ora è già tarda sera e a me mancano solo più un centinaio di chilometri per entrare nella città di San Francisco.
《Non ci posso credere...》continuo a ripetere contenta. Quando entro in città e mi fermo ad un semaforo, prendo il telefono e chiamo Caleb che risponde subito.
《Dove sei arrivata sorellina?》
《California. San Francisco.》rido.
《Sei già a casa?》
《No, sono appena entrata in città. In mezz'ora dovrei arrivare.》
《Ok, chiamami quando arrivi, mi raccomando.》
Stacco la chiamata e riparto. Guido lentamente per la città, godendomi le sue luci, la sua vivacità, la sua gente che cammina per strada molto più tranquillamente rispetto al resto della giornata.
《Quanto mi sei mancata San Francisco mia...》sospiro rilassandomi sul sedile.
Quando arrivo davanti al cancello di casa Brown spengo i fari e scendo dalla mia Audi R8, guardando la villa che ho davanti.
Pensare che da questa casa, anni fa, volevo scappare ed ora, a vent'anni anni torno proprio qui, cercando un pezzo di me.
Guardo il telefono e vedo moltissime notifiche.
Da Amore
Amanda, dove sei?
Da Amore
Dove cazzo sei sparita?
Da Amore
Amore rispondimi o chiamo la polizia dichiarandoti introvabile.
Da Amore
Ti prego piccola mia, sto morendo dalla preoccupazione.

Ed altri suoi cento o più messaggi contenenti le solite suppliche.

A Amore
Sto bene Jonathan. Non chiamare la polizia e non fare altre idiozie del genere. Sto bene. Ci sentiamo a fine vacanza. Ti prego, non cercarmi prima, ok?

Più o meno gli stessi messaggi da parte di Britney a cui scrivo di stare tranquilla perché è tutto a posto.
Metto il cellulare in tasca, faccio un respiro profondo e suono al campanello del cancello, salendo in macchina e accendendo il motore.
Le luci di metà della casa si accendono di colpo, il cancello si spalanca ed io parcheggio la mia auto nel cortine.
《Rieccomi a casa...》sorrido.

Need Us 3Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora