<<Perdonatemi, monseur, non l' ho fatto apposta!>> Ripeté Lucia, suscitando nuove ilarità.
<<Hai un talento innato nel fare le imitazioni!>> Si complimentò Selene, asciugandosi le lacrime.
<<Quand' era piccola, riusciva a imitare chiunque! Vivevamo con una vecchia zia a Milano e i nostri genitori dovevano sempre fuggire a nascondersi per ridere, quando lei iniziava a scimmiottarla>> Ricordò Alessandro.
<<Peccato che questo suo talento non equivalga alla sua capacità di ubbidire. Stavi per farci scoprire l' ultima volta. Selene, dovresti essere più attenta alla tua creatura, visto che ne porti tutte le responsabilità!>> Disse austero Kerman, staccandosi dalla finestra, da cui si udivano ancora le urla della piazza gremita e si distingueva tra le innumerevoli teste quella mozzata della regina Maria Antonietta.
Selene fece un gesto distratto e pigro, sdraiata com' era su un morbido sofà <<Eravamo al centro di una folla troppo occupata a fare la rivoluzione per accorgersi che Lucia stava mangiucchiando un loro membro!>>.
<<Già, e non hai idea di quanto fosse disgustoso quell' uomo. Ero sul punto di sputarlo, sapeva di topo! Io quando ho fame non ci vedo proprio più e sarei capace di mangiarmi anche uno spazzacamino ancora sporco di cenere!>> Si schermì Lucia.
Kerman puntò un dito contro Alessandro <<Allora dovrai essere responsabile tu di tua sorella. Non può fare di testa sua. In Cina stavamo per essere scoperti, quando è penetrata nella Città Sacra e si è divorata tutti quegli eunuchi! E per non parlare di ciò che è accaduto a Londra: mangiare gli operai di un' intera fabbrica. Non ci andrà bene per sempre, deve darsi una regolata o dovrà vedersela con me>>.
Alessandro fece spallucce <<Se non riuscite a tenerla a bada voi, che siete vampiri ultracentenari, dovrei riuscirci io?>>.
Kerman ebbe uno scatto, puntando ad Alessandro con le fauci spalancate, ma quest' ultimo si chiuse a riccio e scansò l' assalto di Kerman, Selene si frappose fra i due.
<<Sei uno sbruffone, Alessandro! Vedrai quando le folle ci inseguiranno per ucciderci o scatenerai la furia di qualche vampiro più potente di tutti noi messi assieme! Vedrai bene!>> Gridò Kerman.
<<Piantala, Kerman!>> Selene non alzava mai la voce, ma bastava il suo sguardo per placare gli animi <<Sono io la loro creatrice e non ti permetto di usurpare il mio ruolo o di affidarlo ad Alessandro. Da oggi in poi ti prometto che se Lucia non si comporterà come io esigo, la punirò come è giusto che sia>>.
Kerman sembrò calmarsi e si lasciò sedere sul sofà, lanciando però occhiatacce ai presenti.
Selene e Lucia si scambiarono un fugace sguardo di complicità, che Alessandro però riuscì a intercettare.
Erano arrivati a Parigi da qualche giorno e si erano accampati in un meraviglioso palazzo nobiliare lasciato deserto dalla Rivoluzione. Erano passati circa 100 anni dalla vampirizzazione di Alessandro e Lucia, avevano già girato il mondo mille volte e mangiato il mondo.
Fuori dall' unica finestra aperta vi era ancora il popolo, che strepitava vittorioso ma ancora assetato di vendetta per la morte di Maria Antonietta. Lucia ora era balzata di nuovo sul tavolo e aveva ripreso a imitare gli ultimi istanti della regina come se nulla fosse, come se fosse tutto un gioco, come se non fosse stata appena decapitata una persona, come sempre.
Alessandro promise a se stesso di badare un po' di più a sua sorella: era diventata una mina vagante, uccideva anche quando non ce n' era bisogno, anche quando aveva mille occhi puntati su di lui, fregandosene di tutte le conseguenze. Sembrava che si divertisse ad ammazzare senza pietà e più il pericolo era insidioso e più si galvanizzata.
Selene sembrava ignorare tutto questo, trattava Lucia come una figlia da vezzeggiare e viziare.
Aveva innumerevoli volte garantito a Kerman che sarebbe stata più attenta a Lucia, aveva disatteso le sue garanzie sempre.
<<Bene, io direi che sia arrivato il momento di andare a caccia. Ho un po' di famina. Chi viene con me?>> Domandò Lucia balzando giù dal tavolo.
<<Io!>> Rispose secco Kerman, sicuramente deciso a marcare stretto Lucia durante la caccia.
<<Io preferisco non muovermi di qui. Con questi vestiti da popolana, che sono costretta a indossare, non mi farei vedere da nessuno>> Sbadigliò Selene, giocherellando poi con la sua collana a forma di luna.
<<Ti porteremo noi qualcuno da pilucchiare>> La rassicurò Lucia con un malizioso occhiolino.
<<Io resterò qui. Non ho fame e se ne avrò più tardi, scenderò qui in piazza e mi sceglierò un rivoluzionario>> Sbuffò Alessandro, sedendosi su una sedia imbottita.
Kerman e Lucia uscirono insieme, con lei che lo precedeva saltellando eccitata all' idea di un' imminente strage.
Alessandro e Selene restarono da soli, si fissavano in silenzio, l' uno di fronte all' altra, affamati reciprocamente.
Si assalirono come due predatori selvatici, mordendosi e strappandosi i vestiti. Alessandro guidò la nuca di Selene sul suo corpo, affinché lo riempisse di baci e brividi.
Finirono in un lasso di tempo breve ma eterno sul sofà, dove si invertirono i ruoli: ora era Alessandro a viziare con i suoi baci il corpo di Selene e poi finalmente la penetrò a lungo, seguendo il ritmo dei suoi fianchi ambrati e magri, stringendo il suo seno piccolo e facendo combaciare con baci i loro gemiti.
Dopo essere venuti, restarono a coccolarsi su quel sofà, senza sentire il bisogno di coprirsi o di temere l' arrivo di Kerman. Lucia sapeva di loro, era tutto programmato: doveva temporeggiare il più possibile per permettere a suo fratello e a Selene di avere abbastanza del loro amore segreto.
Avevano iniziato quasi subito, erano amanti da più di cento anni, molto probabilmente Kerman era perfettamente al corrente della loro relazione, ma fingeva di esserne all' oscuro.
D' altra parte, Alessandro lo aveva compreso immediatamente che Kerman era innamorato solamente del potere. Comandare in quel quartetto era tutto ciò che gli importava. Per questa ragione ce l' aveva così ferocemente con Lucia: sfuggiva dal suo controllo, era indipendente, ribelle e sovversiva. Poi, poteva anche sorvolare sul fatto che la sua compagna andasse a letto con una sua creatura.
<<I vampiri sono orgogliosi, ma sono le creature superiori: non sono vendicativi come le streghe e i maghi e ottusi come i licantropi. Ma soprattutto i vampiri non saranno mai gelosi come i mortali>> Gli ripeteva continuamente Selene, all' inizio della loro storia, quando Alessandro le rivelava che temeva di essere scoperti da Kerman.
Aveva conosciuto sia maghi che licantropi. Erano stati addirittura ospiti di una vecchia strega in Scozia; in America centrale poi si erano addirittura scontrati con un branco di licantropi, perché Lucia aveva mangiato un loro ragazzino.
<<Dopo Parigi dove ci porterà Kerman?>>.
<<Non so>> Rispose Selene <<È da quando sono insieme a lui che viaggio di città in città>>.
<<Prima o poi mi racconterai come e quando vi siete incontrati?>> Le domandò Alessandro.
<<Certo, promesso>> Annuì lei con un' espressione furba.
<<E quando?>>.
<<Prima o poi, in un giorno durante l' eternità>>.
<<Ma perché per lui è così importante vagabondare? Non sarebbe meglio fermarsi a vivere per sempre nello stesso posto?>>.
<<Il nostro 'per sempre' equivale all'eternità e chi ha a che fare con l' eternità spesso deve combattere con un nemico terribile, la noia>> Selene fece una pausa <<Io le conosco bene, le torture della noia. Stavano per sopraffarmi prima che arrivasse nella mia eternità Kerman e poi c' è stato un altro arrivo che mi ha salvato dalla noia...>>.
<<Quale?>> Le chiese Alessandro.
<<Il tuo>> Lo baciò Selene.
Continuarono a viziarsi ancora per un po', non appena finirono di vestirsi, tornarono Kerman e Lucia.
Quest' ultima reggeva tra le braccia un ragazzino, che doveva essere da poco entrato nell' età adolescenziale. Era stordito, Lucia con una riverenza lo depose tra le braccia di Selene.
Il ragazzino era sdraiato sulle ginocchia di Selene, che con una mano sotto al suo braccio lo reggeva. Lo guardò studiandolo per un po', con la mano libera invitò Alessandro a banchettare con lei, ma lui fece cenno di lasciargliene un po' dopo.
Selene avvicinò il ragazzino ai suoi canini, lui si destò con un balzo, ma lei con una leggera carezza lo rassicurò dicendogli <<Va tutto bene, sono la tua mamma. Continua a sognare>>.
Il ragazzino le credette e sembrò sognare davvero, anche quando Selene lo morse.SE LA STORIA TI PIACE, LASCIA UN LIKE E COMMENTA.
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La Luce Del Sole
VampireNiente per un vampiro è più temibile della luce del Sole. È una carezza pericolosa, capace di segnare la fine di chi è destinato all'eternità. Eppure, c'è chi è riuscito a cristallizzarla, forgiando l'arma con cui sconfiggere i vampiri. Come ogni ar...