Filippo registrò velocemente la scena, quando l' auto di suo padre doveva ancora fermarsi: Azzurra riversa per terra, completamente sporca di sangue, con le braccia che si muovevano lentamente; Cosmo con le spalle contro il cancello, sospeso a mezz' aria, con Il Bovino che lo sollevava tenendolo stretto dal collo, con le fauci spalancate e digrignanti pronte ad attaccare.
Si precipitò sul Bovino, arrampicandosi sul suo corpo, fu rapidissimo e affondò il gomito nel suo viso.
Cosmo precipitò a terra, libero. Il Bovino si contorse dal dolore e afferrando Filippo dalla giacca, lo gettò violentemente a terra.
Cercò di colpirlo con una pedata, ma Filippo rotolò prontamente schivandolo.
<<Cosmo, corri da Azzurra!>> Gli disse e vide con la coda dell' occhio Cosmo gattonare rapidamente verso il corpo steso di Azzurra, su di lei erano già chine sua madre Rachele, Gabriele ed Helen.
Il Bovino cercò di afferrare Filippo. Sembrava essere diventato altissimo e ancora più grosso e forte. Filippo si divincolò e lo colpì con un pugno. Il Bovino grugnì di dolore, Filippo ne approfittò per scatenare sul suo petto una tempesta di pugni.
Un calcio improvviso e imprevedibile lo sollevò in aria, un pugno in pieno petto lo schiacciò per terra.
Filippo restò qualche istante privo di sensi, chiuse le mani e cercò di ripararsi dai colpi incessanti de Il Bovino.
Qualcosa, o meglio qualcuno, sfrecciò nel campo visivo di Filippo, facendo rotolare più volte Il Bovino sull' asfalto con uno spintone.
Filippo sollevò lo sguardo, Tommy con il suo sorriso sveglio e imbranato allo stesso tempo allungava la mano per aiutarlo a rimettersi in piedi.
Il Bovino era indeciso su quale dei due avversari avrebbe dovuto caricare, scelse Filippo. Era lui che doveva abbattere.
Filippo non si mosse, nonostante Tommy lo strattonasse per portarlo via di lì.
L' impatto fu violentissimo, ma Filippo arretrò solamente di pochi passi. Strinse le mani attorno al collo taurino del suo nemico e sentì delle spirali calde fuoriuscire sinuose dalle sue mani, avvolgendosi attorno ad esse.
Sgranò gli occhi. Il Bovino urlava di dolore, buttandosi a terra e cercando di strapparsi di dosso quelle corde che sembravano fatte di carboni ardenti.Rachele capì che era giunto il momento. Sarebbe dovuto capitare prima o poi, non ebbe quasi alcuna reazione. Suo marito le prese la mano e la chiamò verso di sé.
Lei rispose a quella sua domanda posta da silenziosi occhi increduli, annuendo e ricambiando quella dolce stretta con maggiore intensità.
Tommy aveva gli occhi spalancati, non credeva ai suoi occhi. Teneva la bocca spalancata e osservava la scena stupito. Helen fece un passo in avanti, le mani sul petto e la lunga veste verde che svolazzava mossa dal vento. Anche lei sapeva. Cosmo abbracciava il corpo di Azzurra, le mormorava rassicurazioni e le chiedeva con voce rotta dai singhiozzi di non chiudere gli occhi. Filippo aveva le braccia spalancate davanti al Bovino che si contorceva, delle corde lo soffocavano. Cosmo crollò a terra svenuto, sentì la mano di Azzurra che si stringeva sul suo polso e fu felice, perché Filippo li aveva salvati per l' ennesimo volta.
Filippo sentì una forza incredibile crescere e tuonare dentro di sé, era prorompente, bella e impetuosa. Era un uragano che si innalzava in lui e aspettava un suo piccolissimo cenno per scatenarsi. Sembrava provenire dall' inferno.
Filippo abbassò le mani su Il Bovino e questi gridò ancora di più dal dolore, cercò di mettersi in piedi, ma veniva continuamente sbattuto per terra, frustrato da un vento incontrollabile, che lo spazzava da un lato all' altro, come se fosse un' inutile e rinsecchita foglia caduta a terra.
L' uragano eruppe da Filippo con un lungo e furioso ruggito. Il Bovino fu sbattuto lontano, trascinato di qui e di lì, reso minuscolo da quella bufera invisibile che lo fece volteggiare in aria per poi scagliarlo lontano, fuori dalla vista di Filippo.
Tutto si placò all' istante, come se non fosse mai accaduto nulla.
Filippo cadde a terra, respirava a fatica. Sua madre corse verso di lui e lo abbracciò forte.
Filippo ansimava, sudando a freddo con la bocca semiaperta e gli occhi che si guardavano attorno, in cerca di sua madre, in cerca di una spiegazione.
Si sentì prendere in braccio, era Gabriele che lo sollevava in alto, con gli occhi impauriti, la bocca che tentava di articolare il suo nome. Filippo si chiese come mai suo padre non riuscisse a parlare, ma poi capì che era lui a non poter sentire. Il cuore gli batteva in gola, come se cercasse la strada per uscire dalla sua bocca, come quel ruggito, come quella forza che aveva travolto Il Bovino.
Si abbandonò, abbandonato dalle sue forze, alle braccia di suo padre. Gli occhi chiusi, il cuore sempre più rumoroso.Amanda riconobbe subito il posto, dove aveva nascosto suo figlio. Entrò in quella grotta, sentendo il cuore palpitarle in uno strano modo, come se in esso si alternassero continuamente emozione e paura.
Si avvicinò a quel masso così strano, una fitta coperta di fiori lo ricopriva tenendolo al caldo. Sollevò quella vegetazione con le sue mani, senza usare la magia. Sradicò quei fiori quasi uno per uno, lasciandoli cadere sul suo grembo. Man mano che cadevano, formavano una coperta bianca, di lana, con foglioline e piume azzurre.
Poi, accarezzò con dolcezza quella pietra fredda, non levigata. Dei gemiti infantili proruppero con forza da essa, diventando sempre più distinti e sonori. Amanda avvolse quella grossa pietra con la copertina appena nata e poi poté portarsi al petto suo figlio. Lo salutò abbracciandolo e dandogli un lungo bacio sulla testolina bianca.
Aveva cercato di non cancellare dalla sua memoria quegli occhi chiari e ora si rendeva conto di essersi sbagliata per tantissimo tempo: gli occhi di suo figlio erano molto più belli di come li immaginava nei suoi ricordi.
Quelle mani paffutelle le strinsero i capelli biondi, come se quel batuffolo le volesse chiedere dove fosse stata tutto quel tempo.
<<Sono tornata, amore mio. Adesso la mamma sarò con te per sempre, non ti lascerà mai più. Te lo prometto, figlio mio>> Gli sussurrò cullandolo dolcemente tra le braccia. Suo figlio la guardò ancora incuriosito, poi sorrise ed emise un risolino, che toccò il cuore di Amanda.
Dei passi risuonarono all' interno della grotta.
<<Ci sei?>> Chiese una voce maschile, premurosamente.
<<Vieni pure>> Gli rispose Amanda, continuando a cullare suo figlio, che socchiudeva gli occhi cercando di combattere con il sonno.
Un giovane uomo spuntò accanto ad Amanda. Era bello, con capelli castani, un fisico robusto ma sportivo e un' espressione rabonita dalla dolcezza di quel bambino.
Timido allungò un dito per accarezzare quel bambino, che glielo afferrò con veemenza e fece ridere allegramente Rachele e quel ragazzo ormai adulto.
<<È un bambino meraviglioso. Ti assomiglia incredibilmente. Guarda, avete entrambi degli occhi bellissimi!>>.
Amanda guardò prima gli occhi del suo bambino e poi l' uomo accanto a sé, lo baciò d' istinto. Com' era diverso da Menelao, così dolce, così pacato. Quel mortale non avrebbe potuto fare del male a nessuno, neppure ad una mosca. Era per questo che si era innamorata di lui, perché ne aveva sfacciatamente bisogno. Della sua gentilezza, della sua simpatia, del modo in cui la teneva così distante dalla violenza, a cui era sempre stata così dannatamente abituata.
<<Ti amo da morire, Gabriele>> Gli sussurrò, accarezzando il suo volto. La barba era l' unica cosa con cui Gabriele avrebbe potuto pungerla.
Lui intrecciò le sue dita con quelle di Amanda, le loro fedi adesso combaciavano e si accarezzavano.
<<Sei e sarai per sempre la sposa più incantevole del mondo>> Le disse lui cingendole i fianchi, coperti da un vestito bianco che le aderiva al corpo con spumeggianti onde di tullet. Una leggera collana di perline bianche correva lungo il suo collo, mentre delle piccole piume bianche volteggiavano immobili sui suoi capelli biondi, raccolti in spesse treccie sulla sua nuca.
Gabriele prese il bambino tra le mani. Gli sembrava di maneggiare un oggetto fragile di vetro, perciò stava attento e lo teneva saldo tra le sue mani tremanti.
Amanda gli trasmise coraggio accarezzandogli il volto.
<<Saremo una famiglia molto felice, Gabriele>> Dichiarò lei, come se stesse pronunciando una promessa.
<<Sì, Rachele>> Disse Gabriele suggellando così quella speranza.SE LA STORIA TI PIACE, METTI LIKE E COMMENTA.
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La Luce Del Sole
VampireNiente per un vampiro è più temibile della luce del Sole. È una carezza pericolosa, capace di segnare la fine di chi è destinato all'eternità. Eppure, c'è chi è riuscito a cristallizzarla, forgiando l'arma con cui sconfiggere i vampiri. Come ogni ar...