Sole si sedette a tavola per pranzare, mentre zia Rachele finiva di riempire i piatti e zio Gabriele si toglieva la giacca, appena tornato da lavoro.
Filippo era come al solito l' anima della tavola, chiacchierava allegramente con suo padre, mentre zia Rachele e Sole assistevano silenziose a quella conversazione.
Zia Rachele aveva i capelli sciolti sulle spalle e Sole non poté fare a meno di ammirare la sua bellezza, che poi aveva trasmesso interamente a Filippo.
Sole non riusciva ancora a credere che il cugino goffo e in carne di qualche anno fa ora era la stella del Liceo. Lo conoscevano tutti, lo trattavano tutti come il loro leader, ogni ragazza ne era visibilmente innamorata.
Zio Gabriele e zia Rachele erano sempre molto gentili e premurosi, viziavano Sole in ogni modo e le dimostravano continuamente affetto.
Si trovava molto bene con loro, ma ogni momento di felicità in quella casa e in quella nuova vita erano cicatrici che si strappavano nuovamente, perché quello strappo era in realtà il senso di colpa di chi era sopravvissuto e di chi doveva continuare a vivere, a differenza di chi non ce l' aveva fatta.
<<E quindi stasera c' è la tanto attesa festa di inizio anno. Tutta la scuola è in fermento. Io e Azzurra abbiamo promesso a Cosmo di acconciargli quel cespuglio che ha al posto dei capelli, pertanto verranno qui e andremo alla festa insieme>> Sottolineò Filippo tamburellando sul tavolo con le nocche.
<<E scommetto che stai per chiedere la mia auto>> Azzardò ironico zio Gabriele.
<<Esattamente, papà!>> Rispose Filippo.
<<Le condizioni sono sempre le stesse: niente alcool, niente spinelli, velocità moderata e dovete tornare al massimo per le 2:00>> Zio Gabriele puntualizzò ognuna di queste condizioni sollevando un dito.
<<Posso garantire per tutte le condizioni eccetto l' ultima. Dai, papà, sarà una festa epica! Io sono tra gli organizzatori e avremo visto milioni di film americani per realizzare un perfetto school party stile scuola americana>> Protestò Filippo.
Zio Gabriele guardò di sottecchi Sole, rivolse un' occhiata a sua moglie e poi con un sospiro disse <<E va bene, faremo una deroga eccezionale solamente perché con te ci sarà Sole, che ha bisogno di divertirsi>>.
Sole in quel momento era distratta, quando si trovò tutti gli sguardi puntati su di lei, fu colta di sorpresa e si schermì immediatamente <<Ehm in realtà io pensavo di non andare a questa festa. Non conosco praticamente nessuno e poi non mi va granché...>>.
<<Questa festa potrebbe rappresentare un' ottima occasione per conoscere nuove persone>> Intervenne zia Rachele accarezzandole il dorso delle mani.
<<Dai, non puoi perderti questa festa! Sarà unica, pazzesca, straordinaria, strepitosa, super divertente...>> Filippo era partito a raffica nello sgranare gli aggettivi più elogiativi per descrivere questa festa.
<<Sole>> Suo zio si alzò dalla sedia e le si avvicinò cingendole le spalle con un braccio, aveva una voce sottile, consolatoria <<Purtroppo non ci riprenderemo mai completamente dopo quell' incidente, però dobbiamo sforzarci di reagire positivamente. Ci farebbe veramente molto felici saperti a quella festa, con un bellissimo vestito da sera e al centro della pista da ballo a scatenarti>>.
<<Non è stato un incidente...>>.
Era l' ennesima volta che ripeteva quella frase e sapeva a memoria tutto quello che sarebbe seguito adesso: suo zio che con calma tentava di spiegarle che aveva ancora ricordi molto confusi, nuovi scrosci di pianto, sua zia che l' abbracciava e la portava a fare una passeggiata in giardino, da sole, altre spiegazioni sulla difficoltà che spesso fa la nostra mente a riprendersi da un coma, nuovi scrosci di pianto, sua zia che le parla del modo in cui spesso la mente ci inganna per proteggerci dalla verità, altri scrosci di pianto, silenziosi come gli altri.
Non avvenne nulla di tutto ciò quella volta: suo zio rimase immobile, con la testa abbassata come se fosse offeso; zia Rachele la guardò teneramente facendo totalmente precipitare nel vuoto le sue parole; Filippo che le stringeva un braccio.Cosmo e Azzurra arrivarono verso le 18:00, ridevano come matti. Azzurra agitava nell' aria un oggetto rettangolare metallico, molto piccolo <<Cosmo ha finalmente il suo cercapersone!>>.
Cosmo sembrava imbarazzato, ma ridacchiava divertito anch' egli. Filippo si rotolò sul pavimento scosso da una risata incontrollabile e anche Sole fu contagiata.
Quando ebbero ripreso il controllo su se stessi, salirono in camera di Sole, dove sul letto era adagiato il suo vestito e la sua borsetta. Azzurra era sul punto di fare altre battute sul cercapersone di Cosmo, ma questo stufo glielo strappò e lo infilò nella borsetta di Sole.
Dopodiché, iniziarono i preparativi:
Azzurra e Alessandro crearono sui capelli di Cosmo un impacco di gel mescolato a lacca, roteando varie spazzole come si fa con lo sbattitore quando si prepara una ciambella. Il risultato, tuttavia, non fu niente male: Cosmo era senz' altro molto grazioso con quei capelli pettinati all' indietro e impotati come quelli di un divo degli anni '20. Quando indossò un completo a quadretti rovinò l' immagine da divo di Hollywood, ma nel complesso non intaccò più di tanto il suo aspetto.
Azzurra sembrava una fatina con quel vestito dello stesso colore dei suoi capelli e giocava con gli effetti visivi dei veli, che le ricoprivano la gonna, perché quando camminava dava l' impressione di svolazzare.
Alessandro, neanche a dirlo, era bellissimo da togliere il fiato: un abito nero, papillon sempre nero, quella piuma bianca che pendeva dal suo orecchio. Qualsiasi occhio femminile avrebbe fatto fatica a non innamorarsi di lui, specie se si fosse sentito riflesso nello sguardo che rivolse a Sole, quando apparve con il suo vestito.
Glielo aveva acquistato zia Rachele e non lo aveva mai indossato: era rosso, lungo, con una scollatura illuminata dalla sua lucciola, i capelli biondi raccolti sulla nuca, richiamati dal colore dorato delle perline che le costellavano la vita. Sole andò incontro agli altri, attenta a non inciampare coi tacchi e reggendo la borsetta rossa come le aveva insegnato Azzurra.
<<Wow...>> Commentò Cosmo spalancando la bocca in un' espressione, che lo rese ancora più buffo.
<<Sei meravigliosa!>> Esclamò Azzurra entusiasta.
<<Sei bellissima>> Disse Filippo emozionato.
Le si avvicinò e le diede il braccio, così si avviarono verso l' auto.La festa fu effettivamente degna di tutti gli aggettivi, che Filippo le aveva attribuito. La musica superava qualsiasi rumore, specie quello dei pensieri; ballarono per ore accalcati, ma tutti con il medesimo fine: divertirsi! Scorsero fiumi di alcool, che travolsero i freni inibitori a molti: Cosmo cercò di approcciarsi con una ragazza, beccandosi da questa un ceffone; Azzurra liberò i piedi dalla stretta delle scarpe strette e le lanciò colpendo involontariamente una coppia impegnata a pomiciare; una ventina e più di ragazzine temtarono di sedurre Filippo, ma poi usarono i gradini al di fuori di quella discoteca per sedersi e piangere.
La festa andò avanti per altre ore, mancava poco all' alba e il cielo iniziava già a schiarirsi. La maggior parte dei partecipanti era andata via, molti erano inginocchiati tra i cespugli a espellere tutto l' alcool ingurgitato. Azzurra era sdraiata su un divanetto e accanto a lei Cosmo russava, con le dita della ragazza stampate nitidamente sulla sua guancia.
La pista da ballo era occupata solamente da coppiette e pertanto il dj passò ad un lento. Sole si sentì guidare verso la pista da una mano misteriosa, era quella di Filippo.
<<Non sei ancora stanco?>> Gli chiese ridendo.
<<Quando c' è la possibilità di ballare un lento romantico, non sono mai stanco!>> Rispose lui intrecciando le sue dita a quelle di Sole.
<<Beh hai avuto una vastissima scelta stasera, come mai hai bocciato categoricamente tutte le corteggiatrici?>>.
<<Non erano all' altezza>>.
<<Viva la modestia!>> Rise Sole, gli occhi del cugino erano distanti, come se assorti in qualcosa di profondo, lì vicino.
<<All' altezza di te>> Concluse lui.
Filippo e Sole erano vicinissimi, i loro nasi si sfiorarono e per colpa della musica o dell' alcool le labbra di Filippo si fecero coraggiose.
Fu un bacio rapido, rubato, respinto. Sole si staccò velocemente da suo cugino, lo guardò sorpresa e disgustata allo stesso tempo. Filippo le afferrò la mano. Non era stata la musica e neppure l' alcool a muovere le sue labbra, era stato quel sentimento che provava dalla prima volta che aveva rivisto sua cugina. Era la cosa più inspiegabile che avesse mai provato, forse fu per questa ragione che capì di amarla.
<<Non ti permettere mai più!>> Scandì Sole, sottrasse la sua mano a quella del cugino e rapida si diresse verso l' uscita.
<<Aspetta, Sole, aspetta!>> La rincorse lui.
<<Filippo, tu sei un matto! Cosa ti è saltato in mente? Siamo cugini!>>.
Filippo aveva mille cose da dirle, cercò di fermarla, ma lei si allontanava sempre più velocemente. Prese la borsetta che aveva lasciato nel guardaroba e uscì rapida sotto il cielo sempre meno scuro di una notte sempre meno notte.
<<Sole, fermati!>> La implorò lui <<Scusami, ho sbagliato. Però a questo punto, è importante che tu lo sappia: io ti amo>>.
Sole questa volta si fermò, lo guardò senza parlare, inerme e con le lacrime che le bagnavano le guance <<Non puoi farmi questo, Filippo, non dopo l' incidente che mi ha portato via tutto>>.
Filippo le si accostò, ora si guardavano negli occhi <<Non è stato un incidente. So che mentre perdevi i sensi, hai visto un camion in lontananza. Lo guidava mio padre. Era lo stesso camion con cui hanno simulato l' incidente>>.
Sole restò agghiacciata, ferma e senza alcuna reazione. Filippo non poteva fare altro che restare a guardare quel dolore che cresceva in lei, che saliva a poco a poco e che sarebbe esploso come un fuoco d' artificio. Ma un fuoco d' artificio rumorosissimo, che avrebbe fatto propagare un rumore silenzioso anche dopo la sua deflagrazione.
Sole schiaffeggiò Filippo, lo fece senza rabbia, per punire un responsabile a causa, dopo aver fatto questo fuggì. Suo cugino cercò di seguirla, ma gli ordinò di non farlo rivolgendogli un' occhiata che non lasciava altre possibilità.
Corse verso degli alberi, si lanciò verso quelle cortecce, calpestando scalza l' erba e le piante. Il suo vestito bellissimo era ormai strappato dappertutto, esattamente come quel piccolo barlume di felicità che era riuscita così duramente a ricostruirsi.
Si lasciò cadere per terra, ma non sfiorò mai la rugiada che imperlava l' erba sotto di lei. Una mano aveva preso la sua e Sole sparì, un attimo prima che splendesse l' alba.SE LA STORIA TI PIACE, LASCIA UN LIKE E COMMENTA.
STAI LEGGENDO
La Luce Del Sole
VampireNiente per un vampiro è più temibile della luce del Sole. È una carezza pericolosa, capace di segnare la fine di chi è destinato all'eternità. Eppure, c'è chi è riuscito a cristallizzarla, forgiando l'arma con cui sconfiggere i vampiri. Come ogni ar...