Il faro

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<<E sicché voi due siete italiani come me?>> Chiese per l' ennesima volta Don John, grattandosi il ventre prominente.
Era un vampiro terribilmente grasso, fasciato in un elegantissimo abito di raso nero, abbinato al papillon e una fresca e profumata rosa rossa che spuntava dall' occhiello.
Sprofondava in una poltroncina di pelle, sulla punta del bracciolo era seduta la sua compagna: una bella vampira con ossigenati capelli cotonati, minigonna inguinale e una vocina acuta.
Don John era un vecchio amico di Kerman ed erano ospiti nel suo faro da un paio di settimane. Era l' ennesima volta che raccontava la solita storia: era giunto in America tramite una delle varie spedizioni di Amerigo Vespucci, qui era stato aggredito da un gruppo di vampiri, durante la colluttazione era riuscito a morderne uno.
Aveva iniziato a fare affari su affari, giunto a questo punto sorvolava sulla natura di questi affari, costruendo un vero e proprio impero con svariati vampiri, tutti creati da lui, alle sue dipendenze. Tiffany era la sua quinta moglie, l' aveva conosciuta ad un concorso di bellezza negli anni '50, vampirizzata dopo la sua vittoria e sposata il giorno dopo in una cerimonia da mille e una volta celebrata con il massimo dello sfarzo a Las Vegas.
Aveva invitato milioni di ospiti umani, ovvero la cena servita ai suoi ospiti vampiri.
Il suo faro era sorvegliato da innumerevoli guardie, che presiedevano ogni entrata. Un capanello di 10 vampiri totalmente vestiti di pelle, seguiva Don John ovunque andasse.
Chiacchieravano ormai da ore, sembrava che Don John non sapesse fare altro: narrava a menadito tutte le sue glorie, scendendo fin nei piu irrilevanti particolari; decantava con il talento di un aedo i suoi affari più straordinari; faceva sfoggio di ogni sua dote e della ricchezza sconfinata del suo patrimonio. Sua moglie lo ascoltava ogni volta con estrema attenzione, accarezzandogli i radi capelli neri sul capo rotondo.
In sottofondo si udiva la voce di Michael Jackson fuoriuscire dalla radio, mentre Lucia sbadigliava senza alcun ritegno, accoccolata tra le braccia di Takijiro, che seguiva le parole di Don John con uno sguardo granitico; Alessandro di tanto in tanto guardava con la coda dell' occhio il profilo di Selene, che giocherellava con la sua collana. Alessandro aveva voglia di lei in quel momento.
Nel faro di Don John c' era troppa sicurezza, le guardie erano dappertutto ed era meglio non rischiare. Kerman era molto attento a ciò che il suo amico diceva, era lampante che tra i due ci fosse un' immensa stima reciproca. Kerman era l' unico lì dentro che avesse il potere di contraddire Don John.
Passavano molto tempo assieme, chiusi nello studio di Don John, con il manipolo di guardie che sbarrava il passaggio a chiunque.
Era stato Don John a chiamarli, contattrandoli attraverso una serie di lettere e vampiri, che erano riusciti a raggiungerli addirittura in Sudafrica. Non conoscevano il contenuto di quelle lettere, perché Kerman le aveva lette di nascosto, non rivelando nulla a nessuno, forse solamente qualche stralcio a Selene.
Lucia, una volta, aveva provato a sfilare dalla giacca di Kerman una lettera appena arrivata, Selene la punì avvicinando la sua guancia pericolosamente alle fiamme di un camino ardente.
Da quando arrivavano quelle lettere, Selene era scostante anche verso Alessandro: una volta, lui aveva tentato di baciarla e lei si era ritratta quasi infastidita.
<<Tiffany, giacché si è fatto ormai tardissimo, perché non accompagni i nostri ospiti nelle loro camere? Noi vampiri non possiamo più godere del privilegio del sonno, ma magari avranno voglia di un bagno caldo o di stendersi un po'. Io e il mio amico Kerman resteremo qui ancora un po'...>>.
Tiffany si alzò ubbidiente, con un servizievole sorriso stampato, camminando sciolta sui suoi vertiginosi tacchi di vernice fece segno a tutti loro di seguirla.
<<Che gioia avervi tutti qui!>> Squittì precedendo gli altri lungo la scala a chiocciola, che portava ai piani inferiori <<Don John sta diventando sempre più pigro. Piacerebbe moltissimo anche a me viaggiare, visitare continuamente nuove città, assaggiare cibo etnico. Adoro il piccante! Il sangue dei messicani è piccante?>>.
<<Quanto basta>> Rispose Lucia.
<<Mmmh il mio sogno però è visitare la Francia e Venezia. Don John mi promette sempre che prima o poi mi porterà a sorseggiare un francese sulla Tour Eiffel e a dividerci un gondoliere tra i canali di Venezia>> In quanto a loquacità, Tiffany e Don John erano anime gemelle <<Ed eravamo sul punto di partire! Avevamo appena finito di preparare le valigie, quando sono arrivate delle strane pergamene e abbiamo rimandato tutto. Io ovviamente ho pianto, ma Don John si è così innervosito che mi ha mollato uno schiaffo!>>.
Alessandro cercò con la sua mano quella di Selene, la trovò, l' accarezzò, ma lei la allontanò subito.
<<Cosa contenevano queste pergamene?>> Domandò incuriosito Takijiro.
Tiffany fece spallucce <<Non lo so! Don John di solito mi racconta tutti i suoi affari, ma questa volta non mi ha detto nulla>>.
Selene era silenziosissima, entrarono nel corridoio, in cui si trovavano le loro camere. Alessandro sperò con tutto il suo cuore che Selene lo invitasse da lei, ma ciò non accadde. Lucia e Talijiro entrarono nella loro, Selene ringraziò educatamente Tiffany ed entrò in camera sua, Alessandro imitò tutti loro.
Aspettò che il rumore dei tacchi di Tiffany si allontanasse nel corridoio, poi uscì silenziosamente dalla sua camera e bussò alla porta di Selene.
Gli aprì dopo alcuni minuti, aveva cambiato il suo vestito violaceo per una vestaglia di seta, che pur non essendo aderente, accendeva di desidero Alessandro.
Si tuffò su di lei, chiudendo la porta alle sue spalle. La baciava come un forsennato, ma lei era fredda, indifferente, lontana.
Alessandro si arrese, si lasciò cadere sul letto, guardandosi le punte delle scarpe.
Lei rimase in piedi, dandogli le spalle, continuando a giochetellare con la sua collanina.
<<Ti sei stancata già di me, come hai fatto con il tuo creatore e con Kerman? Hai messo gli occhi su un altro vampiro?>> Uno schiaffo colpì la guancia di Alessandro.
Selene era davanti ai suoi occhi, stringeva nervosamente la mezzaluna che portava al collo, guardava adirata il suo amante.
<<Sei soltanto un bamboccio, Alessandro>> Disse severa <<Non  capirai mai>>.
Alessandro, ferito nell' orgoglio da quello schiaffo, saltò in piedi, tentò di stringere a sé Selene, anche facendole del male, ma lei tamburellò con schiaffi e pugni il suo petto, perciò egli fu costretto a lasciarla libera.
<<Che cosa ci facciamo qui? Che cosa sta succedendo? Tu e Kerman siete molto preoccupati>>.
<<Non ti è dato sapere!>> Lo zittì Selene. Alessandro tornò all' attacco, questa volta riuscì a baciare Selene e a tenerla tra le sue braccia, prigioniera di quell' abbraccio.
<<Non chiedermi più nulla, ti prego>> Lo supplicò lei, trattenendo le lacrime.
<<Te lo giuro>> Le promise lui.
Finalmente ottenne quei baci, che gli mancavano così tanto. Si ritrovarono distesi sul letto, Alessandro le aprì la vestaglia e la penetrò accecato dal desiderio. Dalla camera accanto si udivano i gemiti di Takijiri e Lucia, quelli di Alessandro e Selene non furono da meno, anche se presi da una foga alimentata da un' esasperante attesa, finirono troppo presto.
<<Andiamo a fare un bagno caldo>> Propose Selene prendendolo per mano e conducendolo verso la vasca da bagno, totalmente ricoperta di oro e con statuette di puttini.
Attesero che l' acqua riempisse la vasca, scambiandosi infiniti baci.
Selene sfilò la maglia ad Alessandro, stavano per lasciarsi cadere ancora vestiti quando furono sorpresi da improvvisi rumori provenienti dal piano superiore. Grida di panico e di dolori, mobili capovolti, vetri in frantumi, spari, passi di gente in fuga, sirene, ordini rauchi... Il Faro di Don John era sotto attacco.
Un' ondata di panico agghiacciò il bellissimo volto di Selene.
<<Andrà tutto bene>> La rassicurò Alessandro.
<<K-k-kerman... Dobbiamo trovare Kerman...>> Singhiozzò lei, impaurita.
<<Lo faremo!>>.
La porta si spalancò, entrarono Lucia e Takijiro.
<<DOBBIAMO SCAPPARE IMMEDIATAMENTE!>> Gridò Lucia con gli occhi fuori dalle orbite.
<<Non possiamo andare via senza Kerman>> Stabilì Alessandro <<Lucia, tu e Selene resterete qui. Io e Takijiro andremo di sopra, recupereremo Kerman e torneremo qui>>.
<<Io da Takijiro non mi separo>> Disse lei decisa, ma Selene le lanciò un' occhiata carica di odio, perciò Lucia dovette capitolare.
Alessandro ancora a petto nudo si precipitò nel corridoio con Takijiro, fuori dominava il caos: vampiri che combattevano con altri vampiri.
Due grossi vampiri vestiti di nero si avventarono su di loro, Takijiro ne abbatté uno con un gancio, Alessandro si difese schermandosi con le mani e poi con un calcio lo fece rotolare lungo la scala a chiocciola.
Corsero verso l' alto, ma sui gradini inciamparono nel corpo di Tiffany.
Un paletto era piazzato nel suo petto e la testa pendeva dal resto del corpo sorretra da pochissimi filamenti di carne. I suoi occhi acquosi sussultarono quando videro Takijiro e Alessandro.
<<Cosa sta succedendo?>> Le domandò Alessandro, inginocchiandosi su di lei.
<<Non lo so>> Rispose lei piagnucolando <<Ho sentito il mio John urlare, mi sono spaventata e stavo salendo le scale, quando mi sono apparse alcune delle sue guardie. Io gli ho chiesto cosa fosse successo al mio John, ma loro hanno iniziato a insultarmi, a darmi delle spinte... Uno di loro mi ha preso la testa tra le mani e mi ha fatto malissimo, poi mi hanno piantato questo paletto qui... Hanno sbagliato mira, ma mi fa malissimo lo stesso... Aiutatemi, per favore>>.
Takijiro si avvicinò ad Alessandro, si curvò su Tiffany e con una mossa molto rapida le estrasse il paletto e lo piantò nel suo cuore.
Negli occhi di Tiffany traboccarono delle lacrime, poi il suo corpo esplose in una deflagrazione di scintille rosse.
Era la prima volta che Alessandro assisteva alla morte di un vampiro. Sentiva ancora la mano di Tiffany sulla sua.
<<Perché l' hai fatto?>> Chiese a Takijiro, senza rabbia.
<<Non aveva alcuna speranza. Don John è stato tradito dai suoi uomini, probabilmente sarà già morto. Se non l' avessi uccisa io, lo avrebbe fatto un altro e non avrebbe avuto alcuna pietà. Forza, muoviamoci!>>.
Corsero ancora e finalmente sbucarono sulla sommità del Faro, dai vetri oscurati per non far entrare la luce del Sole si vedeva il luccichio del mare al tramonto.
Don John agonizzava sulla sua poltroncina, uno dei suoi uomini gli svuotò addosso una tanica di benzina e poi poi gli gettò addosso un fiammifero accesso.
Scintille rosse scopoiettarono nell' aria, mentre ardeva la poltrona, su cui Don John era seduto.
Un gruppo di vampiri circondava Kerman, impotente con le mani nelle tasche dei suoi pantaloni.
Un vampiro sedeva sul tavolo antico al centro di quell' enorme tavolo, era assorto mentre consultava delle pergamene.
Dei vampiri si avventarono su Alessandro e Takijiro, ma lui li fermò con un semplice <<No, lasciateli pure vivi e liberate quel vecchio vampiro con quella noiosa giacca color cammello>>.
I vampiri obbedirono immediatamente.
<<Quelle pergamene le ho consultate anch' io. Che aspetti ad uccidermi?>> Lo sfidò Kerman.
<<Ho molto rispetto verso gli studiosi, caro mio>> Disse quel vampiro piegando quelle pergamene e sistemandosele poi con cura nella tasca interna della giacca.
<<Potrei usare quelle informazioni anch' io>> Insistette Kerman.
<<Fallo pure, amico mio. Non ho intenzione di scontrarmi con te, adesso>> Sorrise melliffluo.
Era un vampiro vestito di tutto punto, con capelli scuri e lunghi, viso affilato, naso appuntino, occhi resi ancora più profondi da un marcato eyeliner neri, alto e magro.
<<Ti fa onore aver convinto la maggior parte dei scagnozzi di Don John a tradirlo, in modo da poter entrare nel suo Faro con estrema facilità, farlo fuori e impadronirti delle sue pergamene>>.
<<Aspetta che ti illustro il vero colpo da maestro: sono stato io stesso a mandare queste pergamene a quel fesso di Don John. Sapevo che ti avrebbe mandato a chiamare subito>>.
<<E perché lo hai fatto?>> Gli chiese Kerman con l' aria di uno che conosce perfettamente la risposta.
Quel vampiro scese da quella scrivania con un movimento atletico, allargò le braccia e come se fosse la cosa più ovvia del mondo disse <<Per rivederla!>>.
Proprio in quel momento si udirono distintamente le grida di Lucia e Selene, dei vampiri le trascinavano al cospetto di quel vampiro, che si godeva la scena con un sorrisetto viscido.
Lucia fu sbattuta a terra e liberata, Selene invece fu fatta inginocchiare di fronte a quel vampiro.
Alessandro scattò in avanti per andare a salvarla, ma Kerman gli aveva afferrato il braccio e con un' occhiata austera gli intimò di non muoversi.
<<Ciao bellezza, saluta il tuo creatore!>>.
<<Maledetto!>> Selene raccolse della saliva sulle labbra e gliela sputò addosso. Quel vampiro finse di esserne rimasto offeso <<Se non fosse stato per me, saresti morta in una piramide. Mi stupisco continuamente della tua gratitudine...>>.
Con un cenno silenzioso ordinò ai vampiri, che trattenevano Selene, di liberarla, dopodiché rivolse un inchino a tutti i presenti e scortato dalle guardie di Don John, che ora erano le sue, svanì.
Fuori da quel Faro, la luce del Sole si inabissava sotto la superficie del mare, nascondendosi.





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