Appartenenze

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Selene era totalmente nuda, indossava solamente la sua collana a forma di luna, era talmente bella che ad Alessandro sembrava di toccare il fuoco, mentre le sue gambe entrava e fuoriusciva in lei.
Selene gemeva affondando le unghie nella schiena di Alessandro, mordicchiando le sue orecchie, sentendolo così potente in lei. Avrebbe consumato l' intera eternità a fare l' amore con lui.
Il trasporto che aveva verso di lui era qualcosa di unico, che non aveva mai vissuto da schiava nel letto del faraone o da vampira con Kerman o ancora prima con il suo creatore.
La ragione era semplice: lo amava. Sognava continuamente di fuggire con lui, vivere quella passione liberamente, senza tutte quelle premure per nascondere a Kerman ciò che sicuramente gli era palese da secoli.
Alessandro non era solamente bellissimo con quei riccioli scuri, quegli occhi chiari magnetici e quel corpo muscoloso. Era innanzitutto l' unico che si avvicinasse a capirla, scoprendo con una semplice occhiata tutte le fragilità e tutti i segreti, che la bellezza senza confini di Selene poteva nascondere.
Era sempre stata abituata a sentirsi un semplice corpo, prima ambito dagli uomini e poi dai vampiri più potenti. Alessandro, invece, cercava qualcosa di più quando faceva l' amore con lei, non si limitava al suo seno o alle sue cosce, andava in profondità, faceva l' amore con tutte le sue fragilità.
Poi, era così instancabile, stavano ore a riempirsi, colmarsi, bruciarsi, viziarsi. Ormai, tra lei e Kerman solamente una cosa non era ancora finita: la formalità.
Neppure la desiderava più. Lui era un archeologo, un esteta, un collezionista, perciò gli bastava sfoggiare Selene quale gioiello più prezioso e bello dei suoi tesori.
Ora Alessandro si muoveva più energicamente in lei e aumentarono i palpiti, i gemiti. Socchiudeva gli occhi e spingeva sempre più forte. Tempo prima aveva confessato a Selene che da mortale non aveva mai avuto rapporti sessuali, che il primo era stato da vampiro, proprio con lei.
Di tutta la sua eternità per Selene quello era stata il momento più magico. Era accaduto circa due mesi dopo la trasformazione di Alessandro e Lucia, si trovavano in Spagna, a Barcellona.
Alloggiavano in un palazzo molto lussuosso, dalla loro camera dominavano tutti i tetti della città. Kerman era fuori da ore, perché doveva incontrare un commerciante di opere d' arte rubate e Lucia come al solito era a caccia.
Selene si era tolta ogni vestito, poi era entrata in camera da letto di Alessandro. Lo aveva trovato sdraiato sul letto, con in mano un libro.
Si era fatto rosso e aveva prontamente abbassato la testa, mormorando un <<Non è possibile. Tu appartieni a Kerman>>.
<<Io appartengo prima di tutto a me stessa>> Aveva sottolineato lei, avanzando verso di lui.
Aveva dovuto combattere, saccheggiandogli baci. Lo aveva persuaso spogliandolo e poi prendendo la sua virilità tra le labbra.
Lo aveva guidato teneramente, insegnandogli tutto sul piacere: scandire bene i tempi, non essere egoisti, non essere precipitosi, muovendosi ora dolcemente ora no, ascoltare le richieste dell' altro spesso espresse in sospiri.
Era iniziata così la loro storia, durante una notte a Barcellona, mentre un libro lasciato aperto su una sedia assisteva all' intreccio dei loro corpi.
Vennero insieme, ma Alessandro restò ancora un po' in lei, assaporando quell' apice. Sgusciò da lei e lasciò che Selene sprofondasse nel suo petto.
Era il loro ultimo giorno in Giappone, l' indomani sarebbero partiti alla volta del Messico.
Erano lì ormai da tempo, mai si erano fermati in un posto per più di due mesi, ma con il mondo sprofondato nella guerra, persino per un vampiro era sconsigliato muoversi.
I due amanti erano ancora nel pieno delle coccole, quando udirono la porta sbattere. Sussultarono e si vestirono alla bell' e meglio.
Kerman era furioso, irruppe nella stanza come una vipera irritata. Dietro di lui avanzavano, tranquilli e beati, Lucia e un ragazzo del posto. Alessandro notò che i due si stringevano la mano.
<<È una folle! Una smidollata!>> Gridava Kerman <<Selene, questa volta mi aspetto che tu prenda dei seri provvedimenti e metta una volta per tutte in riga questa creatura!>>.
<<Cosa è stato?>> Domandò serafica Selene, continuando a dedicarsi alla sua toeletta.
<<Assolutamente nulla. Ho creato un vampiro. Anzi, a proposito: lui è Takijiro>> Rispose Lucia stampando un grosso bacio sulle labbra del ragazzo, che teneva per mano.
Alessandro lo studiò per un po': era molto alto, con spalle larghe e possenti, uno sguardo sicuro di sé e un sorriso sornione sul volto.
<<Non sai badare a te stessa e ora dovresti essere responsabile di una tua creatura?>> Kerman agitava le braccia in aria, totalmente fuori di sé.
<<Non vedo alcun problema>> Sentenziò Selene, dopo essersi voltata a salutare il nuovo arrivato <<Lucia ha bisogno di un compagno, ormai è grande. Talijiro è onestamente molto avvenente, mi  sembra assolutamente naturale che abbia perso la testa per lui al punto da trasformarlo in vampiro per averlo sempre con sé!>>.
Lucia felicissima per l' approvazione di Selene, saltellò sul posto e corse ad abbracciarla.  Kerman incredulo aveva gli occhi sgranati <<Hanno massacrato un' intera caserma dell' esercito nipponico e fatto fuori un intero isolato. Anche questo ti sembra naturale?>>.
<<La fame è fame>> Disse Selene facendo spallucce.
Kerman la guardò a lungo disgustato, poi li abbandonò sbattendo violentemente la porta.
Lucia si sciolse da Selene e con un balzo planò tra le braccia del suo fidanzato.
<<Kerman ha ragione>> Sbottò Alessandro <<Lucia è veramente incontrollabile: commette stragi veramente superflue e avrebbe dovuto chiederci il permesso prima di creare un nuovo vampiro!>>.
<<Scusami, Ale, ma quando hanno proclamato te e Kerman rispettivamente reginetta e re dei vampiri, io non c' ero>> Lo irrise Lucia, Selene rise, Takijiro aveva un' espressione seria, come se stesse pianificando un imminente scontro.
<<Non puoi fare tutto quello, che ti passa per la mente!>> L' aggredì Alessandro. Ora Takajiro sembrava uno di quei minacciosi draghi, che si trovano un po' dappertutto nell' architettura giapponese.
<<Perché no?>> Lucia appariva proprio come una bambina capricciosa pronta a scoppiare in un fragoroso pianto <<Io sono libera di fare ciò che mi pare. Posso creare un esercito di vampiri tutto mio, posso fare merenda con interi orfanotrofi, se voglio! Tu e Kerman non potrete mai opporvi. Takijiro vi ridurrebbe in briciole, se voi provaste anche solo lontanamente a fermarmi!>>.
Alessandro scattò in avanti verso la sorella, ma andò a sbattere contro il petto di Takijiro e un calcio al petto lo spedì sul letto, dove proprio prima si univa al corpo di Selene.
Alessandro si mise subito in piedi, Takijiro stava caricando per colpirlo di nuovo, ma Alessandro gli saltò sulle spalle e serrando le mani attorno al suo collo, si agganciò a lui deciso a staccargli la testa dal corpo.
Non aveva fatto i conti con la forza del suo nemico. Takijiro lo spinse all' indietro, facendolo rotolare sul pavimento e gli balzò addosso riempiendolo di pugni. Selene iniziò a urlare, Lucia incitava Takijiro a dare una bella lezione ad Alessandro.
Quest' ultimo con una pedata calciò Takijiro, ma questi era troppo forte e troppo solido.
Alessandro schivò alcuni pugni, era totalmente insanguinato e la sua vista era resa annebbiata da un velo rossastro. Riuscì finalmente a divincolarsi dalla presa di Takijiro e ad assestargli un pugno nello stomaco.
Takijiro produsse un verso di dolore, si accartocciò per un istante, ma poi afferrò Alessandro per la camicia, gli tirò un pugno in pieno volto, un altro ancora e caricò il terzo. Alessandro era stremato, il terzo pugno gli avrebbe fatto volare via la testa. Dentro di sé, qualcosa si sentì addirittura sollevata.
Aveva l' udito fuori uso, ma percepiva a stento le urla di Selene, con la coda dell' occhio distinse appena lo sguardo impaurito, ma allo stesso tempo vittorioso di Lucia. Takajiro fece partire il suo pugno, ma qualcosa si frappose tra esso e Alessandro.
Quest' ultimo cadde a terra, l' altro planò per tutta la stanza, ma nonostante questo, atterrò in piedi, pronto a continuare lo scontro.
Era stato Kerman a fermare Takijiro e adesso con occhi di bracia osservava Lucia. Lei scoppiò a piangere e correndo verso il suo fidanzato, gli chiese con infiniti bacetti di smetterla.
Alessandro scoppiò a ridere, era inginocchiato per terra e aveva sangue dappertutto, allungò un braccio tremante verso Takijiro e con fare amichevole disse <<Comunque molto piacere. Sono Alessandro, tuo cognato>>.



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