Capitolo 🌹33🌹

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«Belle, che ne dici di uscire oggi? Sono passati ben cinque giorni e abbiamo deciso anche che il volo di ritorno a casa sará posticipato dato quello che ti è successo... devi farti vedere da qualcuno.» la voce un po' ad eco di Carol m'informava nella grande cucina nella quale ci trovavamo io e lui.

Il cucchiaio che avevo fra le mani mi cadde e sprofondò nella tazza sotto ai miei occhi piena di cereali e i miei occhi si alzarono lentamente verso il ragazzo dai capelli bruni.

«Lo so che non lo avresti mai voluto ma noi ci stiamo preoccupando davvero tanto : non esci di casa nemmeno sotto tortura, non parli più, per giunta la notte ti sentiamo tutti che urli di "non mollare la presa perchè hai paura di cadere in acqua."» disse ancora Carol sbuffando e portandosi una mano dietro la sua nuca.

«Non c'è né bisogno.» risposi solo velocemente.
«Belle... credimi, si, che c'è né bisogno.» mi riprese come se fosse un professore davanti al suo alunno peggiore.
«Carol questa vacanza l'ho organizzata io e se mi va, posso anche fare in modo di viverci qui per sempre.» risposi scorbutica iniziando a scaldarmi.

Non parlavo poco, questo era vero, ma quando si trattava di qualcosa che non mi andava a genio ero sempre la prima ad aprire bocca.

«Allora dimostraci che hai superato lo shock. Esci di casa e inizia a parlare con tutti non solo quando le cose non vanno come vorresti tu!» quasi urlò.
«Mi stai sgridando per caso?» chiesi stupefatta.
«Che succede qui?» domandò Betta entrando subito in cucina e uccidendo con lo sguardo Carol che mi fissava in cagnesco esattamente come me.

«Niente, non succede assolutamente niente.» rispose lui alzandosi dalla sedia sulla quale era seduto attorno al tavolo e andandosene via dalla cucina a passo spedito.
«Vedo che hai iniziato di nuovo a parlare... vi ho sentiti dal corridoio che parlavate animatamente...» disse Betta esitando un po' per paura di dirmi qualcosa di sgradevole.

«Si, ho iniziato di nuovo a parlare, adesso smettetela di farmi sembrare una bambina, sono pur sempre il cspo di questa gang e pretendo di essere trattata da tale!» sbottai scaldandomi e alzandomi dalla sedia allo stesso identico modo di Carol precedentemente.

Mi avviai poi fuori da casa rendendomi conto che forse non era stata una buona idea dato che non appena aprì la porta di casa, tutti i ricordi di quell'orribil serata si fecero spazio nella mia mente.

Dai Belle, che razza di donna sei! Prendi di nuovo in mano le redini della situazione!

A volte la voce della mia coscienza mi aiutava tantissimo nonostante fosse la cosa più stupida di questo mondo.
Iniziai a camminare facendo lunghi e profondo respiri ogni volta che sentivo di nuovo i ricordi prendere possesso della mia testa e in poco tempo, riuscì a tornare in me e a farmi una passeggiata come si deve.

Mentre camminavo, pensavo anche a Filippo e a come poteva stare dato che mi avevano riferito che si trovava nella mia stessa condizione mentale e in quel preciso momento, mi venne un idea in mente.

Dato che tutti e due eravamo scioccati dall'accaduto, l'unico modo per superare il tutto era andare proprio sul luogo dell'avvenimento.
Un po' come si cade da cavallo, bisogna salirci al più presto possibile dopo per superare la paura.

* * *

Arrivai davanti all'abitazione dei Beraldi e dopo aver studiato bene in che finestra potesse trovarsi la camera di Filippo, presi dei sassi e li lanciai sulla terza finestra di sinistra.

Un colpo.

Poi un altro.

Un altro ancora.

Finalmente la finestra si aprì e uscì proprio Filippo indignato sicuramente per i colpi alla sua finestra.
Non appenna abbassò lo sguardo e mi vide, i suoi occhi di rabbia si tramutarono in dei occhi sorpresi dalla mia presenza.

Mi fece segno con la sua mano di aspettare e in un attimo me lo ritrovai faccia a faccia davanti a me.
«Stai bene?» mi chiese solamente.
«Cosa?» domandai io a mia volta stupefatta di quello che aveva appena detto.

«Che c'è?» mi chiese ancora lui inarcando un sopracciglio.
«Mi hai chiesto se sto bene? Ti interessa sul serio sapere come sto?» feci ridendo leggermente per l'assurditá che mi aveva appena detto.

Filippo si schiarì la voce e scosse leggermente la sua testa di scatto come se si avesse reso conto che non era per niente in lui preoccuparsi dell'umore di qualcuno tantomeno se quel qualcuno era proprio il capo della gang nemica.

«Perchè sei qui?» mi chiese poi con un tono di voce che sembrava fosse stata quella la prima cosa che mi avesse detto.
«Perchè ho un idea e tu mi ascolterai e farai quello che ti dico senza fare domande.» risposi spavalda.

Subito dopo, lui scoppiò a ridere in una risata che somigliava di più a dei schiamazzi fin troppo divertiti.

«Non prendo ordini da te.» disse poi tornando serio e facendo finta asciugarsi delle lacrime cadute falsamente dal suo viso per le risate.
«Lo farai invece.» risposi solamente.
«

Assolutamente no.» mi sorrise nel modo più falso possibile.

«Come vuoi. Io vado alla scogliera.» andai dritta al sodo.
I suoi occhi, in un attimo, si spalancarono e il suo sguardo divenne preoccupato ai livelli massimi.

«Oh no, non ci andrai.» rispose poi.
«"Non prendo ordini da te".» imitai le sue parole di poco fa.
«Belle. Tu non andrai alla scogliera da sola.» disse ancora in tono scontato e ridacchiando un po'.

«Allora vieni con me.» la buttai lì.

...

SPAZIO AUTRICE :
Ehy! Sono ritornata in holiday!
Comunque vi volevo dire che per chi volesse ancora entrare nel gruppo whatsapp della storia "Stay with me", può ancora farlo! Basta che mi contatti in privato con il suo numero e immediatamente la/lo aggiungerò! Ho solo tolto il link di accesso nella mia bio per qualche problema ma ancora esiste il gruppo eh😂❤
Comunque uh uh qui le cose si fanno serie con Belle e Fil.😏
Fatemi sapere se questo capitolo vi sia piaciuto e nienteeee
Io ve saluto e ve ringrazio
//Clelia🌹🌹

Stray Heart. «Irama Plume»Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora