Capitolo 🌹31🌹

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«Hai capito bene.» disse lui sbuffando e fissando l'acqua del mare sotto lo scoglio sul quale eravamo seduti.
«E tu mi spieghi perché per parlare civilmente abbiamo bisogno sempre di una spiaggia e che siamo solo io e te?» gli domandai sperando di entrare in quel discorso e di sviare il mio.

«Una domanda alla volta, Belle, non te l'hanno insegnato?» mi prese in giro divertito.

Niente da fare... dovevo dirglielo prima o poi.

«Ti ho fatto quel riferimento perchè... credo che tu non ami così tanto quella Lucy, insomma, nemmeno la conosci, non faceva parte nemmeno di una gang.» ammisi esitando in qualche parola.
«Perchè tu per caso ami com tutta te stessa Matteo?» mi chiese spiazzandomi.

Merda.
Dovevo immediatamente dire qualcosa altrimenti si sarebbe insospettito e avrebbe complicato ancora di più le cose.

«Una domanda alla volta, Irama, non te l'hanno insegnato?» lo presi anch'io allora in giro sulla sua stessa battuta.
«Sei proprio una bastarda.» rise scuotendo lentamente la sua testa a desra e a sinistra.
«Non la ami. Si vede, altrimenti avresti risposto per subito.» dissi io rimanendo seria e facendolo smettere di ridere.

Subito dopo voltò la testa verso me e iniziò a fissarmi come per cercare qualcosa dentro i miei occhi color nocciola.

«Tu nemmeno ami Matteo allora, altrimenti mi avresti risposto per subito.» disse infine volgendomi un falso sorrisetto tornando a fissare la luna piena splendente davanti a noi.
Non risposi nient'altro, mi aveva completamente spenta.

Aveva solamente ragione e ad una persona che aveva ragione non gli si poteva dire granché per farla passare nel torto o per farla ricredere delle sue convinzioni.

Era vero, io non amavo Matteo, ma almeno mi stavo sforzando di farlo, lo dovevo fare per forza, non avevo nessun'altra scelta.

«Lucy è solo un passatempo, hai ragione, non la conosco, non so praticamente niente di lei.» disse poi Filippo rompendo quell'assordante silenzio che si era creato fra noi e il mare innanzi.

«Io invece lo conosco Matteo, so tuto di lui, quindi non è un passatempo per me.» subito risposi spavalda convinta di averlo colpito e affondato.
«Non mi hai ancora adetto apertamente la frase : Si lo amo.» ridacchiò lui.

Dio cos'era quella risata.
Così calda come la sua voce, così da uomo che ne ha passate troppe nella sua vita, una risata come se fosse l'umica cosa vera e pura che avesse.

«Io non devo dimostrarti niente.» cercai di dire schiarendomi la voce e iniziando ad avere una certa smania.
«Oh, e adesso perché sei diventata nervosa?» mi chiese lui fissandomi sorridendo compiaciuto.

«Per... Per colpa tua! Sei tu che mi fai innervosire con la tua presenza quindi vattene, c'ero prima io qui in questo scoglio.» risposi immediatamente alzando anche leggermente la voce per far calare un tono autoritario.

«Io sto dove mi pare, fiorellino.» disse antipatico come suo solito.
«Bene allora me ne vado io.» feci alzandomi da quello scoglio.

«E perchè adesso te ne vorresti andare? Cos'è? Il discorso non ti piace? Matteo non ti piace? Parlare del tuo ragazzo ti mette ansia addosso?» mi prese di nuovo in giro ridendo mentre mi fissava con la sua testa totalmente alzata per vedermi in piedi.

«Fottiti Filippo.» sbuffai sbarrando subito dopo gli occhi rendendomi conto che avevo proprio chiamato per nome il capo dei Beraldi.
In un attimo, il suo sguardo diventò come quello che vidi e che mi terrorizzò quando ero prigioniera in casa sua.

Quegli occhi rossi dalla rabbia.
Quelle urla e quella voglia che aveva di farmela pagare malamente.
Quelle sue mani quasi addosso.

Andai in completo panico.

«Mi hai chiamato per nome.» constatò lui alzandosi e mettendosi davanti a me ad un palmo dal naso.
«N...Non volevo, mi è scappato...davvero.» risposi io iniziando a tremare come una foglia.

Senza darmi il tempo di pensare a come scappare, la sua possente mano afferrò il mio braccio iniziando a strimgere in modo davvero violento.

«Molla quelle mani!» urlai cercando di toglierle ma sembravano saldate con una super colla.
«Mi pare di averti già detto che odio essere chiamto con il mio ver nome!» scandì bene quelle parole una per una.

«Lasciami!» urlai ancora dimenandomi disperatamente.
«Sta ferma, lo scoglio è piccolissimo, rischiamo di cadere.» m'informò ma io ero troppo terrorizzata per rendermi conto pienamente di quelle parole.

Continuavo a dimenarmi cercando di liberarmi da quella presa mentre Filippo mi continuava a ripetere di stare ferma.
D'un tratto, il mio piede scivolò e finì appesa solo alla punta dello scoglio con sotto di me il mre profondo.

...

SPAZIO AUTRICE :

EEEHYYY!!!!
Prima di partire definitivamente ho preferito lasciarvi con questo capitolo 😏
In questi giorni non ci sono stata per via della specie di "trasloco estivo" con i costumi e le robe per la spiaggia da ma stasera fino a non so quando non sarò proprio attivissima qui come vi ho giá spiegato nello spazio autrice precedente (a meno che i miei non si decidano a farmi una promozione di internet e allora okay betch).
E nienteeee!!! Non vedo l'ora di rilassarmi a mare 😍
Basta, ho giá rotto abbastanza le palle😂
Ve saluto e ve ringrazio

//Clelia🌹🌹

























Stray Heart. «Irama Plume»Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora