Capitolo 🌹5🌹

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Fui svegliata da dei schiamazzi e risate sotto casa mia e così, mi alzai, mi vestì e scesi di sotto spalancando la porta e ritrovandomi tutta la mia comitiva che derideva il piumino umano.

«Ei, gang!» li salutai dato che nessuno di loro si era accorto di me.
«Perchè tieni la spazzatura fuori casa? Ci sono dei bidoni nei paraggi, Belle.» mi chiese Carol ridendo.

«Questo sacco dovrá rimanere qui fuori per chissá quanto tempo purtroppo.» spiegai sbuffando e appoggiandomi a lato della porta aperta.

«Cosa!?» domandò Matteo sbarrando i suoi occhi su di me.
«Ieri notte ho trovato questo coso nella mia stanza mezzo nudo e mi ha spiegato che Barbie e Ken gli hanno dato una copia delle mie chiavi di casa per farlo stare da me fin quando non la smetteremo con le cazzate delle gang terroriste, testuali parole.» risposi incrociando le mie braccia.

«Che stronzi!» esclamò Miranda mente faceva scoppiare un palloncino creato con la gomma che stava masticando.
«Non puoi farlo stare dentro ad una casa dei Morealdi.» s'intromise Kim.

«Certo che no, infatti ha passato la notte qui fuori a socializzare con la rugiada del mattino, allora? Cosa ti ha detto di così esilarante la pioggia?» lo presi in giro prendendogli dolcemente il viso.

Subito questo, mi uccise con lo sguardo e mi afferrò la mano facendo innervosire tutti quanti.
«Se la tocchi ancora una volta, ti attacco quelle piume che hai alle orecchie nella schiena così volerai come un piccione viaggiatore,  hai capito?!» subito lo minacciò Matteo liberando la mia mano dalla sua presa.

«Credete che io sia contentissimo di stare con lei in una casa?!» domandò il piumino indicandomi con il suo muscoloso braccio.
«Ma cosa vuoi che me ne importi, sei un Beraldi e ritieniti baciato dal cielo se ancora non ti abbiamo pestato a sangue.» gli rispose Betta guardandolo disgustato.

Tutti quanti annuimmo mentre qualcuno si scrocchiava le nocche delle proprie mani o del proprio collo.

«Comunque, datemi due minuti ed esco, intanto giocate con il nuovo giocattolo che avete qui davanti.» dissi chiudendo poi la porta e lasciando il piumino umano indifeso davanti a tutta la mia gang.

Di proposito, mi preparai molto lentamente, giusto per farlo spaventare a dovere davanti a tutta la mia banda e dopo ben trenta minuti, uscì di casa e me lo ritrovai con le spalle al muro proprio come un topo davanti al gatto.

«Mi fai ridere... Irama.» dissi facendo voltare tutti verso me.
«Ma com'è possibile che senza la tua gang sei moscio come un verme?» gli domandai ridendo mentre mi mettevo il casco e salivo sulla moto di Carol.

Mi fece il dito medio e subito dopo tutti quanti scoppiarono a ridere salendo poi nelle proprie moto.

«Stai attento che i piccioni non ti caghino in testa mentre sei da solo qui fuori.» dissi mentre la moto di Carol usciva dal cancello per ultima e passavo la mia mano sul sensore ad impronte digitali e chiudevo dentro Irama.

Fatto ciò, sfrecciammo via verso i monti della cittá.
«Come mai oggi sei con me?» mi domandò Carol mentre guidava.
«Non voglio illudere Matteo, mi ha mandato ieri notte un messaggio che mi ha spiazzato.» risposi sospirando.

Vidi, dallo specchietto retrovisore della moto sul qualche ero sopra, che Carol mi fece un sorriso per tranquillizzarmi e così lo ricambiai mentre mi stringevo ancora meglio al suo bacino dato che lui era il ragazzo che correva più veloce di tutta la banda sul proprio bolide.

* * *

«Ma non è che ci potrebbero fare una sorta di attentato i Beraldini se scoprono che teniamo in ostaggio il loro capo?» domandò Miranda mentre era appoggiata alla grande quercia della collina più alta della cittá.

Stray Heart. «Irama Plume»Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora