Capitolo 🌹8🌹

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P.o.v Miranda Morealdi :

«Qualcuno sa per caso la base dei Beraldi?» domandai forse con troppa innocenza dato che tutti i miei compagni mi sorriderono dolcemente.

«Ma chi c'è stato mai, forse solo tu potresti saperlo dato che quando loro  ti avevano presa eri proprio lì.» rispose Carol sbuffando mentre aveva le mani fra i suoi ricci capelli.

«Ero bendata, genio del cazzo!» esclamai iniziando ad innvervosirmi.
«Calmati Mandy, riusciremo a trovarla.» rispose il mio ragazzo stringendomi la mano.

«Che cazzo! Perchè non possiamo vivere tranquillamente come una normale comitiva di amici?!» domandai con le lacrime agli occhi dalla disperazione.

Odiavo terribilmente seprararmi dalla mia sorellastra che per me era ormai davvero come una vera sorella.

Quando venni presa da quella schifosa gang, la prima volta, stavo sul serio per farla finita in quella stessa casa se ancora mi avessero tenuta fra le loro grinfie, non potevo sopportare di stare lontana da Belle, o da Kim, o da tutti gli altri.

«Cosa facciamo adesso? Senza di lei intendo...» domandò Matteo sospirando.
«Intanto continuiamo con il nostro lavoro e poi, quando li beccheremo, gli faremo sputare il rospo su dove si trova la loro base, ci andremo, gli spaccheremo la faccia e ce la riprenderemo sana e salva.» rispose Carol scrocchiandosi le nocche delle sue mani.

«Dobbiamo trovarla subito... Dio... chissá cosa le staranno facendo...» disse Betta con uno sguardo disperato per chissá quale pensiero stesse facendo nella sua testa.

* * *

P.o.v Belle Morealdi :

«Dove sono tutti gli altri?» domandai mentre mi trovavo ormai seduta su un divano del salotto con i polsi legati.
«A lavoro. Io ti tengo d'occhio.» rispose a monossilabi Irama mentre stava fumando e mi fissava senza distogliere per nessun motivo lo sguardo su di me.

«Non guardarmi in continuazione, non sono mica un fantasma che potrei dissolvermi da un momento all'altro nell'aria!» mi lamentai.
«Ma sta' zitta.» fu solamente la sua risposta.

«Ringrazia il cielo che ho le mani legate altrimenti ti avrei gonfiato di schiaffi come un palloncino d'elio.» lo minacciai sbuffando e distendendomi impacciatamente su quel divano nascondendo il mio viso sulla parte superiore del sofà.

Sentì dei passi avvicinarsi e alzai gli occhi vedendolo appoggiato alla parete morbida del divano con un bicchiere di vodka fra le mani.

«Ma smettila Dio santo, non mi fissare così, mi infastidisci.» dissi ancora voltandomi dalla parte opposta per non scontrarmi con i suoi occhi.
«Allora continuo.» rispose solamente mentre sorseggiava dal bicchiere.

«Vaffanculo.» sussurrai fra me e me.
«Cosa hai detto scusa?»
«Niente.»
«A me non sembra invece, sai.»
«Non ho detto niente, smettila di rompere!» m'innervosì.

Lo sentì ridacchiare mentre si allontanava e sciacquava il bicchiere sul lavandino.
Poi di nuovo, i suoi passi si avvicinarono a me che ero ancora rivolta per dargli le spalle e in un attimo, mi ritrovai con la faccia e i miei capelli bagnati dato che quel bastardo mi aveva buttato un bicchiere d'acqua addosso.

«Che figlio di...» dissi lentamente mentre scattavo in piedi e l'acqua scendeva sotto di me.
«Almeno io ho solo un bicchiere, tu mi hai tirato una bacinella piena d'acqua all'aperto, nel cuore della notte, dovresti ringraziarmi!» si giustificò mentre posava tranquillamente con non chalance quel bicchiere sul tavolo.

Stray Heart. «Irama Plume»Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora