Capitolo 🌹15🌹

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Arrivai di fronte la sua abitazione e tutto era esattamente come l'avevo lasciato io l'ultima volta che vi ero stata : il cancello era stato lasciato aperto dalla mia fuga, l'erba sembrava ancora calpestata dalle mie impronte e la porta di casa era socchiusa, il che mi fece un po' rimanere scioccata.

Come poteva essere che avesse lasciato la porta aperta? Non era sicuro per una comune persona, figuriamoci se eri il capo di una gang di strada...

Praticamente dovevi vagare sempre con qualcuno accanto per essere un minimo al sicuro.

Entrai lentamente dentro la sua proprietá facendo attenzione che non ci fosse qualcuno di sospetto che mi pedinasse.
Arrivai fino alla porta socchiusa e la aprì ancora di più ritrovandomi l'interno della casa in perfette condizioni.

Tutto quanto era in estremo ordine, persino le pareti che avevo sporcato con la schiuma da barba erano pulitissimi.

Allora voleva dire che qualcuno era stato lì dentro prima di me.

«Non è qui, genio.» disse una voce venente verso di me.
La dolce (si faceva per dire) Trix con un tacco dodici stava venendo verso di me con dei leggins di pelle decisamente troppo piccoli e aderenti per lei e una t-shirt totalmente scollata che lasciava molto spazio all'immaginazione.

Sembrava uscita in uno di quei film per adulti...

«Non pensi sia ora di ritornare al canile? Credo sia ora di pranzo e ho sentito che ci sono degli ottimi croccantini solo per te.» le risposi sorridendole falsamente.

«Ascoltami bene, stronzetta : qui non c'è nessun altro se non io e te. I tuoi amichetti non ci sono e tanto meno i miei quindi se ho da farti fuori, posso benissimo farlo, e stai certa che nessuno verrá in tuo soccorso.» mi minacciò in cagnesco.

«Posso almeno sapere a cosa è dovuto tutto questo odio profondo nei miei confronti?» domandai fissandomi poi le unghie laccate di smalto rosa perla delle mie mani.
«Come se non lo sapessi giá.» sputò acida lei.

«Evidentemente non lo so se te l'ho chiesto.» affermai guardandola di sbieco.
«So benissimo che fra te e Filippo c'è qualcosa. Conosco bene le persone che lui odia, e tu non sei fra queste anche se può sembrare il contrario. Il vostro odio è strano, quasi come se non vorreste accettare i sentimenti che provate l'uno verso l'altro... e poi quando ti abbiamo torturato nella sua cantina, ci ha sgridati manco fossimo dei cani imbestialiti, non l'avevo mai visto così incazzato per aver massacrato di botte qualcuno.» fece lei strizzando leggermente i suoi occhi schifati dalle parole che aveva appena detto.

«Carissima, oltre che ad essere troia sei pure stupida e non capisci proprio un bel niente. Io non provo nulla per Filippo se non odio, e se tu sei convinta che "il nostro odio è strano" beh, avrai sicuramente una definizione errata di questa parola. Detto questo, me ne vado e sappi che le tue minacce mi fanno solamente ridere fino a farmi venire il mal di pancia.» ridacchiai io mentre la guardavo scioccata da ciò che aveva appena detto.

«Spero tu muoia con il mal di pancia allora.» urlò dato che avevo iniziato ad uscire dalla casa.
Come risposta, ebbe solamente un fantastico dito medio in alto mentre continuavo a camminare dritta verso la mia moto per andare altrove a cercarlo.

Forse Trix aveva ragione... ma dopotutto cosa ne poteva sapere quella troietta di ciò che provavo io per Filippo.

Si, forse aveva ragione sul fatto del nostro odio reciproco che era molto strano dato che se lo odiavo veramente, non mi avrebbe balenato in testa l'idea di andare a cercarlo ma in ogni caso, Trix doveva stare lontana da me altrimenti le avrei fatto seriamente un gran male.

Come seconda tappa, decisi di girare la ferrovia nella quale di solito ci trovavamo con tutte le gang e le trovai proprio tutte tranne quella sua e tanto meno il capo, ovvero lui.

Sfinita dalle ricerche, decisi di andarmene sulla spiaggia per distendere i nervi.

Avevo una rabbia addosso assurda.
Sembrava svanito nel nulla, come se in realtá quel ragazzo non fosse mai esistito.

E invece esisteva, e chissá dov'era.

Arrivai a destinazione e iniziai a camminare verso la spiaggia trovandola completamente vuota nonostante fossimo ad inizio Maggio.

Mi sedetti in un posto a caso fra la sabbia dato che la spiaggia era deserta e avevo molto spazio a disposizione.
Iniziai a fissare il mare calmo e tranquillo mentre seguivo con gli occhi il movimento delle onde che andavano e venivano contro il bagnasciuga.

Nella tasca del mio chiodo, avevo una canna fatta prima di andarmene e decisi di fumarmela proprio davanti alla spiaggia e di fermare così tutti i pensieri che mi vagavano incessantemente sulla mia testa mincacciando di farmela esplodere da un momento all'altro.

«È triste fumare da soli.» disse una voce dietro di me.
Mi voltai e per poco non balzai in aria.

Era Filippo.

«Io credo di no.» risposi tornando in me e fissando il mare di nuovo davanti a me.
«Posso?» mi chiese indicando il posto accanto a me.
«Se proprio devi.»

Dopo essersi seduto, gli passai la canna e mi sorrise prima di fare un tiro.

«Perchè sei sparito?» chiesi andando subito al dunque.
«Non pensavo t'importasse.»
«Infatti non mi importa, ma i tuoi amici sono preoccupati per te al tal punto che si sono addirittura sciolti, i Beraldi non esistono più.»

Ridacchiò mentre buttava il fumo dalla sua bocca e poi mi fissò intensamente.
«Non sono sparito, sono solo andato via per qualche giorno.» disse poi tornando serio fissando il mare davanti a lui.

«E se la mia gang si è sciolta, non appena ritornerò, ritornerá anch'essa.» aggiunse successivamente.
«Con qualcuno in più.» concluse infine.

Lo guardai di sbieco voltandomi di scatto come se avesse detto la parola più orribile su questa Terra non capendo cosa avesse in mente.

«Quindi ci sará un altro membro nel vostro gruppi.» dissi mentre aspiravo.
«Esattamente, e vi daremo davvero filo da torcere.» rispose lui con un tono maligno.

«Sto tremando di paura.» dissi ridacchiando mentre mi alzavo dopo aver finito di fumare e battendo le mie mani sul mio lato b per togliere la sabbia dato che ero stata seduta.

«Dovresti averne invece. Niente sará come prima.» quasi mi minacciò scattando in piedi e avvicinandosi minacciosamente a me.
«Non mi avete mai terrorizzato voi Beraldi.» sputai acida mentre mi allontanavo leggermente dato che lui era troppo vicino a me.

«Non la pensavi così quando mi sei caduta in petto per ripararti quando sei scivolata nel mio bagno oppure quando ho dato di matto perchè mi avevi chiamato per nome e io ti stavo per massacrare di botte e ti sei nascosta nella mia stanza da codarda quale sei.» rispose lui continuando ad avvicinarci a me.

...

SPAZIO AUTRICE :
Voi non avete assolutamente idea di quello che sta per succedere 😏😈 hihi.
Fatemi sapere se questo capitolo vi è piaciuto e nienteeeeee.

Ve saluto e ve ringrazio.
//Clelia🌹🌹




Stray Heart. «Irama Plume»Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora