14. Zitta e baciami

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Una settimana dopo, Vause Enterprises
«Jessy prepara il fascicolo sul bilancio e la contabilità degli ultimi 3 mesi e portamelo in ufficio» dico alla mia segretaria, riattaccando successivamente la cornetta e sbuffando.
Ho appena finito una riunione durata 2 ore e mezza, ho la testa che mi sta esplodendo e ancora tanto lavoro da fare
«uno stress continuo» dico a me stessa, massaggiandomi la fronte dolorante «ho bisogno di un caffè, qualcosa da mangiare e un'aspirina» mi tolgo gli occhiali e mi copro il viso con le mani.

Dopo un paio di minuti, sento bussare alla porta ed entra Jessy con il materiale che le avevo chiesto «grazie mille Jessy» lo prendo, quindi, e lo consulto.
Con la coda dell'occhio, poi, noto che al di là della porta c'è Piper, penso stia aspettando che Jessy vada via per entrare.
Non riesco a contenere un sorriso e dico alla mia segretaria «ottimo lavoro, puoi andare adesso» invitandola gentilmente ad uscire.
Come previsto, esce Jessy ed entra la mia Piper leggermente alterata «ma perché quella ti gira sempre intorno?» chiede scocciata e chiudendo la porta «mi è sempre stata antipatica»
«chiamasi segretaria, piccola, sai cos'è, vero?» le chiedo prendendola visibilmente in giro, chiudendo gli occhi e continuando a massaggiarmi le tempie
«piantala, mi dà fastidio, è normale» risponde lei lamentandosi e sbuffando, mentre si avvicina alla mai scrivania «lo vedo come ti guarda, sai? E questa cosa non mi piace» insiste ancora «tu poi sempre gentile e carina con lei, ho notato anche questo dettagl...»
«potresti stare zitta per 5 minuti?» adesso sono io ad alterarmi «solo 5 minuti, ho bisogno di calma e silenzio».
Lei di tutta risposta alza le mani in segno di resa e si lascia cadere, come sempre, su una delle mie poltrone, smanettando con il cellulare.

«andiamo a prendere un caffè e qualcosa da mangiare? Mi sento poco bene e ho bisogno di zuccheri» le dico dopo qualche minuto di effettivo silenzio, rimettendomi gli occhiali e alzandomi dalla mia postazione.
Mi avvicino a Piper, la prendo per mano e le sorrido «scusami, sono così stressata ultimamente» cerco di scusami dandole un piccolo bacio
«no, questo è semplicemente il tuo carattere irritante che io non sopporto» risponde lei, fingendosi offesa «e guarda caso solo con me sei così, mica con la tua "segretaria"? Nossignore, non si permetta proprio, miss Vause» dice ancora, evidenziando tra le dita-virgolette la parola segretaria.
«andiamo, muoviti» affermo infine, ridendo.

Uscite dal mio ufficio, ci comportiamo con un certo distacco e discrezione, l'ultima cosa che volevo era proprio sbandierare la mia relazione con Piper. Ho sempre distinto vita privata e lavoro, non è una novità e quindi non è nemmeno un peso per me nasconderlo, anzi è abbastanza allettante come situazione.
«come ti senti?» mi chiede poi Piper, mentre aspettiamo l'ascensore che ci porterà nell'atrio
«sono solo stanca» le rispondo, aggiustandole il ciuffo dietro l'orecchio «magari dopo chiedo a Jessy se ha un'aspirina da darmi» continuo a dire scherzando e con un sorrisetto malizioso sul viso.
Non immaginavo che Piper potesse essere così gelosa, mi piace e mi diverte allo stesso momento. Lei incrocia le braccia, non mi parla più e mi dà le spalle. Io non posso far altro che ridere divertita a quella scena, credo sia diventato il mio nuovo hobby stuzzicare la mia ragazza.

Arriva l'ascensore, si aprono le porte e Piper entra prima di me, non girandosi nemmeno per sapere se l'avessi seguita dentro o meno.
Premo il tasto 0 e una volta chiuse le porte, non resisto più, la giro con forza, la sbatto contro la parete e la bacio con passione. Caffè? Snack? No, niente di tutto questo, avevo semplicemente bisogno di lei e solo di lei, delle sue labbra, del suo respiro che si unisce al mio quando ci manca l'aria, del suo viso tra le mie mani «come te lo devo dire che io voglio solo te?» le sussurro poi, con leggero affanno
«zitta e baciami» risponde lei, prendendo di nuovo l'iniziativa e avvicinando nuovamente la mia testa alla sua, le mie labbra alle sue.
Dalle labbra passo poi al collo mentre le mie mani, dal viso, passano al corpo seguendo il disegno creato naturalmente dalle sue forme e fermandomi ai fianchi. Lei chiude gli occhi, si inarca leggermente per il piacere che stava provando ed emette qualche solitario e leggero gemito, credo senza rendersene conto. Io l'attiro a me, facendo aderire i nostri corpi mentre lei mi cinge il collo con le braccia.
«Alex...» cerca di riprendere il controllo e parlare «stiamo al decimo piano, tra poco arriviamo» riesce a dire, con affanno e poca lucidità,
«dannazione» rispondo io stufa, alzando lo sguardo e staccandomi dal suo collo «ci mette sempre un'eternità a scendere mentre adesso ci abbiamo messo pochi minuti» lamento ancora, aggiustandomi i capelli e il trucco allo specchio. Anche Piper cerca di darsi una sistemata, si guarda allo specchio e il suo occhio cade su uno strano rossore sul collo «non dirmi che...»
«mh?» la guardo con un'espressione interrogativa
«Alex!» inizia a lamentarsi alzando leggermente la voce «un succhiotto?! Sei seria?!» io accenno una risatina mentre lei estrae una sciarpa dalla borsa,
«visto? Problema risolto, ti lamenti sempre» le dico poi, con infinita calma
«problema risolto? Nella tua carissima azienda ci stanno i riscaldamenti accesi h24 e io devo andare in giro con una sciarpa e soffocare di caldo!» urla ancora, indossando la sciarpa e cercando con cura di coprire il mio succhiotto.

Dopo pochi secondi arriviamo al piano terra e da lontano noto Nicky uscire dall'ufficio di Caputo «Nichols non sei in ufficio? Ti devo licenziare?!» le urlo, avvicinandomi a lei con Piper,
«sono questi stupidi moduli che Caputo delega a me, non ci capisco niente» risponde lei annoiata da quella situazione e mostrandomi dei documenti che io inizio a sfogliare «uh...salve signorina» si riferisce poi a Piper, con un sorrisetto malizioso, la quale risponde gentilmente e con lieve imbarazzo.
Nei giorni scorsi le ho parlato della mia relazione con Piper e lei l'ha presa benissimo, ma devo ammettere che l'ha sempre saputo e non ha esitato un momento a dirmi "te l'avevo detto Vause!".
«mmh ok, lasciami prendere un caffè e poi andiamo nel mio ufficio e vediamo insieme» dico a Nicky seriamente, riferendomi ai moduli «sono parecchio incasinati».
«ecco perché ti voglio bene» risponde lei sorridendo e dandomi dei colpetti sulla spalla.
Intanto riesco a cogliere l'imbarazzo di Piper così do appuntamento a Nicky nel mio ufficio e vado con Piper verso le macchinette del caffè.

«sto soffocando» dice lei dopo un po', allentando la sciarpa, mentre io sorseggio il mio caffè «è sempre colpa tua, però sei adorabile quando parli di lavoro e leggi cose che nessuno capisce»
«ho i miei pregi» rispondo io vantandomi «stasera hai impegni? Vieni da me?» le chiedo poi sottovoce, per evitare sguardi indiscreti,
«prepara la cena allora» risponde anche lei sottovoce «adesso si sposti miss Vause, mi sta importunando!» conclude poi, scherzando e scansandomi per tornare nel suo ufficio.
Io intanto la guardo allontanarsi, mi fermo poi un paio di minuti nell'ufficio di Caputo, dopodiché salgo da Nicky come promesso.

Everything else was just backgroundDove le storie prendono vita. Scoprilo ora