10. Alex Vause è tornata...

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Il mattino seguente
La sveglia sta suonando ininterrottamente già da 10 minuti ed io sto immobile sul letto con gli occhi aperti e lo sguardo nel vuoto.
«fanculo!» prendo con forza la sveglia e la lancio contro l'armadio davanti a me, rompendola in mille pezzi.
Però forse era meglio avere un diversivo nel cervello, era meglio avere quella merda nelle orecchie così da non dover pensare e ripensare alla serata di ieri: che stupida che sono stata! Che stupida che sono stata a cedere all'amore!

Mi alzo dal letto e mi metto davanti allo specchio, quella che vedo non è più Alex Vause, quella che vedo è una donna debole «è stato solo un incidente di percorso ma adesso Alex è tornata, definitivamente» dico sorridendo alla me nello specchio e puntandole contro il dito.
Alex Vause è tornata.

Vause Enterprises
«Jessy buongiorno, ho tanto lavoro da fare stamattina, se arriva qualcuno di non strettamente necessario, mandalo via» dico molto professionalmente alla mia segretaria, avviandomi in ufficio
«certamente miss Vause, le auguro buona giornata».

Appena entro in ufficio, mi sento più tranquilla e più leggera, è sempre stato il mio posto, il mio luogo sicuro in cui mi sento davvero me stessa.
E infatti, proprio per questo, improvvisamente accuso di nuovo il colpo di ieri sera, mi lascio cadere su una poltrona, mi tolgo gli occhiali e mi porto le mani al viso
«basta, devo smetterla di pensarci» mi dico «se voglio tornare ad essere quella di un tempo, devo metterci una pietra sopra».
Quindi mi faccio forza, mi alzo e mi siedo davanti al computer, iniziando così la mia giornata di lavoro.

2 ore dopo
«...benissimo, sono felice di essere giunta a questo accordo, signor Smith, le assicuro che...» sto per concludere un incontro importante quando vengo interrotta da qualcuno che bussa alla porta «mi scusi...avanti!» dico, scusandomi con il mio ospite e invitando chiunque sia ad entrare. Appena questa persona entra, sento di aver perso un battito: è lei, è Piper, ma che ci fa qui? Avevo detto a Jessy di non far entrare nessuno!
«b-buongiorno, Jefferson ha bisogno che tu...ehm...lei, metta una firma su questo documento» mi dice lei, porgendomi il documento e il mio ospite la guarda alquanto perplesso.
Io, invece, non la guardo e non mi alzo dal mio posto, le faccio semplicemente segno di posarlo sulla scrivania
«dicevo...le assicuro che sarà una collaborazione brillante» continuo a dire al mio nuovo partner d'affari, ignorando Piper che intanto sta ancora ferma, in piedi davanti alla mia scrivania.
«non ho dubbi, arrivederci miss Vause» risponde lui e prima di andare via, guarda nuovamente Piper con diffidenza «...se ha bisogno di personale qualificato, mi metto subito all'opera» mi dice, infatti.
Io di tutta risposta lo guardo male, malissimo, però ho appena concluso un accordo, non posso già mandarlo a fanculo e quindi mi limito ad un sorriso di circostanza e gli rispondo «certo, grazie» invitandolo ad uscire dal mio ufficio.

Una volta che Smith è uscito, posso dedicarmi a questo benedetto documento di Piper, lo firmo nel silenzio tombale di quell'incontro e glielo restituisco, senza alzare il capo e continuando a leggere altre scartoffie lavorative.
«Alex, è andato via, possiamo parlare un attimo?» mi chiede poi lei, chiudendo la porta.
Io non accenno ad alzare lo sguardo, voglio ignorarla a tutti i costi altrimenti sarei ricaduta nel tunnel «volevo chiederti come stai» continua a dire lei, mentre io continuo a scrivere ed a registrare tutto al computer «rispondimi dai» sembra una supplica ma io non accenno a cedere «Alex GUARDAMI cazzo!» sbotta lei di colpo.

Ha alzato la voce, anzi ha proprio urlato...urlato contro di me?
Sono costretta allora ad alzare lo sguardo e a guardarla negli occhi.
Mi alzo, poi, finalmente dalla mia sedia, prendo il documento, mi avvicino a lei e glielo do «non alzare mai più la voce con me, hai capito?» le dico molto freddamente e fulminandola con lo sguardo «io per te sono miss Vause, è da quando ci siamo conosciute che mi hai mancato di rispetto con i tuoi toni colloquiali e adesso hai esagerato ad urlare. Fuori dal mio ufficio». Davvero ho detto una cosa del genere?
Torno a sedermi alla mia scrivania mentre lei resta ancora in piedi davanti a me, immobile.
Poco dopo, però, si gira, apre la porta e va via.

Dopo un paio di minuti entra Nicky, leggermente preoccupata «hey ma che è successo?» mi chiede infatti
«niente Nicky, ti serve qualcosa?» le rispondo io, nervosa e infastidita da tutte quelle visite
«ho visto Piper aspettare l'ascensore» io la guardo con un'espressione come per dire "quindi?" «e stava piangendo» conclude lei.
«sta piangendo?» mi ripeto in loop nella mente «l'ho fatta piangere?»
«non hai il diritto di essere arrabbiata con lei, Alex» continua a dire Nicky avvicinandosi a me e appoggiandosi alla mia scrivania «non è colpa di nessuno»
«è colpa sua che non si sa comportare in un ambiente lavorativo e mi ha fatto fare una figura di merda con Smith» concludo io.
«piantala, sei ridicola» mi risponde lei, seria e nervosa.

Io mi alzo di scatto dalla mia sedia, mi sto arrabbiando anche con la mia migliore amica «esci anche tu dal mio ufficio, immediatamente» le ordino
«ma non farmi ridere che non ne ho voglia, Alex!» Nicky mi dà una spinta abbastanza energetica «non è colpa di nessuno, è solo una ragazza etero, non l'ha scelto, come anche noi non abbiamo scelto di essere così, è capitato!» adesso urla anche lei «non so cosa vedeva in te ma so che l'hai fatta piangere e quindi indifferente non le sei! Muovi quel culo e vai da lei, altrimenti cuoci pure nella tua ipocrisia fingendo di essere l'Alex Vause senza sentimenti, a me non importa!».

Dopo questa stoccata, gira i tacchi e va via sbattendo la porta. Io rimango ferma, immobile per più di 5 minuti «fanculo!» dico poi, uscendo anche io dal mio ufficio.

Everything else was just backgroundDove le storie prendono vita. Scoprilo ora