24. Nubi all'orizzonte

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Alex's pov
Ho passato una settimana davvero complicata, le condizioni del padre di Piper non migliorano e io sto facendo di tutto per arrivare ad un compromesso con i soci dell'Europa ma la vedo difficile.
La mia azienda a New York ha, ovviamente, dei fondi per poter aiutare Piper ma se li spendo, potrei andare incontro a ristrettezze economiche e indebitarmi fino al collo per tirare avanti. Che situazione incasinata!
Mentre sto firmando alcuni documenti, mi squilla il cellulare e rispondo immediatamente, vedendo che a chiamare è proprio Piper
«Piper, dimmi tutto, com'è la situazione?»
«Alex mi trovo con le spalle al muro, ho paura» mi risponde lei a voce bassa, come se non volesse farsi sentire da nessuno. Questo suo atteggiamento è così strano che subito le dico, con tono diffidente «cosa succede? Non si tratta di tuo padre, vero?» il mio tono serio non ammette alcun tipo di replica che non fosse la verità, se qualcuno sta cercando di far del male a Piper, se la vedrà con me.
«rispondimi» le ordino.
Lei fa dei respiri profondi, esita nel rispondermi e ciò mi mette ancora più agitazione «si...si...tratta di Wolf...» mi risponde lei, quasi piangendo. Cosa c'entra adesso James? Che cazzo sta succedendo nella mia azienda che io non so?!
«spiegati, Piper»
«poco fa è venuto nel mio ufficio e mi ha detto che mi avrebbe aiutata con mio padre» mi dice, sempre sottovoce «e infatti ha caricato un milione di dollari sul mio conto, però mi ha detto che potrò usare quei soldi per salvare mio padre solo se...solo se...»
«parla Piper, cazzo, fammi capire!» mi altero non poco, mi sento così fuori dal mondo qui a Los Angeles, così impotente, cazzo!
«...solo se infango il tuo nome in un articolo di giornale così che lui possa diventare il capo della tua azienda. Ha detto che se mi rifiuto, mio padre morirà e io mi ritroverò senza lavoro» io rimango basita, non riesco a credere alle mie orecchie. Non posso permettere che un uomo come lui possa prendere il controllo della mia azienda, non posso permettere che escano notizie false sul mio conto!
«un uomo di merda proprio come mio padre, avrei dovuto immaginarlo!» inizio ad urlare «Piper, non farlo, troveremo un altro modo, non scrivere niente»
«Alex è della vita di mio padre che stiamo parlando!» so che ha ragione ma non posso rischiare di perdere tutto per una cazzo di minaccia da parte di un verme come lui, non lo accetto
«non scrivere niente» le ripeto, quasi supplicandola «quell'uomo mi lascerà in strada!».

Che stupida che sono stata ad accettare questo scambio e venire a Los Angeles, gli ho lasciato praticamente la strada spianata.
«ti prego, Alex, ti prego, lasciami scrivere questo articolo per poter salvare mio padre, ti prego» mi zittisco per pochi secondi, prendo un respiro profondo e le rispondo, sconsolata
«fai ciò che vuoi, Piper. Devo andare adesso» e riattacco la chiamata.
Rimango ancora in silenzio, incredula e impotente di fronte a tutto ciò che sta accadendo. Scaravento, poi, con forza un fascicolo da sopra la mia scrivania, urlando «fanculo quel pezzo di merda!» coprendomi, successivamente, il viso tra le mani.

Piper's pov
Ho chiuso la chiamata con Alex già da 10 minuti ma sto ancora immobile, appoggiata al muro e a fissare il vuoto. Tecnicamente Alex mi ha lasciato carta bianca, mio padre è praticamente salvo, mi basta solo scrivere quell'articolo. Ma allora perché non mi sento sollevata come credevo? Non posso fare questo ad Alex, non dopo che mi ha aiutata tantissime volte, non dopo avermi dato il lavoro, non dopo questa bellissima storia d'amore che stiamo vivendo, che persona sarei? Questa è la riconoscenza che le mostro?
Non ci capisco più niente, perché è toccato proprio a me?!

Dopo una sanguinosa battaglia contro me stessa, finalmente prendo una decisione e mi avvio, quindi, verso l'ascensore, raggiungendo il 73esimo piano.
«avanti» la voce orribile e fastidiosa di Wolf mi invita ad entrare, dopo aver bussato alla porta. Entro dentro e vedo l'ufficio così vuoto, così diverso senza Alex. L'odore di Alex è stato a poco a poco sostituito dalla puzza di Wolf. Però, entrare in questo ufficio e non vedere più lei, è stata la cosa meno orribile che avessi fatto e infatti...«signorina Chapman, si è decisa finalmente» io annuisco e rispondo
«lo farò, entro stasera uscirà l'articolo» gli dico con tanta rabbia e con le lacrime agli occhi
«ottimo, può tranquillamente pagare il trasferimento e l'operazione a suo padre, gli auguro buona guarigione» mi risponde lui, soddisfatto, con eccessiva calma e con il solito sorrisetto beffardo. Io lo guardo, non gli rispondo e vado via sbattendo la porta.

Poco dopo, vicino l'ascensore, incontro Nicky che mi sta guardando e dall'espressione che ha assunto, capisco che ha origliato.
«non ti dico che hai sbagliato, ma Alex non merita tutto questo» mi dice, dopo qualche secondo di silenzio
«mio padre merita di morire?» le rispondo io, cercando a tutti i costi di trattenere le lacrime
«quell'uomo è un pezzo di merda e tu lo sai benissimo!» mi dice, alzando leggermente la voce e puntandomi contro il dito «Alex mi ha chiamata prima, ha detto che avrebbe speso i fondi di questa azienda per aiutarti, anche se avrebbe comportato numerosi problemi economici. Ma lei sarebbe rimasta al comando e avrebbe trovato sicuramente un modo per tornare agli splendori di un tempo».
Perché Alex non me l'ha detto quando l'ho chiamata? Dalla sua chiamata ho soltanto capito che lei tenesse più alla sua azienda che a me. Ma ormai non posso più tirarmi indietro, ho preso una decisione che sicuramente non è del tutto cattiva visto che potrò salvare mio padre «mi dispiace Nicky» le dico semplicemente, andando via, decidendo di scendere per le scale, evitando l'ascensore insieme a lei.

Alex's pov, ore 22:30
Sto aggiornando da ore il NY Times online per sapere se l'articolo è stato pubblicato o meno. Spero davvero che Piper abbia avuto la decenza di non esagerare perché se è una diffamazione leggera, come quella di Watson, posso tranquillamente occuparmene. Non riesco ancora a credere di essermi fidata di James Wolf, cosa potevo aspettarmi dall'amico di lunga data di quel pezzo di merda di mio padre?
«ormai non lo pubblica adesso, riprovo domani» mi dico, decidendo di spegnere il computer. Prima di farlo, però, aggiorno per l'ultima volta la pagina e, per mia sfortuna, l'articolo è stato finalmente pubblicato.
Credo che il mio cuore abbia smesso di battere completamente per non so quanto tempo. Leggendo queste righe mi sono sentita pugnalare ovunque e ripetutamente. Semplicemente non posso crederci

NEW YORK - Non finiscono mai le soprese per quanto riguarda Alex Vause. Chi di voi sa la vera storia della nostra imprenditrice più famosa? Fonti attendibili affermano che lei, quando era adolescente, avesse sperato e pregato ogni notte affinché i suoi genitori morissero per poi ereditare tutto. Viscida? Probabilmente, ma a tutti farebbe gola un'azienda personale, tanti soldi e tante donne (già, mai dimenticare le donne nella vita della Vause). Molti di noi sarebbero anche concordi nel pensare che, la sera stessa della morte dei suoi genitori, lei avesse organizzato una mega festa per inaugurare la sua fortuna. E se avesse architettato lei stessa l'incidente? Davvero ci affidiamo ad una persona così?

Inevitabilmente i miei occhi si riempiono di lacrime, non riesco a credere che Piper mi abbia fatto una cosa del genere, leggo tanta cattiveria nelle sue parole, tanto sadismo. Davvero è lei la persona che amo? Non può essere lei, non riesco ad accettarlo.

No, non mi abbasserò mai alla debolezza, ora le lacrime lasciano spazio all'asciutto perché i miei occhi si colorano di una rabbia mai provata prima «fanculo!» urlo, per poi alzarmi, rimettere velocemente ogni cosa in valigia, comprare il primo volo per New York e tornare nel posto che mi spetta di diritto.
Adesso James Wolf se la vedrà con me, mentre Piper uscirà per sempre dalla mia vita.
Adesso le regole le detto io.

Everything else was just backgroundDove le storie prendono vita. Scoprilo ora