29. Non hai scelta

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Vause Enterprises, un mese dopo
«miss Vause, la sua riunione inizierà tra mezz'ora» mi comunica Jessy al telefono. Ho in programma una riunione speciale, solo ed esclusivamente con il settore giornalistico perché la mia azienda è stata selezionata per una trasferta a Washington DC per assistere e, successivamente, trascrivere il discorso del Presidente alla Casa Bianca. Con me partirà un solo dipendente, all'evenienza due, massimo, e questa riunione mi servirà a decretare chi merita di venire con me.
«mezz'ora? È stata anticipata?» rispondo alla mia segretaria
«sì, c'è stato un imprevisto e miss Figeroa deve lasciare anticipatamente l'azienda, oggi»
«perfetto, inizio a scendere».
La riunione si terrà, ovviamente, al 32esimo piano, non mi aspetto lavori o dimostrazioni di bravura, non stiamo a scuola, mi aspetto solo che sappiano comportarsi e che siano professionali.
Sto cercando in ogni modo di non pensare che sarà presente anche Piper, la notte di Natale è stata magica tra noi, a volte mi domando se sia davvero successa o se me la sono semplicemente sognata. No, non me la sono sognata, è successo, ci siamo baciate e io continuo ad amarla ogni giorno di più.
Ma, com'è iniziata, così è finita. È stato un episodio a parte, non collegato né al nostro passato e né ad un eventuale futuro. È stata proprio la magia del Natale a farci scontrare. Però è finito tutto dopo il bacio, i giorni seguenti sono stati testimoni: ci siamo evitate, ignorate e abbiamo preteso che davvero non fosse successo niente quella notte.
In sintesi, è tornato tutto come prima.

Raggiungo la sala riunioni e già alcuni di loro sono presenti, compresa Piper, da sola che si sta guardando intorno, molto probabilmente starà aspettando Jefferson.
«miss Vause, mi scuso per aver anticipato la riunione, devo risolvere un problema e devo scappare» mi dice Figeroa, avvicinandosi a me
«tranquilla Natalie, prima iniziamo e prima finiamo» rispondo io freddamente, guardando avanti a me l'entrata di altri dipendenti «sceglierne uno solo sarà un'impresa» le dico ancora, aggiustandomi gli occhiali
«la Jefferson non mi ha mai delusa, lo stesso direi per Hayes» mi consiglia lei.
Io non le rispondo, semplicemente mi siedo dietro la scrivania e smanetto con il cellulare, aspettando l'arrivo di altri dipendenti.

Piper's pov
Sono parecchio nervosa, è la prima riunione importane a cui faccio parte da quando lavoro qui e non so come comportarmi, parlerà solo Alex? Oppure dovremo parlare anche noi?
Non devo farmi prendere dal panico, devo dimostrare che merito quel viaggio anche se sono convinta che non sceglierà mai me, dal momento che mi odia e stiamo facendo di tutto per evitarci.
Non le sto togliendo gli occhi di dosso da quando si è seduta e sta con il cellulare in mano, è così bella, bella come la nostra notte di Natale, bella come il bacio che ci siamo date, bella come la mia vita quando stavo con lei.
Quanto mi manca...ma che fai Piper?! Sei fidanzata, ricordi?

«sogni ad occhi aperti, Piper?» Taystee mi fa sussultare, facendomi cadere anche il block notes che ho portato, nel caso avessi dovuto segnare qualcosa.
Il rumore del cartoncino sul pavimento attira l'attenzione anche di Alex che alza lo sguardo e mi guarda, con la sua solita espressione enigmatica.
«Taystee, Dio, mi hai spaventata!» le dico molto goffamente, abbassandomi e prendendo il block notes da terra, incrociando anche lo sguardo di Alex, che subito lo riabbassa, scuotendo il capo.
Hai iniziato alla grande, Piper!

La riunione è già iniziata da qualche minuto con Alex che ci spiega in cosa riguarda la trasferta, fino a quando non fa segno, col dito, verso un dipendente nelle ultime file che chiede la parola «prego, mi dica»
«mi scuso per ciò che sto per dire, miss Vause, ma credo che bisogna depennare alcuni candidati» tutti si girano e lo guardano perplessi, me compresa «voglio dire, alcuni di noi non meriterebbero a prescindere questa opportunità lavorativa. Prendo ad esempio Chapman, lei ha peccato di diffamazione contro di lei, miss Vause, non dovrebbe far parte nemmeno di questa riunione».
Io mi sento subito avvampare, ho le guance che mi stanno andando a fuoco, abbasso lo sguardo sulle mie ginocchia, grattandomi le mani istericamente, mentre mi sento gli occhi di tutti addosso «ti prego Alex, fai qualcosa» penso, non riuscendo ad alzare lo sguardo verso di lei. Non pensavo che dopo un anno fosse ancora vivo il ricordo di quel brutto momento, ma a quanto pare, sono bersagliata.
Perché Alex non parla? Che sta succedendo? Vorrei almeno vedere la sua reazione a quelle parole, ma la vergogna e l'imbarazzo non me lo permettono.
«per ciò che ha detto, Collins...» eccola, finalmente Alex rompe quell'assurdo silenzio permettendomi di alzare leggermente lo sguardo «dovrebbe essere lei il primo ad essere depennato!» Alex ha alzato molto la voce e si sta innervosendo «questo suo comportamento è considerevole? A me sembra proprio di no!» ok il suo tono di voce si è fatto molto più intimidatorio «denigrare un proprio collega per avere più opportunità di partire, la rendono più deplorevole di ciò che ha scritto Chapman un anno fa!» conclude infine, sbattendo con forza un fascicolo sulla scrivania.
Ma cosa fa adesso? Se ne sta andando?
«miss Vause!» Figeroa le corre dietro, cercando di non farla andare via ma non ci riesce, riesce soltanto a parlarle per pochi minuti e poi tornare «bene...l'assemblea è sciolta, ma miss Vause mi ha dato comunque un nome, sarà proprio Chapman a partire con lei».
Io rimango a bocca aperta, sento Taystee scuotermi con felicità e altri dipendenti applaudire, sono tutti...felici? Perché sono così euforici dopo che Collins mi ha messo in ridicolo?
«brava, Piper, te lo meriti! Non pensare a quell'idiota» si avvicina, infatti, John Bennett che mi cinge le spalle con il suo braccio, congratulandosi con me.
Da quando lavoro qui, mi sento coccolata da tutti visto che sono la più giovane, ho compiuto 24 anni il 7 giugno scorso, e sono una sorta di mascotte per tutti «grazie, John» gli rispondo, sorridendo e stringendo anche il braccio di Taystee.

Quando, però, le acque si sono calmate, inizio a pensare più razionalmente «io e Alex 3 giorni a Washington?» mi ripeto costantemente. Come faremo a lavorare bene se ci ignoriamo? Perché ha scelto proprio me?
Per rispondere a tutti questi interrogativi, l'unica cosa da fare è salire al suo ufficio e affrontarla faccia a faccia.

Arrivo al 73esimo piano e mi avvio, con convinzione, verso l'ufficio di Alex «ehm...Chapman!» mi sento chiamare improvvisamente, mi giro a destra e vedo la segretaria di Alex farmi segno di raggiungerla «miss Vause è nervosissima, mi ha espressamente detto di non lasciar entrare nessuno in ufficio» mi dice sottovoce
«bhe con me dovrà fare un'eccezione!» le rispondo io nervosa mentre lei si porta le mani tra i capelli, spaventata e agitandosi perché, probabilmente, Alex la sgriderà.

Alex's pov
Ma ero sotto l'effetto di qualche sostanza potente quando ho dato il lavoro a quell'idiota di Collins? Non permetto a nessuno di giudicare o di decidere per me. A nessuno.
Come se non bastasse, poi, in preda al nervosismo, ho anche detto a Figeroa di voler portare Piper con me, so benissimo che quando mi saltano i nervi non ragiono più, ma questa volta ho esagerato, come diavolo mi è venuto? 3 giorni insieme a Piper?
Se passano in fretta com'è passato il weekend a Colonia, non dovrebbe essere un problema, inoltre dovremmo stare insieme solo durante il viaggio in aereo e durante il discorso del Presidente, non è così tragica, dopotutto. Posso occuparmene.

Improvvisamente, mentre sono intenta a riportare al computer "i dettagli" sulla riunione appena conclusa, la porta del mio ufficio si apre senza che nessuno abbia bussato.
«maledizione, Nicky, sempre questo vizio del caz...» no, non è Nicky.
Appena alzo lo sguardo, infatti, mi blocco di colpo e non finisco la frase perché mi ritrovo proprio lei, proprio Piper, davanti a me.
Lei mi guarda, avanza, chiude la porta e si siede su una delle sedie in pelle di fronte la mia scrivania, proprio come la prima volta che venne nel mio ufficio.
Dopo averla squadrata da capo a piedi, però, torno ad occuparmi delle mie faccende, ignorandola completamente, mentre lei incrocia le braccia al petto, aspettando una mia mossa.

«e va bene, mi arrendo, cosa vuoi?» la sua presenza mi ha infastidita non poco e, finalmente, dopo 10 minuti abbondanti, le rivolgo la parola
«non verrò» mi risponde lei semplicemente «portati Tasha o chi vuoi, ma io non verrò».
Io la guardo innervosita e con tanta rabbia «mi faresti solo un favore non venendo» le dico infatti «ma purtroppo ho già inviato i tuoi dati alla Casa Bianca e loro si stanno già adoperando per prenotare hotel e volo. Adesso, se vuoi comportarti da persona matura, accetti e ti stai zitta, sono stata sufficientemente chiara?» sputo tutto molto freddamente, guardandola con il mio solito sguardo glaciale.
Lei scuote la testa e il movimento fa sì che i suoi occhi cadano sul mio polso sinistro, fissandolo con attenzione per qualche secondo. Il motivo è molto semplice, ho un nuovo tatuaggio che ho deciso di farmi il giorno dopo Natale. Si tratta di una semplice scritta Love is pain circondata da due fiamme.
 Finalmente, poi, distoglie lo sguardo dal mio braccio, si alza e va via, senza dire una parola.

Nessuna delle due ha altra scelta che stare insieme per 3 giorni.


Spazio autrice
Allora mi dispiace avervi illuse con il capitolo sul Natale, pare, infatti, che le cose siano tornate come sempre, cioè uno schifo.
Maaa tranquille, quello del Natale non è stato un capitolo a caso e poi dimenticato (come tutti gli altri, del resto). Vedremo cosa succederà a Washington, sperando che non litighino!
MihaVause

Everything else was just backgroundDove le storie prendono vita. Scoprilo ora