3. E' stata solo una coincidenza

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Una settimana dopo
Sono le 7:30 di mattina e il mio sonno viene interrotto dal suono fastidiosissimo della sveglia.

A dire la verità, sono una persona abbastanza mattiniera, ma non quando è lunedì, non quando fuori fanno 0 gradi e non quando nevica, ci sono proprio tutti i presupposti per restare a letto tutta la giornata ma da proprietario di una prestigiosissima azienda quale sono, è mio dovere alzarmi e andare a lavoro.

Così mi faccio forza, mi alzo, mi faccio una doccia veloce e scendo di casa.

Prima di raggiungere l'azienda, però, mi fermo in uno Starbucks a prendere il mio solito cappuccino
«mmh la prossima volta mi fermo in un bar italiano, questo cappuccino sa di acqua sporca» dico tra me e me, accennando un'espressione disgustata.

Sorseggiando a forza la bevanda, raggiungo finalmente la mia azienda, un gioiellino nei pressi di Wall Street.

Appena entro, lo spettacolo a cui assisto è, ormai, il mio pane quotidiano: impiegati che corrono da un ufficio all'altro, scartoffie da far firmare, fax, telefoni che squillano ripetutamente e tanto altro ancora.

In tutto questo caos, raggiungo l'ascensore che mi porterà al 73esimo piano.
E' lì che passo che mie giornate perchè è lì che sta il mio ufficio, fuori dal quale c'è la postazione della mia fidata segretaria Jessy.

«buongiorno miss Vause, le ho inviato i fax per quell'interscambio con la Wayne a Chicago, ci dia un'occhiata» è sempre diligente questa ragazza, sono estremamente orgogliosa.
«grazie mille Jessy, vuoi un caffè? Dopo un pessimo cappuccino volevo rifarmi la bocca col caffè delle nostre amate macchinette» le dico ridendo e porgendole il caffè che avevo solo assaggiato per poi dirigermi verso il mio ufficio.

È l'ufficio più grande di tutta l'azienda, delle ampie vetrate regalano una vista mozzafiato su tutta New York, una scrivania con un computer di ultima generazione domina il centro della sala mentre una moquette verde ricopre tutto il pavimento.
Di fronte alla mia scrivania ci sono due sedie in pelle, esclusivamente per gli ospiti e, infine, delle poltrone sparse un po' ovunque con relativi tavolini per quei rari momenti di relax.
«bene, iniziamo la giornata con questi fax» mi dico, accendendo il computer.

Le ore passano abbastanza lentamente oggi fino a quando questa monotonia non viene rotta dalla solita Nicky che entra nel mio ufficio come se fosse a casa sua

«cazzo Nicky, che ti costa bussare una volta tanto?» sbotto infastidita «torna subito nel tuo ufficio» continuo a dirle, alzandomi gli occhiali sulla testa e massaggiandomi la fronte dolorante per via dello stress.
«Cristo Vause, così si trattano le amiche? Volevo chiederti se volevi pranzare con me, almeno stacchiamo un po'» in effetti non ha tutti i torti e poi ho una certa fame
«e va bene, dammi solo due minuti e andiamo» le rispondo, ultimando il lavoro su un ultimo documento importante.

Nel frattempo, fuori dal mio ufficio, Jessy si trova in una situazione alquanto strana...

«le ripeto per l'ultima volta, signorina Chapman, noi non cerchiamo personale, non capisco perchè ne è così convinta!» esclama, alterandosi non poco
«ma non capisco, avevo letto un annuncio un paio di giorni fa...guardi...» risponde lei, porgendole un foglio stampato da un pc.

In quel preciso istante io e Nicky usciamo dal mio ufficio e posso notare una certa felicità negli occhi di Jessy quando mi vede e infatti mi chiama ripetutamente e a voce alta
«miss Vause! Finalmente, grazie a Dio è qui, questa ragazza mi sta facendo impazzire!».

Io la guardo stranita, non capendo, vedo solo una ragazza bionda, di spalle, davanti alla scrivania di Jessy.
«che succede Jessy?» chiedo, infatti, avvicinandomi.

Dopo un po' mi ritrovo vicino a questa ragazza, mi giro e noto un qualcosa di familiare in lei, la fisso ancora, cercando di ricordare dove l'ho già vista e, mentre Jessy mi racconta tutta la storia e cioè che questa ragazza, Piper Chapman, ha letto un annuncio su internet in cui la nostra azienda cercava dipendenti, finalmente ricordo dove l'ho vista «è la ragazzina imbranata della cioccolata!» penso tra me e me.

E' molto bella, lo ammetto, adesso la ricordo e non capisco come mai io abbia quasi dimenticato un viso e degli occhi come questi. Piangeva quella sera, chissà cosa aveva.
Tutti questi pensieri vengono interrotti proprio dalle parole di questa ragazzina bionda
«...ecco guardi, è l'annuncio» evidentemente lei non mi ha riconosciuta e mi porge timidamente e ingenuamente il foglio.
Lo prendo e dopo nemmeno 30 secondi chiudo gli occhi innervosita, mi porto una mano alla fronte e le dico alterata, quasi urlando
«ma non la vedi la data in alto a sinistra?! 12 febbraio 2017, è di un anno fa! Svegliati!» a queste parole Nicky scoppia in una fragorosa risata, subito strozzata perchè le lancio un'occhiataccia fulminante.

«ah...ehm....mi scusi, è solo che sto cercando insistentemente un lavoro, evidentemente avrò cliccato su un link vecchio» cerca di giustificarsi, portandosi una mano tra i capelli e agitandosi leggermente
«evidentemente» ripeto io freddamente «puoi andare adesso, anche se cercassimo del personale, stai sicura che comunque non verrai presa in considerazione, la mia azienda ha bisogno di gente sveglia e precisa» le dico infine, liquidandola.
Lei mi guarda con aria delusa, triste e con una lieve rabbia mi risponde semplicemente «buona giornata».

I suoi occhi color oceano mi guardano immobili, lucidi, ero convinta che sarebbe scoppiata a piangere di nuovo da un momento all'altro ma così non fu e se ne va.

«hai trattato decisamente male quella gattina» mi dice Nicky quasi dispiaciuta, rompendo quel fastidioso silenzio che si era creato
«ma stai zitta, non ha un cervello o se lo ha, non sa usarlo» cerco di essere dura nelle mie parole anche se sto cercando di collegare gli eventi attraverso un filo logico: una settimana fa piangeva e adesso cerca disperatamente un lavoro, avrà una ventina d'anni, perchè cercare un lavoro con tanta insistenza? Basta Alex! Non sono affari tuoi e non lo saranno mai, è stata solo una coincidenza incontrarla nuovamente.

Cerco, così, di togliermi questi pensieri dalla testa e di godermi il pranzo con Nicky.

Everything else was just backgroundDove le storie prendono vita. Scoprilo ora