19. Non vi perdete

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Alex's pov, due mesi dopo
«perfetto, direi che siamo ad un buon punto» sto in ufficio con Vanessa, stiamo firmando alcuni documenti e organizzando altri moduli, la sorte gioca a nostro favore e sono positiva sulla riuscita della trattativa.

«facciamo una pausa, Alex, mi scoppia la testa» lamenta la rossa dopo un po' mentre io la ignoro visibilmente, continuando a riportare i dati al computer «stasera ci sei?» chiede ancora lei, mordendosi il labbro.

Io alzo gli occhi al cielo e sbuffo
«ne abbiamo già parlato, rapporto STRETTAMENTE, professionale, chiaro?» con lei devo per forza tornare ad essere l'Alex Vause acida, deve capire che con me non attacca.

Dopo pochi minuti, Vanessa si alza e si posiziona davanti a me, sedendosi sulla scrivania e incrociando le gambe
«so che muori dalla voglia di avermi...» mi sussurra poi sensualmente, giocando con i miei capelli
«piantala, ragazzina» rispondo io, allontanando bruscamente la sua mano dai miei capelli e sbuffando
«andiamo Alex...sciogliti un pochino» insiste ancora «da quanto tempo non scopi? Sei troppo tesa».

Io, seccata dai suoi modi, la fulmino con lo sguardo, mi alzo e mi dirigo verso la porta.
Lei, più veloce di me, mi raggiunge, mi gira e mi bacia passionalmente, inserendo immediatamente la sua lingua nella mia bocca mentre con le mani mi palpa il seno.
Io la stacco quasi subito da me, con uno spintone abbastanza forte

«ma che cazzo fai?!» le urlo, puntandole contro il dito «in questi due mesi non hai concluso un cazzo, ho fatto tutto io e quindi non vedo dove sia il problema se d'ora in avanti me ne occupo solo io! Fuori da qui, subito!» sono furiosa, come si è permessa questa ragazzina di toccarmi in questo modo e di baciarmi
«vaffanculo» mi dice lei, rialzandosi e dandomi una spallata «non sei poi così sexy» e va via sbattendo la porta.
«fanculo» ripeto io, tornando alla mia scrivania e chiamando la mia nuova segretaria al telefono «Kate, lascio l'ufficio per un'oretta massimo, non mi sento bene, vado a prendere un po' d'aria»
«non c'è problema miss Vause».

Esco, così, anche io dal mio ufficio e, successivamente, dall'azienda, più piccolina rispetto alla mia, ha 50 piani in tutto e ovviamente il mio ufficio si trova al 50esimo piano. Sono stata accolta davvero bene da tutti, il loro sogno è di lavorare nell'azienda madre a New York ma posso constatare che anche qui sono tutti efficienti e ben disposti alle mie direttive.

Uscita dall'azienda, mi dirigo verso Santa Monica beach, effettivamente a pochi passi da casa mia, ma decido di scendere in spiaggia, sedermi sulla sabbia e guardare affascinata e sognante l'infinito oceano davanti a me. Immediatamente mi perdo nell'immensità del blu e la mia mente viaggia per 5mila km, arrivando lì, dove non ci sono più fisicamente ma è dove ci ho lasciato il mio cuore.

«lo chiami...» dopo una decina di minuti in totale trance, persa nella rêverie, la voce di una vecchietta mi riporta alla realtà, scuoto la testa e mi giro a sinistra.
È una signora anziana che mi sta sorridendo,

«come, scusi?» le chiedo perplessa
«i suoi occhi verde smeraldo parlano per lei, signorina. Chiami il suo uomo, vedo che lo sta cercando tra le onde ma sa benissimo che da lì non verrà nessuno se lei non fa niente» rimango a bocca aperta, non le rispondo, anzi mi giro di nuovo verso l'oceano, fingendo di ignorarla «lui si trova oltreoceano, vero? La tristezza nei suoi occhi dice più di mille parole, figlia mia»

«non è esattamente un lui...» rispondo io infine, evitando ancora di guardare questa filosofica vecchietta californiana e continuando a fantasticare, perdendomi nel blu del Pacifico
«se davvero ama questa persona, non stia qui a perdere tempo»
«mi rilassa»
«per soli pochi minuti, poi riprende la solita vita e starà di nuovo male.
Lei è innamorata di questa persona, la chiami, non vi perdete, non ne vale la pena soffrire per amore alla sua età» detto ciò, la vecchietta si allontana da me. Adesso posso girarmi e guardarla andare via, raggiungendo un bambino che gioca con il pallone, il quale le indica, con la mano, il Luna Park sul molo, evidentemente vuole fare un giretto sulle giostre. Sorrido involontariamente e mi alzo, pronta a tornare in azienda.

Everything else was just backgroundDove le storie prendono vita. Scoprilo ora