9. Il bacio

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Quella sera, ore 19:15
«perché cazzo ho detto di sì a Nicky?» mi dico sbuffando ed estraendo una maglia a caso dall'armadio «anzi, non le ho detto sì, ha deciso tutto da sola» continuo a dire, facendo un'espressione poco convinta davanti a quella maglia che ho preso prima, posandola nuovamente «da quando mi faccio comandare da lei?».

Mi stendo, poi, sul letto, mi metto un cuscino in faccia e chiudo gli occhi: ripenso a ciò che è successo con Piper in ascensore quella mattina, sento ancora il suo odore che mi manda fuori di testa, sento ancora l'essenza della sua pelle vellutata sul palmo della mia mano, rivedo il suo viso così dannatamente vicino al mio.
Istintivamente, abbraccio il cuscino con maggior vigore e un sorriso da ebete mi spunta sul viso.

DRIIIN DRIIIN
«cazzo!» mi sveglio di soprassalto, prendo il cellulare che sta squillando e prima di rispondere, vedo l'orario «le 20:35» porca miseria mi sono addormentata!
«Nicky sono bloccata nel traffico, penso che tarderò» le dico velocemente, strofinandomi gli occhi
«non farmi aspettare tanto Vause, dannazione!» risponde lei, agitandosi,
«avevamo detto alle 21:00, sto in perfetto orario» insisto io, infilandomi un paio di jeans «ci vediamo tra pochissimo» dico infine, concludendo la chiamata.

Coney Island, ore 22:45
«visto? Perfetto orario!» esclamo, avvicinandomi a Nicky che mi stava aspettando al parcheggio,
«vaffanculo» mi risponde lei irritata «ma che ti sei messa?» mi chiede poi, squadrandomi dalla testa ai piedi. Indossavo, infatti, un paio di jeans semplici, una maglia nera attillata e una felpa appoggiata sulle spalle con le maniche che ricadono libere sul petto.
«non sono tua madre, non rischi di fare brutta figura» rispondo incrociando le braccia «e poi non avevo nemmeno voglia di venire a questo stupido party da teenagers degli anni '80» insisto a dire, con un'espressione disgustata
«sei sempre bellissima, andiamo» dice poi Nicky.
E così ci avviamo verso la spiaggia.

Arrivate alla festa, noto immediatamente un grande falò acceso in mezzo alla spiaggia, tante bottiglie di alcolici e superalcolici sparse un po' ovunque , molte delle quali vuote, e ragazzi e ragazze che si scambiano effusioni in pubblico.
«ha ottimi gusti questa tua nuova fiamma» dico a Nicky con molta ironia, guardandomi intorno
«la festa è del suo amico e poi che cazzo vuoi, questo era il tuo mondo fino ad una fottuta settimana fa» risponde la riccia con una leggera nostalgia «ma in effetti non è il massimo» alla fine però si accorge anche lei della pessima qualità di questa festa.

Mentre ci guardiamo intorno, noto che Nicky assume una strana espressione: un misto tra stupore, meraviglia e incredulità «porca troia ladra» dice infatti
«mh?» mi giro verso di lei senza capire
«guarda laggiù, ci sta la tua gattina sola soletta» dice, indicando col dio una certa zona della spiaggia
«cosa?!» mi giro di scatto e, in effetti, vedo Piper proprio lì sul bagnasciuga, ma che cazzo ci fa in un posto come questo?!
Senza pensarci due volte e con molto nervosismo, mi dirigo immediatamente verso di lei.

«si può sapere che cazzo ci fai qui?!» le urlo, prendendola con forza per un braccio e costringendola a girarsi.
Sembra stupita nel vedermi, si divincola bruscamente dalla mia presa e mi risponde
«vedi di darti una calmata Alex, mi fai male!»
«mi vuoi rispondere o no?!» continuo ad urlarle contro in preda all'agitazione e alla rabbia. In uno schifo di festa come questa non sopporto che ci sia anche lei, non lo voglio accettare, se ne deve andare all'istante!
«stavo con un paio di amici ma non so dove siano adesso, saranno dentro al bar della spiaggia e io devo per forza aspettarli per tornare a casa, sto senza macchina» risponde lei alla fine parecchio infastidita e spingendomi via con rabbia perché effettivamente sono stata un po' troppo impulsiva.
«tu adesso te ne vai subito perché ti ci accompagno io a casa» le dico infine, costringendola a seguirmi.
«aspetta, dopotutto la spiaggia mi piace, andiamo laggiù, si sta più tranquilli» mi risponde poi, indicandomi un angolo della spiaggia decisamente meno affollato.

Raggiungiamo quel posto e devo ammettere che aveva ragione, non è male quando non ci sta la puzza di fumo e il rumore della disco a palla.
Noto poi che Piper inizia a strofinarsi le braccia, in effetti fa molto freddo, solo uno stupido poteva organizzare una festa in spiaggia a febbraio.
Mi tolgo, allora, la felpa, che avevo appoggiato sulle mie spalle, e la metto sulle sue, cingendola poi con il braccio per riscaldarla maggiormente.
«nemmeno tu dovresti stare qui» dice poi lei, rompendo quel magico silenzio «però non ti urlo contro e non ti faccio male» continua a dire, sorridendo.
«stai zitta» rispondo, sorridendo anche io.

Poco dopo, senza riflettere più del necessario, le giro delicatamente la testa prendendola dal mento e le lascio un lieve bacio a fior di labbra.
Mi stacco, la guardo negli occhi e mi fiondo nuovamente su quelle dannate labbra, assaporandone il gusto con sempre più voglia. Avevo dato mille baci prima d'ora ma mai nessuno mi aveva portato in paradiso come è riuscito a fare questo.
Piper inizialmente risponde al bacio quasi con passione ma poi si stacca improvvisamente, girando il viso.
Io la guardo incredula, senza capirne il motivo «s-scusami Alex...io non...io non sono...non...»
«...non sei come me» concludo io, staccandomi da lei in modo freddo e aggiustandomi gli occhiali.
Lei mi guarda con un'espressione indecifrabile, non riesco a capire cosa sta pensando in questo momento, riesco a capire solo come mi sento io: come un fottuto pugile alla fine dell'incontro che dopo aver vinto, viene picchiato ancora dal rivale perdente, in collera.
«non volevo offenderti Alex» cerca di scusarsi avvicinandosi a me, io indietreggio, non mi lascio toccare da lei e le dico, con la solita freddezza «ma ti pare?» guardando il mare e non più lei, sorridendo beffardamente.
«Piper! Piper!» due ragazzi, poi, si avvicinano a noi «è tardi, dobbiamo tornare» dice uno di loro prendendola per un braccio.

Lei si allontana con loro ma ad ogni passo si gira e mi guarda.
Io cerco di rimanere composta e mi guardo intorno, cercando Nicky. Non vedendola, decido di chiamarla
«hey ma dove sei?» chiedo apparentemente serena, senza lasciar trasparire nulla
«al parcheggio tra 3 minuti, Vause, scappiamo da questa merda».
Sorrido e mi avvio verso il parcheggio.

Mentre cammino appoggio una mano sul cuore
«credo che mi stia facendo male, molto male» penso, girandomi ancora verso quell'angolo di spiaggia.

Everything else was just backgroundDove le storie prendono vita. Scoprilo ora