28. La magia del Natale

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Alex's pov, 21 dicembre
Osservo la neve scendere silenziosamente dalle grandi vetrate del mio ufficio, il cielo è bianco, il sole è nascosto e io sorseggio la mia cioccolata calda, sommersa in numerosi pensieri di varia natura.
Tra poco è Natale e io ho anticipato le ferie a tutti i miei dipendenti, oggi, infatti, è l'ultimo giorno lavorativo e poi riprenderemo tutti dal 27 dicembre.
«yo, Vause!» Nicky spalanca la porta del mio ufficio, facendomi incazzare non poco
«ma che cazzo, Nicky! Se non vuoi bussare, almeno aprila decentemente questa cazzo di porta!» le urlo, innervosita
«hey hey linguaggio, Vause, tra poco è Natale e siamo tutti più buoni» afferma la riccia, avvicinandosi a me e togliendomi il bicchiere da mano, per sorseggiarlo lei stessa «è confermato, quindi? Vieni da me alla vigilia?» mi chiede ancora, assumendo un'espressione sofferente perché la cioccolata è bollente e probabilmente si è scottata la lingua
«sì, come sempre. Però ti prego, quest'anno non voglio altre galline tra i piedi» le rispondo io, pregandola «solo io e te, in tranquillità, va bene?»
«mmh romantico, me gusta» mi dice lei, scherzando e con un sorriso malizioso sul viso
«smettila» aggiungo io, infine, ridendo e continuando a guardare la neve scendere e imbiancare tutto.

Piper's pov
«...certo tesoro, ci vediamo il 24 sera a casa dei tuoi genitori» chiudo così la chiamata con Larry. Mi ha invitata a passare la vigilia di Natale con lui e la sua famiglia, da un lato è una liberazione perché non avrei sopportato le vacanze nel Connecticut con le mie zie che mi chiedono del lavoro, quando mi sposerò e se voglio dei figli, ma dall'altro lato, non salterei di gioia nemmeno sapendo che devo stare con lui. Il Natale è magico proprio perché va passato con le persone che si amano e io, adesso ne sono convinta, non amo Larry. Non l'ho mai amato perché non ho smesso nemmeno un secondo di amare Alex. È da un anno che amo solo lei, non esiste nessun altro.
Allora perché sto ancora con lui? Odio doverlo prendere in giro, è un bravo ragazzo e non merita di soffrire, ma io non ne posso davvero più. Credevo di riuscire a dimenticare Alex stando con lui, ma forse è successo l'esatto opposto: mi sono accorta di amarla più di prima, ecco la dura verità.

«finalmente l'ultimo giorno di lavoro!» entra Taystee, euforica, nel mio ufficio ed eccitata per le imminenti vacanze «come festeggerai il Natale, Piper?» mi chiede ancora
«con il mio ragazzo» rispondo io, forzando un sorriso «aspetteremo la mezzanotte insieme»
«mi raccomando il vischio! Un bel bacio appassionato!» mi incita Taystee, mentre io le sorrido ancora, cercando in tutti i modi di nascondere il fastidio e la poca voglia che ho di passare il Natale con lui.
«forse era meglio con le zie...» penso, mentre giocherello con la penna, facendola oscillare tra le dita.

Alex's pov, 24 dicembre, ore 23:30
Ecco lo sapevo, sono in perfetto ritardo, non riuscirò mai a raggiungere casa di Nicky in mezz'ora.
Intelligentemente, ho deciso di non prendere l'auto e di farmela a piedi «mmh anche se avessi preso l'auto, avrei fatto tardi, guarda che traffico» mi dico, mentre cammino a passo svelto, guardando la strada.
New York diventa magica durante il periodo natalizio, addobbi ovunque, canzoni di Natale a ripetizione, bambini felici che corrono sulla neve aspettando Babbo Natale.
È un'atmosfera meravigliosa.

Ho in mano, come sempre, la mia immancabile cioccolata calda che mi aiuta a non gelare sotto la neve che sta iniziando a scendere silenziosa, il mio cappotto lungo, invece, mi aiuta a proteggermi dal vento freddo ma, effettivamente, se avessi preso l'auto non avrei rischiato l'ipotermia.

«posso avere la tua cioccolata?» la voce di un simpatico bambino attira la mia attenzione, abbasso lo sguardo e lo vedo che tira il mio cappotto «sei più alta del mio papà!».
Io lo fisso perplessa e poi mi guardo intorno, i suoi genitori dovrebbero essere nei paraggi, non ha l'aria di essere un bambino che si è perso
«sei solo, soldato?» gli chiedo, con tono scherzoso
«Richard!» una donna si avvicina a noi a passo svelto «quante volte ti ho detto che non devi allontanarti?!»
«voglio la cioccolata anche io!»
«te la compro domani, ho dimenticato la borsa a casa, andiamo» gli risponde, incitandolo a tornare a casa con lei «mi scusi, signorina» dice infine, la donna, rivolta verso di me.
Io la rassicuro con lo sguardo e poi torno a guardare questo bambino «aspetti» dico, infatti, alla signora per poi rivolgermi soltanto al bambino «vieni con me, Ricky».
Di fronte a noi si trova, infatti, una tavola calda, entro dentro con Richard e gli compro, finalmente, la cioccolata «ecco qua, adesso anche tu hai la cioccolata, proprio come me» dico infine a questo simpatico bambino, sorridendo anche a sua madre.
«grazie mille, buon Natale!»

Ore 23:50
Sto passando, proprio in questo momento, sotto la cattedrale gotica di St. Patrick, ogni volta che non lavoro e ho del tempo libero, vengo spesso qui ad ammirarla e non ne ho mai abbastanza. È così maestosa, così potente, da mozzare il fiato, sembra voglia allungarsi per raggiungere direttamente Dio, ma alla fine lo stile gotico proprio a questo punta: al rapporto diretto uomo-Dio, tipica mentalità europea intorno al '700.

Sono le 23:57 quando le campane della cattedrale iniziano a suonare e io mi giro perplessa, proprio verso la solenne struttura «perché suonano 3 minuti prima della mezzanotte?» penso, mentre alzo lo sguardo verso il campanile, con un'espressione perplessa e interrogativa.
Continuo a camminare con lo sguardo alzato, senza curarmi di guardare avanti e, inevitabilmente, vado a sbattere contro qualcuno o qualcosa, facendo rovesciare la cioccolata calda sul mio cappotto.
«dannazione!» impreco, alzando leggermente la voce e abbassando lo sguardo sul cappotto, per controllare il danno.
Dopo un secondo, alzo lo sguardo verso la persona contro la quale sono andata a sbattere e, semplicemente, non posso crederci: Piper Chapman, davanti a me, proprio come la prima volta.

Ore 23:59
Silenzio.
Le campane hanno smesso improvvisamente di suonare.
Ci guardiamo negli occhi, nessuna delle due dice una parola, sono i nostri occhi a parlare, a comunicare tutto l'amore che proviamo, senza però dimostrarlo.

Ore 00:00, Natale
Suonano nuovamente le campane, a festa.
In questo momento è scoccata la mezzanotte, in questo momento è Natale.
«buon Natale, amore mio» mi giro verso destra e vedo una giovane coppia scambiarsi un bacio affettuoso sotto il vischio,
«è Natale, mamma! È Natale, papà! Torniamo a casa ad aprire i regali, Babbo Natale è arrivato!» mi giro a sinistra e vedo una bambina, mano nella mano con i suoi genitori, felicissima di trascinare la sua mamma e il suo papà, con impazienza, verso casa, per scartare i regali.
Torno, infine, a guardare Piper, la quale punta, anche lei, i suoi occhi su di me e accenna un leggero sorriso, forse perché anche lei avrà notato questa bambina o forse perché ho il naso rosso per via del freddo. Ma mi piace pensare che abbia guardato quella bambina con me.
Anche io la guardo, anche io le sorrido dolcemente: la magia del Natale ha colpito anche quest'anno.
«buon Natale, ragazze!» un simpatico Babbo Natale si avvicina a noi, porgendoci del vischio e delle caramelle, per poi andare via e fermare altre persone.
Io osservo il vischio nella mia mano, poi Piper e poi di nuovo il vischio
«normalmente il vischio dovrebbe trovarsi sopra le nostre teste, non in mano» finalmente le parlo, dopo un anno finalmente torno a parlarle «ma, per oggi, facciamo un'eccezione» dico ancora, lasciando cadere il vischio sulla neve soffice, che intanto si era formata per terra, e avvicinandomi delicatamente al viso di Piper.
So che è fidanzata ma in questo momento non mi importa, in questo momento siamo io e lei, nella notte di Natale, la più magica dell'anno.
Solo io e lei.
Unisco finalmente le nostre labbra e ci lasciamo trasportare da un bacio delicato, affettuoso, romantico, dolce, morbido, la mia mano le accarezza delicatamente la guancia, mentre lei, timidamente, porta la sua dietro la mia nuca.
Un bacio tanto sognato negli ultimi 365 giorni, tanto desiderato negli ultimi minuti.
In questo momento non mi importa nemmeno più di quell'articolo che scrisse, non mi importa più di niente, forse domani tornerò a non perdonarla più, ma adesso è Natale, adesso so soltanto che la amo ed è lei tutto ciò di cui ho bisogno.

Poco dopo, Piper si stacca lentamente da me, mi guarda un'ultima volta per poi abbassare subito lo sguardo, facendo scendere una solitaria lacrima dagli occhi, e scappa via, senza dirmi niente. Io non mi giro nemmeno per guardarla andare via, anzi me lo aspettavo che sarebbe successo, se non fosse stata lei a correre via, molto probabilmente l'avrei fatto io.

Non è detto che se due persone si amano, devono per forza essere felici, non è detto che se due persone si amano alla follia e sono innamorate l'una dell'altra, sono destinate a stare insieme per sempre.
Non è detto.

DRIIN DRIIN
«Vause! Ti picchierei a sangue se solo non fosse Natale, dove diavolo sei?!»
«arrivo subito, Nicky, ho avuto un piacevole contrattempo».



Spazio autrice
Awww ma che cucciole di pan di stelle che sono queste due!!
Okok lo so che siamo ad agosto e il Natale non fa parte dei piani, ma ci stava tutto un capitolo come questo, anche se non mi convince del tutto, dovrò rileggerlo meglio!
Fatemi sapere cosa ne pensate!!!
MihaVause

Everything else was just backgroundDove le storie prendono vita. Scoprilo ora