22. Ciò che è mio non si tocca

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Filiale della Vause Enterprises
«ma è mai possibile che appena manco metà giornata non si capisce più niente?!» urlo abbastanza energicamente contro Kate e altri due dipendenti, fuori dal mio ufficio «se lavoraste nella mia personale azienda a New York, adesso vi ritrovereste tutti senza uno straccio di lavoro!» ero così nervosa, come hanno fatto a perdere un importante documento per la riuscita della trattativa?

Entro nel mio ufficio insieme a Piper, che intanto era rimasta muta e intimorita di fronte alla mia sfuriata con Kate e chiudo la porta sbattendola «Alex calmati adesso» mi dice Piper con voce delicata avvicinandosi a me, mentre io mi siedo alla mia scrivania e accendo il computer senza risponderle perché so che se lo avessi fatto, avrei trattato male anche lei. Mi conosco e quando sono nervosa non so trattenermi.
«era importante?» mi chiede ingenuamente e con tanta innocenza
«secondo te?! Non credo si trattasse della lista della spesa, che dici?» ecco qua, ho risposto male anche a lei ma effettivamente è stata una domanda stupida che ha ulteriormente alimentato il mio nervosismo. Lei abbassa lo sguardo e va a sedersi dietro un'altra scrivania, più piccola, sul lato destro dell'ufficio, accendendo anche lei il computer «controlla la tua posta elettronica e se hai ricevuto email da Figeroa o Jefferson, lavoraci sopra» le dico con un tono che non ammette repliche, come se stessi parlando con un qualunque altro dipendente.

Piper's pov
Non ho mai visto Alex così nervosa, non stava così arrabbiata nemmeno quando licenziò Sam Watson dopo aver scoperto quelle foto su internet, ma questo non significa che deve avercela anche con me. Capisco tutto ma trattarmi così no, mi ha dato troppo fastidio «potresti anche moderare i toni visto che io non ti ho fatto niente» le dico infastidita dai suoi modi e aprendo effettivamente una mail che mi ha inviato Figeroa, riguardo la correzione di un articolo di giornale di un tirocinante universitario.

Lei mi ignora visibilmente, continua a leggere al computer e a trascrivere qualcosa su dei fogli che aveva davanti, come se io non ci fossi nemmeno in ufficio e ciò mi rende ancora più nervosa.
«cazzo...» sento, poi, Alex imprecare sottovoce e alzare gli occhi al cielo per poi prendere il cellulare e fare una chiamata, sbuffando «Vanessa, questi idioti hanno perso la fattura importUE, ricordo che tu hai una copia nuova, non compilata, portamela in ufficio» Alex ha chiamato quella Vanessa, credo si riferisca al documento che è andato perso del quale lei dovrebbe avere una copia in più «Vanessa, per favore, non fare la bambina!» ok ne ho abbastanza, che cazzo vuole questa Vanessa? Perché sta facendo la bambina?

Dopo pochi secondi, Alex riattacca, comportandosi come se stesse aspettando qualcuno, credo che alla fine quella Vanessa abbia accettato e potrebbe arrivare a momenti.
«potresti, per favore, smetterla di ignorarmi?» chiedo parecchio infastidita «quindi adesso conoscerò Vanessa?».
Alex finalmente mi guarda, si alza dalla sua postazione e si avvicina a me «tranquilla, Pipes» mi dice sorridendo e accarezzandomi i capelli, per poi lasciarmi un dolce bacio sulle labbra «scusami per prima»
«va tutto bene Al, non è successo niente» le rispondo dolcemente per poi abbracciarla. In quello stesso momento, qualcuno bussa alla porta e siamo costrette a dividerci. Io torno a sedermi alla mia scrivania e Alex invita chiunque sia ad entrare.
Appena la porta si apre, entra una giovane ragazza, credo avesse la mia età, con dei lunghi capelli rossi, atletica, infatti indossa una tuta nera aderente, e dalla pelle abbronzata «normalmente ti avrei detto di andare a fanculo, ma visto che sei tu, ho fatto un'eccezione, eccoti il modulo» dice ad Alex con spavalderia e facendole l'occhiolino.
Sento il sangue pulsare nelle vene come se volesse fuoriuscire da un momento all'altro

Diciamo che ha tentato ed è riuscita a baciarmi e toccarmi

le parole di Alex rimbombano nella mia testa senza darmi tregua.
Faccio cadere di proposito la penna per terra per attirare la loro attenzione e ci riesco, Vanessa si gira e mi guarda «tu devi essere quella nuova?» mi chiede infatti, avvicinandosi a me. Io cerco con lo sguardo quello di Alex per farle capire che sono furiosa con lei per poi tornare a guardare Vanessa,
«no, in realtà sono la ragazza di Alex» le rispondo con un sorriso impavido sul mio volto e sicura di me «tu saresti?»
«Piper, per favore...» Alex cerca di intromettersi per evitare problemi
«rilassati bambina, la tua ragazza è saporita ma non mi interessa più» mi risponde lei con quel tono di superiorità che non sopporto. Io mi limito a sorriderle beffardamente, a sedermi nuovamente alla scrivania e a tornare ai miei affari «Alex mandala via per favore» concludo infine.
Vanessa non aspetta che sia Alex a mandarla via e se ne va subito dopo, chiudendosi la porta alle sue spalle.
«hai finito di comportarti da immatura?» mi dice subito dopo Alex, molto nervosa e compilando il documento portato da Vanessa
«ho solo messo in chiaro le cose, ciò che è mio non si tocca» rispondo con sicurezza.
Alex non riesce a trattenere un sorriso e mi guarda «ciò che è tuo?» ripete poi con un'espressione maliziosa
«sì, Alex, ciò che è mio»
«sei sexy e insopportabile nello stesso momento quando fai la gelosa» mi dice alzandosi e tornando nuovamente da me. Mi alzo anche io, le sorrido e porto le braccia al suo collo, dandole un bacio pieno di passione. Lei in un prima momento mi cinge i fianchi con dolcezza ma poi mi spinge con forza verso la parete alle spalle della mia scrivania, bloccandomi i polsi e impossessandosi del mio corpo.
Sono completamente sottomessa a lei, non ho la forza di reagire e lascio che prenda il controllo su di me, di nuovo.
Subito mi sbottona la camicia con bramosia per poi affondare il suo viso e le sue labbra tra i miei seni, ancora protetti dal reggiseno «Alex...Al...non...non credo sia il caso...» cerco di essere quella razionale tra le due, visto che Alex ha già perso il controllo, ma il desiderio in quel momento era così alto che non mi importava più, volevo a tutti i costi continuare quella danza peccaminosa «ah, al diavolo...scopami amore» le dico infine, con una luce diversa negli occhi, piena di desiderio e voglia di lei.
Alex alza lo sguardo e mi sorride per poi far scivolare la mano dentro i miei pantaloni. Sento una scossa percorrermi tutto il corpo appena le sue dita entrano in contatto con il mio sesso, non riesco a trattenere un gemito che lascio fuoriuscire ma subito dopo lei mi chiude la bocca con l'altra mano, per evitare che la sua segretaria o altre persone ci potessero sentire. Io chiudo gli occhi, non ce la faccio e combatto contro me stessa per trattenere tutte le dimostrazioni sonore di piacere che avrei potuto emanare.
Lei continua a stimolare il mio clitoride a ritmo costante, prima velocemente, poi lentamente e poi di nuovo velocemente e io accompagno i suoi movimenti con il bacino.
Lei ancora non mi penetra, adora farmi soffrire e quindi le faccio capire che ho assolutamente bisogno delle sue dita dentro di me, mi abbasso, allora, i pantaloni insieme all'intimo, prendo la sua mano nella mia e l'accompagno con più voglia, strofinandola sulla mia intimità, mentre lei mi bacia voracemente le labbra per evitare che io urli.
Improvvisamente una nuova scossa mi percorre la schiena, facendomi inarcare completamente, aveva, infatti, finalmente deciso di penetrarmi. Prima un dito, poi il secondo, con una velocità che aumentava ad ogni spinta. Io mi aggrappo con le unghie alla sua spalla, mentre con l'altra mano mi appoggio al muro dietro di me «Alex!» il suo nome risuonava in tutto l'ufficio, ero completamente fuori di me e quando ha inserito un terzo dito, ero davvero vicina al culmine del mio godimento.
Noto, poi, che progressivamente Alex si abbassa sempre di più e, con dei baci, scandisce il percorso intrapreso: labbra, collo, seno, pancia arrivando, infine, al basso ventre. Istintivamente posiziono entrambe le mie mani sulla sua testa, tra i suoi capelli, spingendola leggermente più sotto fino a posizionarsi tra le mie gambe, iniziando, così, a roteare la sua lingua sul mio clitoride. Sto esplodendo di sensazioni mai provate in vita mia, un piacere inspiegabile regalato dalla persona che più amo al mondo.
Mi metto una mano davanti alla bocca perché non riesco a controllare i miei gemiti, trasformati inevitabilmente, in urla di piacere.
Mentre lavora con la lingua sulla mia intimità completamente bagnata, torna nuovamente a penetrarmi, fino a quando, finalmente il mio orgasmo non esplode sulle sue dita e nella sua bocca. Per ultima cosa, risale fino alle mie labbra e mi bacia dolcemente, facendomi provare il mio stesso sapore. Sono venuta per la prima volta in vita mia ed è la sensazione più paradisiaca che io abbia mai provato.
Sto ancora in estasi, ho il respiro rotto e sono paralizzata, infatti è Alex ad alzarmi i pantaloni e ad abbottonarmi la camicia «come stai?» mi chiede, accarezzandomi la guancia
«ti amo Alex, ti amo e basta» riesco a risponderle, cercando di riprendermi, aggiustandomi i capelli
«ti amo anche io, Pipes» risponde dolcemente «continuiamo a lavorare?»
«n-non ci sei rimasta male?» c'è infatti una cosa che non mi torna e devo assolutamente togliermi questo dubbio
«che intendi?» mi guarda stranita
«voglio dire...cioè...hai fatto tutto tu, io niente, non ci sei rimasta male?» mi sembrava così strano che lei preferisse darmi piacere piuttosto che riceverlo, è godimento puro e non riesco proprio a capire
«aspetto che tu ti senta pronta, non ti preoccupare, ho goduto anche io» mi dice per farmi sentire meno in colpa. Io le sorrido e torno alla mia scrivania, continuando a lavorare.

Everything else was just backgroundDove le storie prendono vita. Scoprilo ora