11. ...O forse no

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32esimo piano, 20 minuti dopo
Sono uscita di corsa dal mio ufficio e senza riflettere davvero su ciò che stavo facendo, mi sono ritrovata al 32esimo piano e già vedo l'ufficio di Jefferson in lontananza verso il quale mi avvio, sicura di me.

Arrivata a destinazione, noto che all'interno non c'è nessuno, solo una biondina a me familiare che cerca di posare un libro su uno scaffale abbastanza in alto. Mi appoggio all'uscio della porta, incrocio le braccia e sorrido divertita vedendo i suoi sforzi per allungarsi più del dovuto ma non riesce proprio a raggiungere quello scaffale.
Mi avvicino, allora, dietro di lei, appoggio una mano su un suo fianco e allungo l'altra, posando finalmente quel libro «mi devi restituire ancora la felpa di ieri» le sussurro poi all'orecchio, ridendo.
«vada via» risponde lei, non girandosi nemmeno e rimanendo sempre rivolta verso la libreria.
«apprezzo lo sforzo, Pipes, ma è un controsenso ordinarmi di andare via usando una forma di cortesia» dico ridendo e alleviando quella tensione che si percepisce «adesso ti guardo, ma tu devi collaborare, girati» continuo a dire, con voce dolce.
Lei si gira ma non riesce a guardarmi negli occhi.
«mi dispiace sia per ieri e sia per poco fa, ero nervosa e me la sono presa con tutti» inizio a dire «per quanto riguarda ieri, non è successo niente ok? Basta dimenticare, insomma è abbastanza facile dimenticare uno schifo di festa come quella, non trovi?» lei ride alla mia battuta e fa cenno di sì con la testa «dimentichiamo ok?» insisto ancora, sorridendole.

Lei si appresta a rispondere ma veniamo interrotte «Piper! Nelle grazie del capo stiamo eh?» entra Tasha Jefferson, solare come sempre «buongiorno miss Vause, è raro vederla da queste parti»
«sono di passaggio Tasha, com'è questa tirocinante?» le chiedo, non togliendo nemmeno per un istante gli occhi da Piper
«un gioiellino, anche se a volte è un po' sbadata» risponde lei
«ah bhe ne so qualcosa» dico ridendo «adesso vado, buona giornata» e così esco dall'ufficio facendo l'occhiolino a Piper.

«destinazione 57esimo piano» penso poi, una volta uscita dall'ufficio di Piper e Tasha, con un sorriso soddisfatto sul viso.

57esimo piano, ufficio di Nicky
«hai sistemato bene qui dentro» affermo, rimanendo sull'uscio della porta e guardandomi intorno «è da una vita che non ci metto piede visto che qualcuno mi rompe le palle ogni giorni nel mio uffico»
«entra muoviti prima che cambi idea» mi risponde Nicky, alzandosi dalla sua scrivania e sorridendomi «a cosa devo l'onore?» chiede poi, con la sua solita espressione scherzosa.
Io mi avvicino a lei e mi limito semplicemente ad abbracciarla «mi manchi, tutto qua» le dico, stringendola forte
«è passata massimo una mezz'ora, Vause, so di essere importante ma mi stai sorprendendo comunque» risponde Nicky ridendo «stasera quindi alla vecchia maniera?» chiede ancora, assumendo un'espressione maliziosa e alludendo al Lohan Night Club.
Io mi stacco e la guardo malissimo «stavo scherzando, gelatino a Central Park allora?» si giustifica infine, fingendosi un angioletto.
«ora parliamo la stessa lingua, ci vediamo stasera» dico io infine, avviandomi verso l'uscita del suo ufficio.

Quella sera, Central Park
«quindi lei ti ha confermato che dimenticherà il bacio?» mi chiede Nicky, leccando il suo gelato. Ci troviamo su una panchina a Central Park, è una serata piacevole anche se fredda ma al gelato non si dice mai di no.
«esatto» rispondo io leggermente sconsolata «ma avevi ragione tu, non posso prendermela con lei per il suo orientamento sessuale, non ha senso» continuo a dire, osservando il mio gelato «non ti sembra che questa zuppa inglese sia più gialla del normale?» chiedo ancora, mostrandole il mio cono più da vicino
«mmh...potrebbe essere velenoso o potrebbe essere pipì di ippopotamo, non lo sapremo mai» risponde lei, prendendomi in giro
«no è buono invece» dico infine soddisfatta del mio gelato.
«hey hey che ne dici di quella che sta camminando laggiù con il cane?» mi chiede poi Nicky, indicando una ragazza mora e alta in lontananza
«carina, ma se non è bionda e non ha gli occhi azzurri, non è il mio tipo»
«ogni mora ha la sua bionda, dice il saggio!» afferma poi lei, dandomi qualche colpetto sulla spalla.

D'un tratto un enorme sorriso le si stampa sul volto, si alza di scatto dalla panchina ed esclama a voce bassa «Lorna?!» poi si gira verso di me e dice «a domani Vause, se sai cosa intendo» e si avvia verso quella ragazza a passo svelto.
«ma cos...» rimango così come una scema da sola «E VA BENE, SIGNIFICA CHE FINIRÒ QUESTO GELATO DA SOLA» urlo, alzando la mano sinistra con il cono «dannazione» aggiungo poi sottovoce.

In quel preciso momento, con la coda dell'occhio, vedo un'ombra alle mie spalle avvicinarsi sempre di più al mio gelato, ancora alzato
«mmh zuppa inglese e nocciola, non male miss Vause» mi giro e vedo una testolina bionda che sta assaggiando il gelato che mi ero comprata.
«ma che fai, Piper?!» le dico poi ridendo, meravigliata da quello strano incontro e allontanando il mio cono da lei.
La bionda si siede accanto a me, mi prende la mano con il gelato e se lo avvicina di nuovo alle labbra «tu hai fatto una cosa simile con il caffè, siamo pari»
«però non te lo mangiare tutto tu!» lamento poi, staccandolo da lei e avvicinandolo a me.

In tutto questo simpatico siparietto, la sua mano è sempre stata appoggiata alla mia e ciò mi ha trasmesso una tranquillità non indifferente.
«che ci fai da queste parti?» chiedo dopo un po', dandole direttamente tutto il mio gelato e sbuffando
«stavo con una mia amica ma poi mi ha piantata» risponde lei «e non ti lamentare per il gelato, ti concedo un ultimo assaggio» continua a dirmi, con un atteggiamento da bambina che mi piace un sacco
«ah ma che gentile» rispondo infine io, sorridendole.

Dopo un'oretta di chiacchiere e risate, decidiamo di tornare a casa e Piper accetta un passaggio in auto da me «quel gelato era proprio buono» inizia a dire, guardando fuori dal finestrino
«ah bhe mi piacerebbe dire lo stesso ma l'ho solo assaggiato» rispondo io, lanciandole una frecciatina
«che profumo hai messo stasera?» chiede poi, girandosi verso di me
«Chanel n.5 ti piace?»
«da morire, ma come non detto, non posso permettermelo» dice poi sconsolata, mentre io assumo un'espressione furbetta in viso, dopo che un'idea mi è balenata in testa «eccoci arrivate, è l'ultima casa a sinistra» dice infine.

Arrivate sotto casa sua, lei ancora non scende dalla mia auto «posso farti solo una domanda e poi dimentichiamo come mi hai suggerito stamattina?» chiede Piper, rompendo quel silenzio. Io annuisco, guardando lo sterzo, sapendo che non avrei saputo rispondere, qualunque domanda fosse.
«perché? Solo questo voglio sapere, perché?» mi dice lei con fermezza
«non ha importanza adesso» rispondo io sorridendole e tranquillizzandola «vai, è tardi» la incito a tornare a casa perché se fosse rimasta ancora, non so se avrei resistito alla tentazione di baciarla nuovamente.
Quest'atmosfera è perfetta, solo io e lei nel silenzio della notte e solo Dio sa quanto è immensa la voglia di lei in questo momento.

Prima di scendere dall'auto, si avvicina e mi lascia un lieve bacio sulla guancia, tutto quello che riesco a fare è semplicemente chiudere gli occhi, quella ragazza mi rende più debole di quanto avessi mai potuto pensare.
«buonanotte, allora» mi dice poi, uscendo dall'auto
«buonanotte Pipes» le rispondo io sorridendo e mettendo in moto la mia Porsche.

Everything else was just backgroundDove le storie prendono vita. Scoprilo ora