Seconda parte
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La notte prima
Dopo la telefonata al padre, per Filippo fu difficile rimanere ancorato alla realtà di quella sera. La sua mente aveva preso a correre, assorbendo ansie passate ed acquisendone di nuove, rivolte al futuro.
Improvvisamente ciò che lo circondava non riusciva più ad attirare la sua attenzione, perché era tutto lontano, ovattato e poco importante. Senza alcun significato.Non era nemmeno riuscito a finire l'aperitivo, lui, che impazziva per olive verdi e patatine. A lui, proprio a lui, si era completamente chiuso lo stomaco.
Voleva andare via da lì, scappare, alzarsi in piedi, voleva fare in modo che la notte passasse in un baleno e potesse già trovarsi faccia a faccia con suo padre.
Purtroppo era perfettamente conscio del fatto che, al contrario, gli si prospettava una lunga notte di paranoie e paura.Come risultato, si chiuse nel suo silenzio, in quel silenzio preoccupato e denso di ansia che Einar non poté fare altro che rispettare e seguire Fil dal parcheggio del bed and breakfast fino alla loro stanza, al secondo piano.
Fil infilò la chiave nella serratura, una, due volte, continuando a sbagliarne verso, incapace di ragionare, in quel momento, su come si dovesse mettere, su come si aprisse una porta. Gli tremavano le dita.
Allora Einar posò la mano sulla sua spalla e lo fece spostare delicatamente, sussurrando con un piccolo sorriso che avrebbe fatto lui.
Una volta in stanza, Fil si spogliò con aria nervosa e, ancora senza dire una parola, si infilò in bagno per una breve doccia.
Einar, nel frattempo, raccolse alcuni vestiti sparsi di Filippo e decise che più tardi, una volta che Fil sarebbe stato tranquillo, avrebbe lavato quelle t-shirt nel lavandino del bagno e le avrebbe stese per farle asciugare.Casalinga cubana mica per niente, gli venne da pensare con un sorriso, tornando indietro con la mente alla spesa al supermercato che faceva con Fil almeno una volta a settimana.
Lo scroscio dell'acqua che proveniva dal bagno, comunque, ebbe la forza di un balsamo e riuscì a distendergli un po' i nervi: sapeva che Filippo era lì, al sicuro, e per qualche minuto avrebbe potuto smettere di preoccuparsi.
Dopo aver ammucchiato le maglie da lavare sulla scrivania e sistemato un po' in giro, Einar si sedette sul bordo del letto con una gamba piegata.
Si godette, solo un attimo dopo, lo spettacolo di un Filippo nudo che gli passava davanti, per raggiungere il borsone con gli abiti puliti.
Era inutile girarci tanto intorno: amava quella pelle liscia, diafana, il petto elegantemente scolpito, le spalle proporzionate e muscolose, i fianchi stretti, quel sedere perfetto, piccolo, tonico che adorava stringere tra le dita, baciare, modere.
E poi le gambe che scendevano giù dritte, forti disegnando una figura che amava ogni giorno di più.
Si ritrovaca a commuoversi sempre un po', per la bellezza che poteva ammirare. E che era solo sua.
Per non parlare, poi, del viso, di quegli occhi di un verde indefinibile, puri, lo specchio della sua anima limpida e sincera.
E quelle labbra? Labbra che, Dio, avrebbe baciato per una vita intera, consumato d'amore fino alla fine dei suoi giorni."Vado a fare una doccia anch'io. Posso stare tranquillo, Fil?" chiese a quel punto osservandolo mentre infilava dei pantaloni qualsiasi. L'altro si voltò e gli rispose con un piccolo sorriso, un sorriso vuoto e tirato, ben lontano da quelli a cui Einar si era dolcemente abituato.
Dopo una aver fatto tutto in tempi record, Ein uscì dal bagno e indossò una tuta grigia dal taglio morbido: gli piaceva particolarmente perché gli ricordava i mesi ad Amici e, di conseguenza, quando si erano conosciuti.
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Come sopra un ring (Eiram)
Fanfiction/COMPLETA/ Circa un anno dopo la vittoria, Filippo torna a fare i conti con la vita che ha lasciato indietro. Ma questa volta non è solo. L'amore -a tratti disperato, frustrante ed impossibile- tra Einar e Filippo troverà modo di sopravvivere a tut...