Mi drogherò di te

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Quando il racconto di Filippo termina, c'è un lungo momento di silenzio.

Un silenzio di quelli assordanti.

Per tutto il tempo, Einar lo ha tenuto stretto contro di sé, ha attutito ogni singhiozzo e, soprattutto, ha pianto con lui.

Adesso posa il mento sulla sua spalla e lo culla con un movimento lento, avanti e indietro, come fosse un bambino.

E lo è, Fil, un bambino. Ha bisogno di essere consolato, in questo momento, fondamentalmente perché nessuno lo ha mai fatto davvero.

Einar sa cosa significhi sentire il bisogno di una carezza confortante e non riceverla mai.
Sa bene cosa voglia dire svegliarsi e domandarsi chi, quel giorno, si prenderà cura di te, perché che tu abbia dieci, trenta o cinquantanni, arrivi ad un punto in cui sei così stanco che vorresti spegnere la tua vita, metterla in pausa per un po'.
Ed è proprio di qualcuno che avresti bisogno in quelle mattine: non averlo può essere deleterio.
Fa male da morire.
E ti condiziona l'esistenza.

Allora posa le mani sulle sue per tenerlo più stretto contro il proprio petto.
Le dita di Fil sono gelide ed il suo viso ancora più pallido del solito: i suoi occhi, i suoi bellissimi occhi, sono arrossati dalle lacrime e sembra davvero sfinito.

Allora Einar prende la situazione in mano e, come se Fil in questo momento fosse totalmente incapace di intendere e di volere, si alza e lo aiuta ad alzarsi a sua volta.

Lo accompagna in ogni passo mentre si allontanano da quel lago maledetto.

Gli passa un braccio attorno alla vita e lo regge, lo preme contro il proprio fianco e sincronizza il passo con il suo, come se Fil fosse troppo debole per reggersi da solo: e probabilmente è così. Quel racconto lo ha spossato e ci vorranno giorni per riprendersi.

Raggiungono, dopo una camminata di una decina di minuti con le scarpe sportive tra i cumuli di neve, lo spiazzo dove hanno parcheggiato l'auto solo qualche ora fa.
In realtà paiono passati anni. Millenni, forse.

Einar disattiva la chiusura centralizzata e fa accomodare Fil sui sedili posteriori.
Filippo si sente affaticato e assurdamente consumato da tutto quello, così poggia il capo all'indietro e socchiude gli occhi. Sente l'altro armeggiare nei sedili anteriori e poco dopo lo sente sedersi accanto a sè.

Mentre un piacevole calore inonda l'abitacolo e gli pervade l'animo ghiacciato, Filippo non può fare a meno - ancora una volta- di pensare: amore mio.

Einar passa di nuovo un braccio attorno alle sue spalle e con il palmo della mano gli sfrega il braccio per scaldarlo.
Gli sembra così fragile, adesso... forse come non lo ha mai visto.

"Va meglio? Ho acceso il riscaldamento" mormora, quindi, lasciando un bacio sulla sua tempia.

Riceve in risposta un mugolio di assenso e Filippo gli si accoccola meglio tra le braccia, sfrega un po' il naso contro il suo collo.

Sorride, Einar, soffocando un sospiro di sollievo: pian piano, Fil sta riprendendo un colorito sano, le guance si stanno leggermente arrossando per quel calore.
Poco importa che lui stesso stesse morendo di freddo fino ad un attimo prima: sarebbe rimasto in mutande pur di poter scaldare Filippo.

Fil alza il capo quanto basta per guardare Einar negli occhi. Cerca di accennare un sorriso ma è troppo faticoso in questo momento.

Allora Einar posa le labbra sul suo viso, gli bacia la fronte, gli occhi adesso socchiusi, le guance umide di lacrime salate, lacrime trattenute che hanno fatto annegare dentro Filippo. Lui e tutti i suoi sentimenti.

E poi, finalmente, sfiora la sua bocca: lo fa dapprima con l'indice, traccia la linea delle sue labbra col polpastrello e Fil si ritrova a schiuderle appena contro il suo dito e fa sorridere l'altro.

Si ritrovano a baciarsi lentamente, ad esplorarsi come fosse la prima volta, a toccarsi ovunque e in ogni modo, come non si conoscessero o non si fossero mai incontrati.

Eccoli lì, invece, uno la ragione di vita dell'altro, tutto ciò che hanno e tutto ciò che vogliono avere: non importa, adesso, il successo, il tour imminente, la vita pubblica.
Importano solo loro.

E fanno l'amore, piano, dolcemente, prendendosi tutto il tempo del mondo, come se il mondo si fosse fermato ed il tempo dilatato per loro. Solo ed esclusivamente per loro.

I gemiti riempiono l'abitacolo, i loro corpi si incastrano con assurda perfezione uno nell'altro, le loro bocche si cercano e si trovano in baci febbrili e pieni d'amore.

Il piacere cresce a ondate, li fa stringere più forte uno all'altro, aggrapparsi con così tanta forza da oltrepassare ogni limite.
L'onda si infrange sprigionando il piacere e loro due si guardano negli occhi.

Innamorati.

Filippo posa la fronte nell'incavo della  spalla di Einar, schiude le labbra contro la pelle adesso bollente.

"Ti amo, Ein..." sussurra rimanendo aggrappato al suo corpo caldo.

Einar sorride e lo stringe più forte. Vorrebbe essere capace di esprimere a parole quanto, anche lui, lo ami.

*


Einar sta stendendo i pantaloni umidi sul piccolo termosifone del bagno. Sono tornati al bed and breakfast dopo aver fatto l'amore in macchina. Ha guidato Einar nonostante non conoscesse bene la strada, ma Filippo non era assolutamente nelle condizioni per fare qualcosa.

Adesso dorme, sfinito, sul letto matrimoniale; Einar è rimasto con lui fintanto che non si è addormentato. In realtà ci ha messo poco, stremato com'era, ma Einar ha preferito tenerlo tra le braccia finché non si è assicurato che stesse dormendo sogni sereni.
Poi si è alzato e ha iniziato a far asciugare i loro vestiti.

Ora sospira e si siede sul bordo del lavandino, porta il capo tra le mani.

Questo viaggio nel passato di Filippo si sta rivelando più difficile di quanto avesse immaginato. I demoni di Fil assomigliano terribilmente ai suoi e, aiutarlo ad affrontarli, sta facendo emergere in lui un desiderio impellente di affrontare i propri.

Lascia scivolare le dita tra le ciocche di capelli e se le tira un po', con un gemito.
Poi si impone un respiro profondo. Adesso sono qui per Fil.
Non può permettere che le sue vicende personali interferiscano con quelle di Filippo.

Un altro grosso respiro. Cerca di tagliare via dalla propria testa quel pensiero.

Quindi decide che anche lui può dedicarsi qualche ora di riposo, adesso.

Si sdraia accanto a Filippo, si avvolge nelle coperte e lo abbraccia stretto.

Poi si abbandona al sonno.

Angolino dell'autrice.

Ciao! Sono già tornata. Avevo promesso un capitolo più allegro del precedente ma in realtà sarà il prossimo. Giuro!
Però questa parte era necessaria per far vedere come il nostro Ein si prende cura di Fil ❤ e come, in realtà, questi due siano uguali.
E poi vevamo bisogno di un po' di parte fluff/romantica.

Insomma, cosa ne dite?
Cosa pensate che riguarderà il flashback del prossimo capitolo?

M.

Come sopra un ring (Eiram)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora