Trentaquattresimo testo.

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C'è chi dice che i tuoi genitori non dovrebbero essere i tuoi veri e propri migliori amici, ma che dovresti crearti una vita al di fuori del contesto familiare. Ma quando mi chiedono chi è la mia migliore amica, di chi mi fido di più e a chi racconto tutto quello che sto passando, mi viene spontaneo rispondere che è mia mamma.

Oggi ti ho incontrata
In un ricordo
Grigio e sbiadito.

Il cielo era cupo,
Faceva freddo
Sia dentro che fuori.

Ti ho vista sai
Prima non ci facevo caso,
Ma adesso anche io
Mi sento come ti sentivi tu.

Ho notato il tuo sguardo
Perso nel vuoto
Mentre fumavi la tua sigaretta
E ho notato anche
Gli occhi che chiedevano aiuto
Mentre il tuo sorriso
Faceva da maschera.

Ho notato la tua forza
Nel fingere di stare bene
Per non dare peso agli altri.

Ci ho fatto caso sai mamma,
Ora che non ci sei più,
Ora che anche io mi sento così,
Un po' come te,
Un po' come quel cupo
Giorno di Novembre
Quando poi la sera
Sei andata a cercare
La luce altrove.

Anche lei, forse, soffriva per amore. Chi lo sa. Non ho la fortuna di domandarglielo, ma so che lei è l'unica persona che può davvero capire cosa mi sta succedendo.

Anche lei a volte era assente e non rispondeva, aveva gli occhi persi da qualche altra parte, era in qualche luogo sconosciuto e si è persa lì proprio come mi sto perdendo io.

Quando ho affrontato la sua morte tu eri lì con me, mi hai aiutata anche quella volta. Mi hai detto di stare tranquilla, che per me ci saresti stato sempre. Mamma tu hai sentito vero? E adesso dov'è? Adesso dove sei?

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