Trentasettesimo testo.

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Vallo a spiegare al cervello, che adesso mi ha abbandonato di nuovo, perché sono tornata indietro ancora una volta per riprendere i miei ricordi.

Non riesco ancora a capire cosa mi fa più male: tenere la presa o lasciarla andare.
Entrambe hanno i loro lati negativi, ma entrambe hanno comunque qualcosa che mi rende felice e mi fa sorridere a volte quando penso da sola.

L'ultima cosa
Al mondo
Che vorrei
È perderti.

Mi fa paura
Pensare che
Un giorno
Io e te
Non ci conosceremo più,
Ci dimenticheremo
L'un l'altro.

Non voglio dimenticarmi di te. Non so perché. So che mi fai male e so che se ti dimenticassi starei bene con me stessa, ma se ti lascio andare mi sento ancora peggio. Non so nemmeno io cosa voglio e questa cosa mi fa stare ancora più male. Non ne posso più di questa storia.

Non voglio perché
L'unica cosa che
Mi sazia l'anima
È la tua voce
Il tuo viso
E le tue mani,
Tu che sei
Tutto ciò
Che vorrei se
Non ti avessi.

Mi fa stare bene, ma mi fa stare male. Mi fa piangere e sorridere. Cosa sei veramente?

Assomigli
Ai miei sorrisi,
Alla mia pazzia
Quando sono insieme
Ai miei amici.

Assomigli
A quello che c'è
Di più bello
Nei miei sogni,
All'ultimo pezzo di torta
E alla punta del gelato,
Ad un "chiamami
Appena arrivi a casa" o
Ad un "Ci sono se
Hai bisogno di me."

Sei come
L'arcobaleno dopo
Un forte temporale
E hai esattamente
La forma del pezzo
Che serve per
Completarmi la vita.

Il problema è che ti paragono sempre all'arcobaleno, ma per me sei anche il temporale. Forse sei solo quello. Sei un forte uragano che mi travolge la vita e mi porta via i colori, lasciandomi sola nel buio e nel grigio. Poi, un attimo dopo, mi rendi felice riportandomi i colori dell'esistenza e mi fai riprovare la felicità, quella sensazione dimenticata che mi hai regalato e rubato tempo fa.

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