Semplicemente, pensieri.

Quarantacinquesimo testo.

Alle volte, quando non ho nulla da fare, mi capita di rileggere quello che scrivo. Da un lato sembro un'adolescente malinconica che parla sempre della stessa cosa, ma dall'altro, forse quello più profondo, mi rendo conto di parlare e parlare come se avessi colpa di qualcosa.

Me la prendo con il mio cuore, con il moo cervello, me la prendo con il mio corpo perché non mi sento abbastanza, ma forse non ho nessuna colpa se è andata così

Mi sono sempre scusata
Perché se mi affeziono
So dare l'anima,
Perché sono una persona
Che se ci tiene
Lo dimostra anche,
Perché se mi fai del male
Te lo dico senza
Fare troppi casini.

Ho sempre chiesto scusa
Perché ho voluto bene,
Perché ho amato,
Chiesto scusa perché
Ho sempre dato tutto
A chi per me
Era importante.

Chiedevo scusa se
Mi interessavo a qualcuno,
Se lo pensavo
E se chiedevo se stava bene
Perché volevo fosse
Sempre felice.

Lo chiedevo anche se
Da chiedere scusa
Non c'era proprio niente.

Ho sempre giustificato
Il mio carattere,
Il mio comportamento
Da persona che ci tiene
E lo sa dire con i fatti.

Arriva un punto in cui
Scusa lo devo chiedere
Solo ed esclusivamente
A me stessa,
A me che ho messo da parte
Per qualcuno che
Mi ha messa da parte
E mi ha dimenticata lì.

Per qualcuno
Che non ha mai capito
Cosa significa amore,
Amare e dimostrare,
Sul serio.

Dovresti anche tu prenderti le tue responsabilità sai? In fondo è anche colpa tua se non riesco a dimenticarti, ti ritrovo anche nel fondo del barattolo della nutella perché ricordo che ogni pomeriggio ti piaceva mangiarla con il cucchiaino. È a causa tua se sono così delusa da tutto ciò che mi circonda perché ormai non ha più un senso.

È grazie a te però che ho imparato a mettere al primo posto qualcuno al di fuori di me, ho imparato ad amare sul serio. Ero così felice di darti tutto ciò che avevo e mi dimenticavo quasi di me stessa, adesso oltre a non ricordare chi sono io non so nemmeno più chi sei tu.