Dopo l'ennesima notte di eccessi e peccati Mike stava tornando a casa barcollando, trascinandosi lungo il marciapiede.
Una scia di odore intenso di alcool lo accompagnava lungo l'intera tratta, mentre il sole cominciava a sorgere. Gli effetti dell'ecstasy e dell'lsd che aveva ingerito durante la nottata non erano ancora svaniti, in quelle condizioni, il quartiere malfamato in cui abitava sembrava ancor più sinistro e oscuro di quanto non lo fosse normalmente. Lo smog, l'aria rarefatta, i rifiuti lungo i lati della strada, i senzatetto rovesciati sull'asfalto e i grandi palazzoni grigi, trasmettevano la sensazione di essere all'interno di un inferno di cemento. Quella zona dava l'impressione di essere uno di quei luoghi in cui non ci sì può nè entrare, nè uscire. Lì ci si nasce e ci si muore. Mikè apri a fatica la porta della fatiscente abitazione, mormorando sottovoce varie blasfemitàper via della serratura difettosa. La casa era trasandata, disordinata ed emanava un forte odore di chiuso. Il frigo era completamente vuoto, sul pavimento erano riversi resti di cibo, confezioni di yogurt, buste di patatine e scatolame di varia natura. Bottiglie di birra rotte, una pipa per fumare crack, qualche grammo di hashish sul tavolo della cucina e pasticche di ecstasy: casa di Mike era un luogo di libidine assoluta per un drogato. L'uomo si tolse maglietta e pantaloni, rimanendo in boxer, dopodichè si accasciò sul materasso sfornito di qualsiasi lenzuolo. Il sonno arrivò dopo pochi minuti. Mike aprì gli occhi, si rese conto di stare fluttando all'interno della sua camera, ma era capace di vedere e osservare il suo stesso corpo addormentato sul letto. Il suo primo pensiero fu ovviamente quello di essere in un sogno. Che la quantità di droghe ingerita in quella notte fosse stata talmente elevata da permettergli una pseudo esperienza extra-corporea? Probabile, ma allo stesso tempo, Mike sapeva bene che un evento simile non era qualcosa di normale, no di certo. Non vi era mai stata un occasione in cui la sua immaginazione gli abbia teso uno scherzo così realistico, come era possibile che tutto ciò stesse accadendo? Ad un certo punto, senza che l'uomo avesse alcun tipo di controllo sui suoi spostamenti, il suo corpo si ritrovò a fluttuare in uno spazio indefinito, costellato da un aura purpurea di colore viola. Intorno a se riusciva a vedere solamente questa strana polvere, mentre in lontanaza erano presenti degli inquietanti esseri simili a meduse. Questi ultimi erano di colore rosa e fluttuavano rimanendo sospesi in aria nella stessa posizione. Sembravano osservare e scrutare Mike con pazienza. La prima cosa che notò oltre a quelle strane meduse, fu l'assenza totale di rumori o suoni, il che era terrificante. Per la prima volta nella sua vita si rese conto di cosa volesse dire ascoltare il nulla.
Il silenzio più assoluto comincio a far andare l'uomo nel panico, voleva urlare e dimenarsi ma non ci riuscì. Il suo corpo era come controllato da una qualche forza superiore e poté solamente scuotere la testa, mentre la sua bocca era svanita. Provò a urlare con tutta la forza che aveva in corpo ma non c'era modo di emettere alcun suono. Al posto della bocca era presente un semplice lembo di pelle. Mike cominciò ad avvertire un forte calore sul corpo che sembrava provenire da quella strana aura di colore viola. Il calore stava aumentando gradualmente, fino a che l'uomo non sentì un dolore lancinante, il suo corpo stava come bruciando ad una gradazione altissima, senza che però la pelle avesse segni visibili delle scottature. Il bruciore era presente anche all'interno della sua bocca senza apertura. La lingua era diventata come di fuoco vivo e tutto il dolore che stava provando, era reale. Alcuni di quegli strani esseri si avvicinarono al corpo di Mike e si posizionarono alle estremità degli arti. I loro piccoli tentacoli estremamente appuntiti e aghiformi entrarono a fondo nella carne dell'uomo, bloccando ogni suo, seppur minimo, movimento. Le meduse spostarono le braccia di Mike, facendole rimanere così tese e rigide da far strappare i legamenti di queste ultime. Altri due esseri fecero lo stesso con le gambe: mentre i loro tentacoli erano all'interno della carne, tirarono così forte che Mike era convinto che stessero per staccargliele, ma non poteva urlare. L'orrore peggiore,però,non era ancora arrivato. Mike teneva gli occhi chiusi per sopportare il dolore, ma una forza ben più potente della sua volontà gli fece tenere gli occhi sbarrati, e lo vide. Vilkuar era difronte a lui. Un enorme essere formato da un infinità di enormi tentacoli che fuoriuscivano dalla parte bassa del suo corpo. Non aveva un volto, non aveva un torso, ma solamente un enorme bocca circolare composta da centinaia di denti aguzzi che secernevano quella strana polvere viola. Era alto almeno 3 metri e i suoi infiniti tentacoli si estendevano per una distanza tale da essere irragiungibile dallo sguardo di Mike. L'interno della sua bocca era nero e buio come la pece, mentre i denti erano di una tonalità di grigio che l'uomo non aveva mai visto. Quella bestia immonda era talmente abberrante che la sua immagine non poteva essere minimamente compresa o elaborata dalla mente umana. Mike, intrappolato in quell'inferno cosmico, aveva i brividi, sudava, era nel panico e terrorizzato nel modo più totale, ma non riuscivà nè a chiudere gli occhi nè a reagire in nessun altro modo, il suo corpo era completamente paralizzato. L'odore che arrivava al naso di Mike era qualcosa di talmente indescrivibile che non esistono parole tali per poterlo anche solo vagamente figurare. Sapeva però di paura, di terrore, di morte.
Vilkuar fissò Mike, che nella sua testa sentì una voce che sembrò provenire dall'oltretomba. Una voce agghiaccante, tremenda, terrificante. Parlava in una lingua sconosciuta che però Mike riusciva in qualche modo a comprendere. Il mostro stava comunicando con lui, per avvertirlo che era stato evocato, ed ora doveva portare a termine il suo lieto compito. I tentacoli di Vilkuar forarono il petto di Mike, che inizò a sgorgare sangue a fiotti. Interiora e budella stavano fuoriuscendo dal suo corpo e mentre alcune delle mostruose protuberanze erano intente a scavare nel corpo dell'uomo, altre raccoglievano le interiora che venivano prontamente ingurgitate nella atroce e indescrivibile bocca di Vilkuar. Dopo alcuni giorni e diverse chiamate di vicini che non avevano più visto l'uomo, la polizia fece irruzione nell'appartamento di Mike. Il rapporto della scientifica parlava chiaro, ma nulla di quello che trovarono fu comunicato alla stampa e al pubblico. La polizia trovò il cadavere sul materasso, con un buco nel petto, largo almeno 15 centimetri, che forava Mike da parte a parte, inoltre erano stati asportati gli occhi, lasciando vuote la cavità oculari. La cosa più spaventosa ed inquientante fu però il referto dell'autopsia: il corpo era stato completamente asportato dagli organi e mancava completamente di sangue. Non vi erano nè residui di sangue nè traccie di DNA che potessero dimostrare che qualcuno, oltre a Mike, fosse in quell'appartamento la notte della sua morte.
Una cosa era certa, l'uomo prima di morire aveva sofferto, il suo corpo era stato talmente tanto martoriato da rendere praticamente impossibile credere che il tutto, sia avvenuto in una singola notte.
FINE!!!!