TREDICESIMO CAPITOLO.- IL GRANDE INTENDITORE DI MODA.
«Dai Dii, non trovi sia una bella cosa andare per negozi per cercare il vestito per il matrimonio di tua madre?» mi domandò Marty mentre continuava a tirarmi per il braccio destro lungo la strada asfaltata.
«No!» sbottai io mentre cercavo di togliere il mio braccio dalla sua presa.
«E poi dovrei fare le prove con i ragazzi! Manca poco alla seconda sfida, poi ci saranno le vacanze.» mi lamentai camminandole accanto come una persona normale. Se normale significasse sembrare un bradipo depresso. Ormai era maggio e il mese dopo mia madre si sarebbe sposata, mentre noi ragazzi avremo avuto le vacanze a scuola. E io avev scelto quel sabato dal vento fin troppo caldo, per andare in giro per negozi a scegliere un vestito. O più precisamente, Marty aveva scelto per me, se no ne avrei fatto a meno.
«Le prove non l'avrebbero fatte lo stesso, uno di loro sarà con noi per aiutarci a scegliere il vestito per te!» esclamò guardando il proprio cellulare non guardandomi.
«Marty, lo sai che amo vedere te e Michael assieme, però non vorrei vedere voi succhirvi la faccia a vicenda mentre io sono in crisi per trovare un abito.» le dissi. In primo momento non mi rispose neanche, poi mentre portava il cellulare al suo orecchio, mi disse semplicemente: «Non è Mikey.»
Aprii leggermente la bocca, se non era Michael doveva per forza essere..
«Marty, se è chi penso io, ti ammazzo.» le dissi mettendole una mano sul suo braccio sinistro.
«Sicuramente è chi pensi tu, visto che pensi sempre a lui.» rispose semplicemente giocherellando con la sua gomma da masticare.
«Ti prego, no. Io me ne vado.» dissi girandomi cercando veramente di andarmene, ma ritrovandomi solo troppo vicina a lui, Ashton.
«Buongiorno! Martina sei consapevole che non me ne intendo di vestiti femminili, vero?» domandò lui un po' confuso.
«Si, tranquillo. Me la vedo io.» disse semplicemente prendendo me per un braccio e tirandomi in uno dei primi ventiseimilaquattordici negozi che aveva intenzione di "visitare". Sarebbe stato un lungo pomeriggio, me ne resi subito conto.
Mi resi conto presto anche che infondo era abbastanza imbarazzante farsi vedere con alcuni di quei vestiti indosso da Ashton. Alcuni troppo poco coprenti, altri troppo da nonnetta in pensione da molti anni. E io che di solito anche mettendo le prime cose che mi capitavano addosso, cercavo di essere carina.
«Oh, Dianne non è possibile che non ti piaccia nessuno di questi vestiti!» esclamò Marty dopo che ebbi provato almeno una quindicina di abiti se non di più. Quello che indossavo in quel momento era di un giallo canarino ed era abbastanza orrendo.
«Vado a cercare qualche altra cosa.» mumungò allontanandosi e guardandosi attorno.
Ashton era lì a braccia incrociate, poggiato ad un muro. Io cercavo di evitare di guardarlo, se no avrei finito sicuramente per baciarlo.
«In questo momento invidi noi ragazzi vero?» mi domandò facendomi sobbalzare. Fui costretta a guardarlo, per forza. Non potevo di certo parlargli senza guardarlo.
«Pure per il ciclo, fidati. Poi per il resto mi fa piacere essere donna, il cervello è un buon amico.» dissi scherzando. Lui mi guardò male, poi scoppiò a ridere, facendomi letteralmente scoppiare il cuore. Rimasi lì, paralizzata e in silenzio. Con lui ormai parlavo davvero poco.
«Prova questo.» esclamò passandomi un abito lungo e blu scuro. Non capii da dove l'avesse preso, ero rimasta a guardare il soffitto. Lo presi e andai nel camerino. Una prova in più o una in meno non cambiava molto, ma di quel vestito già il colore mi piaceva.
L'indossai piano, e poi mi guardai nello specchio del camerino. Il vestito mi ricadeva morbido sui fianchi, lo scollo a cuore mi piaceva, la cosa che mi piacque di più era il sottile cinturino sotto il seno ricoperto di strass. "Wow", pensai. Mi guardai nuovamente allo specchio e uscii dal camerino.
«Quando dovrai comprare il vestito da sposa non oso immaginare che far..wow.» sentii dire da Marty che era appena tornata con una decina di abiti. Ashton mi guardava con il sorriso sulle labbra e riuscivo a capire che gli piaceva, ma avrei voluto sentirglielo dire, o forse avrei voluto sentirmi dire solo che gli piacevo e che magari mi amava. Oh, che povera illusa.
«Vado a posare tutto, questo è il vestito che devi indossare.» esclamò Marty sorridendo soddisfatta. Lei aveva già preso il vestito nel caso fosse venuta al matrimonio. Aveva deciso di prenderlo anche senza essere sicura.
«L'ha preso Ash.» le dissi mentre continuavo a guardarmi allo specchio.
«Avevamo il grande intenditore di moda senza saperlo?» disse ironica.
«Mi piaceva il colore.» disse alzando le spalle e guardandomi. «Stai benissimo.» aggiunse, scatendomi un sorriso che ormai non avevo da un po'. Da quando sapemmo di aver passato la prima sfida e da quando mi aveva detto che fossi stata bravissima.
«Grazie Ash. E grazie per..averlo trovato.» dissi abbastanza in difficoltà. Marty ci guardò e iniziò a girovagare per il negozio anche se infondo ce ne saremo anche potuti andare.
«Mm, sarai più bella della sposa direi. Pensandoci potresti farla tu la sposa, se vuoi ti sposo io.» sussurrò con lo sguardo basso e le mani nelle tasche. Quello fu un vero tuffo al cuore. Ma non un semplice tuffo, uno di quei tuffi in cui raggiungi l'acqua solo dopo aver fatto almeno tre capriole.
«Ma non mi ameresti. Ho sentito che non provi niente per me.» mumugnai io con ancora il vestito indosso.
«Ahh, Dianne. Perchè non dormivi davvero quel giorno? Avresti evitato di sorbirti tutte quelle stronzate.» contrabattè lui lasciandomi altamente confusa.
«Stronzate?» chiesi, ripetendo la parola detta da lui.
«Mi hai fatto capire che non è facile ammettere i propri sentimenti.» sussurrò ancora, sfiorandomi una mano.
«Io?» chiesi ancora. Il mio cervello non connetteva.
«Si, tu.» mi rispose, poggiando poi le sue labbra sulle mie e sfiorandomi un fianco con la mano.
Ancora non riuscivo a capire, ero frastornata, confusa, ma semplicemente fu uno dei baci migliori che avessi mai ricevut, per non dire che forse fu quello il bacio migliore. E sinceramente non mi interessava più di niente altro, mi interessava solo di me e lui in quel momento.