Mi avvicinai al salotto di casa mia, dove si trovavano Michael e Marty stesi uno accanto all'altro. Parlavano sotto voce e anche se non avrei voluto spiarli, fui ormai costretta ad ascoltare la loro conversazione, poichè mi ero seduta a terra vicino ad una delle mura del salotto e non riuscivo ad alzarmi nuovamente.
«Avresti potuto avvisarmi che saresti andata a ballare, così avrei potuto spiarti.» sussurrò Michael con una voce roca all'orecchio della propria bellissima ragazza.
«Non ti fidi di me?» domandò lei, mettendolo alla prova.
«Di te mi fido, anche molto, lo sai. è degli altri che non mi fido. Sai, tutti quei ragazzi cretini..insomma, non devono mica provarci con la mia ragazza.» le rispose, stampandole un bacio delicato sul suo naso.
«Sei geloso Clifford?» sentii chiedere, mentre poggiavo la testa vicino al muro fresco.
«Ovvio. Tu sei mia.» sentii rispondere. Poi non parlarono più, probabilmente avevano iniziato a sbaciucchiarsi sul mio divano. Così iniziò a regnare di nuovo il silenzio, come se non ci fosse rumore. Si sentiva solo di tanto in tanto qualche piccolo rumore proveniente dalla cucina, dove Calum si stava preparando la colazione. Gli avevo detto già la sera prima, anche se da ubriaca, di fare come se fosse a casa sua e evidentemente lo stava facendo.
«Potreste anche evitare di pomiciare su quel divano. Di solito è occupato da me e Dianne, approposito dove sta?» sentii domandare ad alta voce. Alzai lo sguardo ed il mio ragazzo era appena entrato nel salotto, ed evidentemente non si era neanche accorto di un metro e settantacinque di altezza seduta a terra.
«Mm.» mumugnai per attirare la sua attenzione. I nostri amici avevano finito di scambiarsi effusioni sul mio divano ed ora mi guardavano come se fossi un alieno.
«Che ci fai lì a terra?» domandò la mia migliore amica. «Non riesco ad alzarmi. Mi fa male la testa.» risposi io semplicemente, facendo spallucce.«Dianne, mi spieghi che cavolo è successo?» mi domandò Ashton, dopo che fui riuscita finalmente a sistemarmi un po'. Ci avevo messo più del previsto, ma finalmente avevo dei capelli decenti e indosso un bel maglioncino e un leggins.
«Ash per favore, portami da Luke.» lo pregai, muovendomi avanti e indietro per la mia stanza. Finalmente dopo aver preso una bella aspirina, il mal di testa era diminuito un bel po' e finalmente riuscivo a camminare senza sembrare una novantenne.
«Cosa?» mi domandò lui, mentre io indossavo un paio di stivaletti caldi.
«MI porti da Luke? Devo parlare con lui.» ripetei.
«Ti porto dopo, ora mi dici che è successo?» disse guardandomi seriamente.
«Te lo giuro che poi te lo dico, ora andiamo da Luke, per favore.» gli dissi nuovamente.
«Dianne, sono il tuo ragazzo, voglio sapere che cavolo ti è preso.» disse alzandosi dal mio letto e guardandomi di nuovo seriamene. Rimasi lì, in silenzio.
«Se ti fa tanto piacere, ti porto da Luke.» disse, non facendo trasparire nessun'emozione dalla sua voce. Forse se l'era presa, ma io dovevo risolvere con Luke, ne avevo bisogno, perchè la paura che mi potesse odiare mi stava decisamente mangiando dentro.
Uscimmo tutti assieme e io e Ashton ci dirigemmo verso casa di Luke con l'automobile. Il tragitto fu silenzioso, un po' per il mio mal di testa e molto perchè Ash era di cattivo umore e neanche mi guardava. Sapevo dovergli dire cosa mi fosse successo, ma gli avevo solo chiesto il favore di portarmi da Luke e doveva saperlo che se non fosse stato per un motivo serio non gliel'avrei mai chiesto con tanta urgenza.
«Ash..» sussurrai cercando di attirare la sua attenzione.
«Ah allora te lo ricordi il mio nome, pensavo te ne fossi dimenticata.» mi rispose infastidito non degnandomi neanche del suo sguardo.
«Smettila.» biascicai infastidita. A volte era così facile infastidirlo o insospettirlo.
«Ti sto portando da Luke, non sei contenta?» sbottò irritato.
«Lascia perdere.» mumugnai, anche se dopo circa un minuto, ripresi a parlare. «Anzi, no. Ho bisogno di parlarci per un motivo serio, non di certo per una cretinata, se no neanche te l'avrei chiesto.»
«è più seria della cosa che dovresti dire a me?» domandò. Feci una finta risata.
«Oh, ti prego. Non fare il geloso. è uno dei tuoi migliori amici.» sbottai.
«Non sono geloso.» biascicò non guardandomi.
«Certo. Comunque se ci tieni a saperlo, ieri, da ubriaca non gli ho detto proprio cose carine. E adesso ho paura che mi odi. Va bene? Sei contento adesso che sai perchè ci tengo tanto a parlarci?» ecco, almeno adesso sapeva la verità. Restò in silenzio, senza dire nulla, finchè non fummo arrivati fuori la casa di Luke, un' adorabile villetta dai toni chiari, con il prato circostante ben tagliato e con piccole aiule ai bordi.
«ASpetti qui o vieni con me?» domandai ad Ashton aprendo la portiera dell'auto.
«Resto qui.» semplicemente rispose, slacciandoci la cintura di sicurezza e prendendo il telefono.
Percorsi il piccolo vialetto d'accesso, con i palmi delle mani sudatticce. Ero abbastanza in ansia, ci tenevo troppo a quel ragazzo. Bussai e attesi. Dopo pochi secondi, la porta si aprì e ne rilevò una bella donna bionda, sicuramente la madre del mio amico e una bimba castana che avrà avuto massimo cinque o sei anni, la cuginetta più piccola di famiglia Hemmings.
«Mi scusi, c'è Luke?» domandai incerta. «Sono Dianne, una sua amica.»
La donna mi sorrise incerta a sua volta, e gentilmente mi rispose: «Cara, Luke dorme ancora. è tornato stamattina triste ed era un po' di cattivo umore.»
«Vado a svegliarlo!» urlò la bimba saltellando.
«No tesoro, non c'è bisogno, grazie lo stesso.» risposi subito io. Sapevo che Luke non dormisse, era circa mezzogiorno e conoscevo abbastanza Luke da sapere che in quel momento era sul letto, con il viso triste a vagare online con il suo telefono. Feci il giro della villetta, ritrovandomi sul retro addobbato con un tavolino di vimini e alcune sdraio. Alzai lo sguardo verso l'alto, cercando la finestra della camera di Luke. L'ultima volta che ero andata, avevo notato le tende bluastre della sua finestra e ammenochè proprio in quella giornata mamma Hemmings avesse deciso di lavarle, la finestra di Luke era facilmente riconoscibile. Per fortuna le tende erano lì, si vedevano bene anche dal piano di sotto, ben sistemate alla finestra.SPAZIO AUTRICE.
Eccoci qui con un capitolo nuovo! Come state? Spero bene! è un periodo così incasinato per me, davvero. Infatti appena posso, cerco di anticiparmi pure con i capitoli, perchè a volte non ho tanto tempo per scrivere oppure sono di cattivo umore e non lo faccio..vabbe non vi interessa, rido. In più sono innamorata e quindi capitemi..penso sempre a quel fottuto ragazzo, non ce la faccio uff. Vabbe basta fare la depressa, lol. Spero vi piaccia il capitolo anceh se non è niente di che, ma devo far contenta la mia besty friendaaaa..sono quasi meno 3 ahhhhhhhhhhhhhhhhh