Ventesimo capitolo.- Meglio non parlare.

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«Allora piccolina cerchiamo di vederci presto presto, va bene?» mi disse dolcemente mia nonna accarezzandomi i capelli.

«Oh Mary! Ti pare che sia ancora piccolina?» esclamò mio nonno al suo fianco abbracciandomi a sua volta.

«Oh, sta zitto!» rispose lei di rimando. Si mise la borsa in spalla e mi guardò, mentre Ashton mi prendeva la mano. Lui si sporse per salutare entrambi i miei nonni educatamente e poi tornò al mio fianco.

«Se la mia nipotina mi fa sapere che l'hai fatta soffrire, ragazzo, vengo fino qui e ti prendo per le orecchie.» disse mia nonna socchiudendo un po' gli occhi cercando di fare uno sguardo minaccioso.

«Non si preoccupi, non ce ne sarà bisogno.» rispose lui sorridendomi e dandomi un bacio sulla guancia destra. Sorrisi spontaneamente e dopo circa 10 minuti ci ritrovammo io e Ashton nella sua auto a blaterare cose senza senso.

«Si, ti ho detto che stasera restiamo io e Marty a casa mia a vedere un film e a mangiare una pizza.» esclamai poggiando i piedi sul cruscotto. Era una brutta abitudine che avevo preso da un po', ma ad Ash non pareva importare.

«Voglio starci anche io, dai.» esclamò facendo il finto bimbo offeso.

«Vuoi parlare anche tu di trucchi e unghie?» gli domandai guardandomi le dita lunghe che avevo.

«Certo, sono un ottimo intenditore.» rispose sorridendo fiero di se stesso.

«Stasera vai a casa a dormire o vai da Michael o da uno dei ragazzi, voglio una serata con la mia migliore amica, scusa amore.» gli risposi abbozzando un sorrisino.

«E se il fattorino della pizza ci prova con te?» bofocchiò svoltando a destra.

«Gli dirò che il mio ragazzo è al piano di sopra ed è con il ciclo, quindi è facilmente irritabile.» risposi io ridacchiando.

«Ciclo? Io? No, mi hai messo incinto, non ricordi?» esclamò, facendomi scoppiare a ridere.

«Si, scusa.» risposi ridendo ancora, per poi guardare fuori dal finestrino. Una bambina mano a mano con il proprio papà, attraversava il vialetto della propria casa. Mi si strinse lo stomaco, il sorriso mi si tolse dal volto e ci rimasi male. Mi mancava mio padre, mi mancava il rapporto che avevamo prima. Prima, quando potevo parlargli senza problemi, potevamo ridere e scherzare sempre. E invece poi, eravamo arrivati a non parlare più o a rimanere così freddi, come due ghiaccioli, o almeno io. Forse ero io il problema, forse ero io che ero troppo irrascibile. Forse era colpa mia se eravamo arrivati a quel punto.

«Marty!» urlai, correndo in contro a colei che ormai era la migliore amica che avessi mai avuto, forse la prima che sentivo sarebbe durata per sempre. 

«Ma si sono viste due giorni fa..» mormorò Michael guardando me che ero tipo corsa in braccio alla sua ragazza.

«Sh. zitto rosso.» lo zittii io. Si, aveva cambiato la tinta dei capelli ed ormai erano di un bel rosso che non passava di certo inosservato. Salutai Calum e Luke, che sarebbero usciti insieme ai nostri ragazzi.

«Tutto bene?» mi sussurrò Luke ad un orecchio mentre lo salutavo.

«Si, perchè?» bofocchiai velocemente, staccandomi dall' abbraccio che mi aveva appena dato.

«Avevi una faccia strana.» rispose semplicemente guardandomi con un sopracciglio un po' alzato.

«è la mia faccia di sempre.» dissi io tornando vicino alla mia migliore amica. 

«Non ci credo neanche un po', ti conosco.» mumugnò Luke, facendo in modo che lo sentissi solo io. Lo guardai e feci una smorfia. Evidentemente mi conosceva davvero, perchè aveva centrato il fatto che ci fosse qualcosa che non andasse.

«Trattateci bene i nostri ragazzi!» esclamò Marty, prendendomi a braccetto.

«Ma certo, papà Calum si prenderà cura dei suoi pulcini.» controbattè il nostro amico, che si ritrovò le facce accigliate di sei persone.

«Dianne, che hai?» mi chiese Marty dopo circa 10 minuti che camminavamo una accanto all'altra.

«Perchè tutti me lo domandate?» chiesi a mia volta.

«Perchè hai lo sguardo perso nel vuoto e sei stranamente silenziosa.» mi rispose semplicemente, per poi aggiungere subito: «Ora rispondi tu alla mia domanda.»

Ci ritrovammo sugli scalini freddi fuori casa mia a parlare, le raccontai ogni parola detta con mio padre, per filo e per segno. Mi sfogai finalmente, parlai sincermente e feci una cosa che non facevo da molto, piangere. MI ritrovai gli occhi lucidi e la voce tremante dopo neanche due minuti che le raccontavo, fu più forte di me.

Marty mi strinse a se e lasciò che mi sfogassi, mentre mi carezzava i capelli. Dopo mi sentii molto più leggera, molto meglio.

«Possiamo evitare di restare a casa stasera? Non ce la faccio.» bofocchiai io entrando in casa.

«Certo, che vuoi fare?» mi chiese lei poggiandosi sul mio bel divano.

«Andiamo a ballare? Non ci vado da troppo e vorrei sfogarmi un po'.» proposi incerta, anche se davvero ne avevo voglia.

«Mm, ci sto!» esclamò convinta.

Mangiammo qualcosa di veloce e ci preparammo. Indossai un vestito semplice, ma carino e mi sistemai. Pe fortuna il locale dove andammo non era molto distante, ci arrivammo in poco tempo e io mi fiondai fra la gente mano a mano con lei. Ma non riuscivo a non pensare a mio padre.

Volevo bere, volevo ubriacarmi e dimenticare un po' la situazione, così lo feci. Un bicchierino dopo l'altro, nonostante la mia migliore amica mi aveva raccomandato di non farlo, ma quando lei andò in un angolo meno affollato del locale, lasciandomi sola per qualche minuto, andai contro il suo volere. E mi dispiaceva, mi dispiaceva davvero averla ingannata, ma avevo bisogno di qualcosa per distrarmi.

Posso dirvi che dopo qualche minuto, io ero in mezzo alla pista, da sola, che continuavo a ridere a crepapelle senza che ce ne fosse motivo. Io già normalmente scoppiavo a ridere per ogni minima cosa, quindi figuriamoci da ubriaca. E tutto ad un tratto, mentre venivo buttata da una parte all'altra della pista da alcune ragazze fin troppo entusiaste, sentii una voce troppo conosciuta, sentita veramente troppe volte per non essere riconosciuta, anche da ubriaca.

«Dianne, che ci fai tu qua?»

SPAZIO AUTRICE. 

Ed eccoci qui di nuovo con Francescaaaaaaaaaaaaaaaaa, battete le mani dai. Visto che non vi ho fatto aspettare tanto? Spero vi faccia piacere! Questo è per lo più un capitolo di passaggio, anche se.. CHISSà. Vedremo. ..okay fare la misteriosa non mi riesce per niente bene, ma capitemi ho da poco finito di studiare ed ho la testa che sta letteralmente scoppiando.

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