«Lukey Lukey.» esclamai vedendolo e sorridendo come una di quelle bimbe nei film di paura che ti inquietano anche semplicemente guardandoti. A causa del culo di qualche cretina, venni sbattuta verso la destra e rischiai di cadere a terra come una pera cotta. Ma, per fortuna Luke mi prese al volo. Ecco, è simile ad una scena di un film, quelli dove tu stai per cadere, un grande figaccione di prende al volo, vi baciate, vi fidanzate e vivete per sempre felici e contenti. Ma no! Che diavolo penso! pensai.
«Stai bene?» mi domandò sorridendomi. Ecco, adesso mi sorride pure. Ci sta provando con me, lo so. ancora pensai. Avevo preso da poco l'abitudine di iniziare monologhi mentali con me stessa, e riflettendoci ora, i monologhi da ubriaca sono alquanto divertenti.
«Si sto bene, ma tu smettila di flirtrare con me!» esclamai più che convinta. Luke mi guardò davvero malissimo e mi mollò il braccio sinistro che aveva ancora fra le mani.
«Non sto facendo nulla del genere.» biascicò guardandomi un po' accigliato.
«Sei la ragazza di uno dei miei migliori amici.» aggiunse urlando e cercando di farmi sentire, nonostante la musica.
«E che ne so, magari lo fai.» dissi ridacchiando e saltellando.
«Non lo farei mai.» mi sussurrò prima di guardarmi nuovamente, per poi andare via. Era triste, deluso, ma io non me ne rendevo conto, non sapevo neanche cosa dicevo.«Dianne, eccoti! Dove eri finita? Ma aspetta..» Marty era di fronte a me, mentre io continuavo a muovermi a destra e sinistra, saltellando come un canguro.
«Hai bevuto, vero? E anche molto.» disse guardandomi male.
«Sisi, ti voglio tanto bene lo sai?» le dissi, abbracciandola e saltando allo stesso tempo. Stavo decisamente perdendo la testa e si notava.
«Marty, Dianne.» ci sentimmo richiamare. Luke, pensai. E invece sta volta non era solo Luke, erano tutti e quattro loro adesso a guardarmi male.
«Che ci fate qua?» sentì domandare da uno dei quattro, dopo esserci spostati dal casino e dalle urla di tutti i ragazzi della discoteca. C'eravamo spostati in una zona più appartata, al di fuori del locale, dove la musica diventava decisamente meno fastidiosa. Mi poggiai su una panchina arrugginita, restando attaccata ad Ashton che mi guardava accigliato.
«Dianne voleva distrarsi un po', è stata un giornata non proprio positiva per lei.» spiegò Marty, che restava incollata a Michael a causa del freddo pungente della serata. All'interno del locale si moriva dal caldo, ma all'esterno la temperatura cambiava notevolmente.
«Che l'è successo? Insomma stamattina era un po' strana, le ho chiesto che le fosse successo.» mormorò Ash guardando malinconicamente attorno a se.
«Te lo spiegherà stesso lei, io te l'ho detto solo per farti capire perchè sta così.» rispose semplicemente lei, mentre io saltellavo attorno ad Ashton, scompigliandogli i capelli. Michael passò la sua giacca a Marty, per farla riscaldare.
«Ho ancora freddo sai?» gli disse lei, però. «Vieni qua.» mumugnò Michael, stringendole le braccia attorno al corpo infreddolito e stampandole un bacio sulla fronte. Lei poggiò la testa sul suo petto, con i capelli davanti gli occhi. Erano davvero troppo carini. «Hai ancora freddo?» domandò Michael dolcemente alla propria ragazza, che sussurrò un «forse», per farsi abbracciare più forte.
«Vi posso fare da prete? Dai, dai, sposatevi.» urlai entusiasta, mentre loro ridacchiavano.
«Tu! Razza di idiota tinto, falle la proposta!» urlai come se fossi indemoniata o qualcosa del genere. «Lo farò non preoccuparti, ma non urlare.» rispose Michael divertito.
Marty sobbalzò sentendo quelle parole e il suo ragazzo, ovviamente giusto per farla calmare, le sussurrò ad un orecchio: «Lo farò davvero, contaci amore. è solo questione di tempo.»
Io guardai Marty che sprofondava il viso nel collo di MIchael, per poi mettermi accanto ad Ashton che rimaneva per lo più fermo.
Luke intanto mi guardava in modo cupo, aveva lo sguardo triste, ma cercava di non far trasparire nessuna emozione. Anche se comunque io non sarei riuscita ad accorgermene, purtroppo.«Dormite tutti qui!» urlai correndo per la casa. «Vi accampate, devo avere una tenda nello sgabuzzino e anche due sacchi a pelo. Se volete potete fare un buco sul tetto così vedete le stelle.» esclamai ancora.
«Ma si può sapere quanto ha bevuto?» esclamò Calum mettendosi a sedere sul divano.
«Dai dormite qui, così facciamo un pigiama party, possiamo truccarci e farci i capelli.» urlai prendendo un vecchio pupazzo impolverato da una delle mensole bianche ce c'erano in camera mia. Che figura di merda.
«Io direi di metterla a dormire e farlo anche noi.» biascicò Luke a voce bassa. Alla fine la sua proposta andò a buon fine e ci ritrovammo tutti a dormire in casa mia.Mi risvegliai nel mio letto, con il pigiama indosso, i capelli sfatti e il viso ancora mezzo truccato. Girai la testa un po' a sinistra, ritrovandomi vicino il viso perfetto del mio ragazzo. Alzai un po' la testa, ma il dolore iniziò a martellarmi dentro. Rimasi un po' ferma lì a pensare, cercando di ricordare ogni cosa successa la sera prima. Adesso devo raccontare tutto ad Ash, pensai. Avrei dovuto spiegare ogni cosa e il motivo per cui mi ero scolata tutti quei drink, inutilmente fra l'altro, perchè al momento ricordavo comunque tutto. Prima gli chiederò scusa, poi gli spiegherò velocemente un po' tutta la situazione, architettai. Ma poi mi balenò un altro pensiero per la testa.. Luke.
Cercai di scivolare lungo il letto il più velocemente possibile, ma quando cercai di alzarmi, mi pentii amaramente. Non sarei mai riuscita a cercare Luke, con quelle fitte alla testa che continuavano a susseguirsi, ma cercai di alzarmi comunque. E lo feci, mi alzai e poggiandomi ai mobili e alle pareti riuscii anche ad arrivare alla porta della mia stanza. I piedi caldi e scalzi continuavano ad avere contatto con il pavimento ruvido e freddo di quella mattina, le pantofole le avrei dovute cercare e al momento non era ciò che mi interessava fare. Volevo solo parlare con il mio amico e scusarmi.
Spiai le stanze al piano di sopra, ma erano tutte vuote. A parte il bagno, da cui sentivo arrivare ogni tanto qualche mugugno. Forse sarei dovuta scendere giù, anche se l'impresa non sembrava molto semplice. Così mi aggrappai alla maniglia e lenta come un bradipo, scesi i primi scalini. Diciamo che se avessi avuto ancora una bisnonna, lei sarebbe stata più veloce di me, a scendere le scale.
«Serve una mano?» mi sentii domandare. «Si grazie, Cal.» era Calum, mezzo addormentato che usciva dal bagno. I mugugni erano i suoi allora.
«Cal, Luke è al piano di sotto?» gli domandai mentre mi aiutava a scendere più velocemente le scale.
«No. Giù ci sono solo Michael e Marty, lui se n'è andato stamattina presto, non so il motivo.» mi rispose semplicemente, finendo di scendere le scale e avviandosi in cucina.
Il motivo? Il motivo sono io che l'ho trattato una schifezza, ammisi a me stessa. Sapevo che fosse colpa mia, sapevo che se n'era andato per via mia e forse ora mi odiava.SPAZIO AUTRICE.
Finalmente sto riuscendo di nuovo a scrivere. Insomma, fortunatamente per me, per voi non lo so, non sta a me giudicare :) . Sono comunque molto felice di star di nuovo qui a postare per voi, veramente perchè mi fate sempre felici con i vostri voti e commenti ed è una grande soddisfazione per me. Se volete, io ho anche un blog su tumblr, se volete cercarmi sono sesolosapessiciocheprovo . Ve lo dico, perchè lì scrivo tanti miei pensieri e se volete potete mandarmi qualche messaggio, anche in anonimo, non ci sono problemi. Comunque ecco a voi il capitolo.. Luke è scomparso, dove sarà mai? Io consiglierei a Dianne di guardarsi alle spalle, magari è dietro di lei ma non se n'è accorta..ehm scusate penso alle scene dei miei compagni di classe che danno gli schiaffi dietro al collo agli altri e per nascondersi si abbassano dietro alla "vittima".. okay non vi interessa. Buona lettura e grazie di tutto :)