Capitolo 3

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Maledetto Shawn Peter Raul Mendes. Maledetto lui e le sue stupide idee del cazzo...Maledetta io che gli do ancora ascolto, e maledetta Dinah che non ha chiamato di corsa un manicomio per farci rinchiudere entrambi!
Quando aveva detto che dovevo restare incinta, stavo per avere una crisi isterica. Quando poi mi ha spiegato il suo piano, ho proprio avuto una crisi isterica. Che gli passava per la testa? Per quale folle motivo mi sarei dovuta far mettere incinta da uno sconosciuto, e fingere poi che fosse figlio suo? E se fosse venuto fuori un piccoletto biondo e con gli occhi azzurri, come lo avremmo spiegato alle nostre madri?
Be', lui diceva che era però qualcosa che doveva accadere. Con un bambino, avremmo rafforzato l'idea di famiglia, ma sopratutto, potevamo goderci al meglio la nostra vita. Non potevamo sposarci, quindi, con l'arrivo di un bambino, avremmo potuto prendere tempo. Dopo la nascita del bambino, Shawn diceva che avremmo dovuto dire alle nostre madri di voler solo convivere insieme per crescere al meglio il bambino, oppure fingere un tradimento da parte sua. Era tutta un'idea così folle e stupida, che gli avevo riso in faccia.
Certo, volevo un bambino con tutta me stessa. Ma lo volevo con l'uomo della mia vita, con colui che avrei voluto chiamare mio marito. Non di certo una botta e via con uno sconosciuto, e nove mesi dopo boom, bimbo in arrivo! Ero già stata stupida ad accettare la sua idea folle di fingere di stare con lui, non avevo proprio bisogno di peggiorare la situazione così tanto.
Dinah non aveva ancora detto niente fino a quel momento, infatti, si era alzata e aveva detto che avrebbe preso una boccata d'aria.

<<Sei un maledetto idiota! Come diavolo ti viene in mente?>>, sbottai, appena lei se ne fu andata.

<<Pensaci, Camila! Chiederanno un figlio! Come glielo diamo un figlio? Senza offesa, cara, ma non sei il mio tipo>>, disse.

<<Be', forse facevamo meglio a non mettere su questa messa in scena. Hai ottenuto la casa, hai cambiato la serratura. Bene, una volta tornati, diremo loro che ti ho tradito e ognuno andrà per la sua strada. Dopo un po', ritorneremo ad essere amici come se niente fosse successo. L'unico favore che ti chiedo, è di tenermi in casa con te finché non trovo un altro appartamento>>, dissi, alzando le spalle. Bevvi un sorso di vino, poi chiusi gli occhi e presi un sospiro profondo. Era tutto un brutto sogno, bruttissimo. Mi sarei svegliata e avrei scoperto che mamma era entrata in casa, mi diceva che ero una fallita e che avevo bisogno di un uomo al mio fianco.
Però, aprii gli occhi e trovai gli occhi castani di Shawn. No, non era un sogno!

<<Con un bambino di mezzo, Mila, possiamo dire di voler aspettare dopo la nascita del bambino. Abbiamo un annetto e qualcosa di tempo, possiamo inventarci qualcosa>>, disse, sorridendo fiero.

<<Poi tu continui la tua bella vita, ed io cresco un figlio da sola? Dio, Shawn, era un piano folle e destinato a fallire fin dall'inizio>>, sbottai.

<<Sono felice che tu te ne sia resa conto>>, disse Dinah, rientrando in cucina. Aveva un telefono in mano, ed immaginai che avesse appena terminato di parlare con qualcuno. Controllò il pollo, decidendo di spegnere il forno.

<<Vuoi dirmi che questi giorni in mia compagnia sono stati così tanto male? Tua madre non ti assilla più, hai una casa tutta tua, puoi fare quello che ti pare. Perderai tutto, se decidi di smetterla>>, disse Shawn.

<<Quando avete finito, è pronto>>, disse Dinah, indicando la tavola.

<<Quindi ti tiri indietro, così?>>, domandò, mentre andavo a sedermi.

<<Mangiamo prima e poi ne parliamo domani con calma...Siamo stanchi a causa del viaggio, e Dinah non vuole sentire questa conversazione>>, dissi. Lui sbuffò, però venne a sedersi comunque. Sembrava proprio uno di quei classici mariti vittime delle moglie. Dovetti mordermi il labbro per non ridacchiare, siccome non avrebbe avuto senso.
Shawn aveva ragione: da quando avevo compiuto ventisei anni, mamma aveva iniziato a mettermi fretta per avere una famiglia, e finalmente, avevo trovato un po' di pace. Però, non era giusto. L'utopia che sarebbe stata questa vita, mi aveva portato a dire di sì, senza pensare alle conseguenze. Io e Shawn non potevamo sposarci, non potevamo avere dei figli. Una volta tornati a Miami, la nostra vita avrebbe riacquistato la svolta di sempre. Me ne sarei fatta una ragione, finché non fosse arrivato l'uomo della mia vita.

Beautiful Angel(Lauren G!P)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora