Capitolo 18

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Quando passammo il sediolino per Lily dalla macchina di Shawn a quella di Lauren, il mio amico decise che quello era il momento perfetto per confrontarsi con la mora. Tutti erano già entrati nelle proprie macchine, ed attendevano solo che anche noi ci preparassimo; Lily era in macchina e quindi, eravamo solo io, Shawn e Lauren.

<<Ma hai perso la testa?>>, sbottò lui, fulminandola subito con lo sguardo. Lei lo fissò inarcando un sopracciglio, confusa.

<<Come diavolo ti permetti di urlare ai quattro venti che Lily non è mia figlia?>>, disse, puntandole un dito contro. Spalancai gli occhi, guardandolo sbalordita. Non l'avevo mai visto così arrabbiato, anche se potevo comprendere il motivo della sua furia. Insomma, era una cosa che avremmo dovuto dirle noi, o forse, sarebbe stato meglio se fosse stato proprio Shawn a dirglielo. Sarebbe dovuto succedere quando era più grande, in grado di comprendere che quello che era successo era stato per il suo bene, nella speranza che non mi odiasse troppo. Invece, era accaduto nella hall di un hotel, dinnanzi a persone che non conoscevamo per niente e con Lily che non conosceva tutta la versione dei fatti.

<<Oh, come se non fosse evidente per tutti! Quella bambina non ha nulla di tuo>>, disse lei, roteando gli occhi. Shawn fece un passo avanti, con gli occhi che bruciavano di rabbia.

<<Comunque, non era un qualcosa che dovevi dirle tu, Lauren. Non doveva saperlo tramite una sconosciuta>>, disse. Sapevo che stava giocando sporco: Lauren era sua madre, dopotutto. Dopo Shawn, lei ed io eravamo le uniche che avrebbero potuto dire a Lily che lui non era suo padre biologico. Tuttavia, capivo anche il perché della sua reazione e delle sue parole...voleva ferire Lauren come l'aveva ferito lei.

<<Probabilmente era talmente persa nel suo mondo fantastico che non mi ha nemmeno sentito>>, cercò di giustificarsi lei, incrociando le braccia al petto e mostrandogli un'espressione annoiata.

<<Non è questo il punto, Lauren! Io l'ho cresciuta in questi due anni. Io ho fatto i turni con Camila di notte, per controllarla quando piangeva. Io sono sceso a qualsiasi ora del giorno per andare a prenderle la medicina se stava male. Io l'abbracciavo quando aveva paura dei temporali. Io le ho regalato una delle sue bambole preferite. Io sono stato al suo fianco per due anni, nessuno meglio di me può essere considerato suo padre. Nessuno tranne me aveva il diritto di dirlo, tantomeno una donna che non è nulla nella sua vita>>, ringhiò, enfatizzando ogni frase puntandosi il dito al petto.
Lauren fece un passo avanti e capii che dovevano essere fermati. Temevo proprio che il mio amico dimenticasse che lei era una donna, temevo ancor di più che la mora non si sarebbe tirata indietro. Mi misi tra di loro, separandoli con le mani. Alternai lo sguardo tra i due.

<<Ascoltatemi bene tutti e due...Lily è in macchina e vi guarda attentamente, Normani e Dinah aspettano solo noi. Non vogliamo rovinare la serata alle nostre tre ragazze preferite, vero? Quindi se volete continuare a parlare- magari come due persone civili senza arrabbiarvi così tanto- questa conversazione potrà avere luogo in secondo momento>>, dissi, assicurandomi che entrambi mi stessero ascoltando. Inarcai un sopracciglio quando Shawn aprì la bocca, però si zittì subito, annuendo.

<<Va bene>>, borbottò, prima di allontanarsi senza proferire più parola. Mi voltai verso Lauren, che lo osservava in completo silenzio. Posò lo sguardo su di me, mostrandomi un breve sorriso che si spense subito.

<<Mi dispiace>>, la sentii mormorare, mentre facevo il giro della macchina per entrare dal lato del passeggero. Lily mi sorrise, rendendo chiaro che non aveva sentito una parola di quello che era stato quasi urlato fuori alla macchina. Sperai che fosse successo lo stesso anche con le parole di Lauren.

Beautiful Angel(Lauren G!P)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora