6. MARKED
"Ti piacerebbe del tè?" Mi chiese Claire. Scossi la testa voltandomi verso il televisore. Erano passati tre giorni dall’appuntamento, tre giorni da quando avevo lasciato il mio appartamento. Sapevo che poteva venirmi a trovare, ma qui era molto meno probabile.
"Hai bisogno di qualche altra cosa, tesoro?" Chiese Claire dalla cucina.
"No, grazie." Quando dissi a Claire quello che era successo con Zayn, rimase scioccata. Avevamo deciso che era meglio non dire niente e Natasha o Miranda.
Dopo che io e Zayn ritornammo nel ristorante, cenammo velocemente e poi mi portò a casa. Per fortuna, non cercò altro.
"Andrà tutto bene, Hannah." Cercò di rassicurarmi.
"Hai intenzione di andare in classe?" Chiesi, cercando di cambiare argomento.
"Se sei da sola..."
"In realtà, posso venire con te?" Chiesi con un filo di voce. Claire ed io condividevamo alcune classi insieme, e avevo troppa paura per rimanere da sola.
"Ok, vado a prendere i libri." Disse Claire lentamente. In questi ultimi giorni mi era stata affianco, prendendosi cura di me. Subito attraversammo le strade più aperte e popolate.
Appena iniziata la lezione, mi lasciai cadere sulla sedia.
"Hannah." Sussurrò Claire.
"Mmm?" Mormorai.
"Miranda mi ha appena mandato un sms e dice di essere malata. Vado ad aiutarla." Sussurrò. Il mio cuore si fermò e la guardai sconvolta.
"Mi lasci qui da sola? Devo tornare a casa da sola?" Rimasi senza fiato. Sapevamo entrambe cosa sarebbe successo se sarei tornata a casa da sola.
"No, Andrew si è offerto di accompagnarti." Fece cenno verso il ragazzo con le spalle larghe.
"Non ti preoccupare amore. Claire ed io siamo amici da molto tempo. Ogni amico suo e anche mio." Mi sorrise. Sicuramente questo tipo muscoloso mi avrebbe protetto meglio di Claire.
"Io non gli ho detto perché hai bisogno di protezione. Nessuno sarebbe d'accordo." Sussurrò a bassa voce nel mio orecchio. Annuii e la guardai mentre lasciava la classe.
Dopo la lezione, Andrew avvolse il suo braccio intorno alle mie spalle in modo amichevole, per nulla possessivo o romantico. Sembrava un tipo simpatico.
"Puoi dirmi di cosa hai paura? Non ti giudicherò, lo giuro." Disse lentamente. Sembrava un ragazzo per bene, e pensai che forse un giorno saremmo diventati amici.
"Oh, ehm, devo ancora abituarmi a Londra. Non so come trovare la strada di casa." Risi.
"Beh, c'è una scorciatoia, se la vuoi prendere." Lui annuì verso una strada. Il mio respiro accelererò.
"Preferirei andare attraverso le strade principali, se è tutto a posto." Mormorai dolcemente. Lui annuì e mi portò oltre la strada.
"Sicuro, amore." Rispose Andrew. Appena lo disse, due ragazzi famigliari uscirono dal vicolo di fronte a noi.
I due ragazzi si avvicinarono a noi. Uno aveva i capelli biondi con le radici marroni. Non era quello che catturò la mia attenzione, però. I suoi occhi azzurri erano freddi e mi guardavano come se volesse oltrepassarmi. L'altro ragazzo aveva i muscoli, i suoi occhi erano marrone scuro, abbinati ai capelli. Il suo volto era duro e freddo.
Deglutii.
Mi aggrappai strettamente ad Andrew, e mi sentii in colpa di averlo trascinato con me. Capii di aver già visto quei ragazzi, ma era troppo tardi. Prima che potessi avvertire Andrew, loro ci avevano già raggiunto.
Mi spinsero via e afferrarono per le spalle Andrew. Lanciai un grido mentre lo trascinavano in un vicolo. Avevano fatto questo in pieno giorno, di fronte a tutti e nessuno aveva fatto niente.
"Stop! Stop!" Urlai inseguendoli. Gli aveva mandati lui, lo sapevo! Corsi verso il vicolo dove erano scomparsi. Il mio ritmo accelerò appena sentii un forte tonfo, seguito da dei lamenti.
Stavo per girare l'angolo, quando sentii due mani che mi afferrarono per le spalle, tirandomi indietro. Mi lascia sfuggire un piccolo grido. Il corpo mi trascinò nel vicolo, dove avevo sentito Andrew.
Era la strada dove mi aspettava Zayn.
Mi tirò e mi spinse contro il muro. I suoi occhi erano furiosi. Aveva la mascella contratta in modo intimidatorio, molto sexy.
"Chi cazzo è?" Urlò. Trasalii al volume di tono usato, avvicinò il suo volto al mio, ma rifiutai di rispondere.
Questo lo avrebbe solo fatto arrabbiare di più.
Tirò indietro la mano e schiaffeggiò la guancia con una leggera forza. La testa rivolta verso il muro di mattoni.
"Rispondimi quando ti parlo, tesoro." Sussurrò Zayn minacciosamente. Mi girai lentamente e lo guardai duramente.
"Non so di cosa tu stia parlando." Sibilai. Il mio cuore tremava per la paura, ma non potevo dimostrare di essere arrabbiata. No, io sono forte e indipendente. Zayn alzò le sopracciglia.
Si voltò e iniziò a camminare per la piccola strada in fretta. Mi calmai nel suo breve momento di distrazione. Improvvisamente prese a calci il muro di mattoni, prima di voltarsi verso di me.
"Che cosa ti avevo detto al nostro appuntamento, tesoro?" Sbottò. Lui era ancora a pochi metri da me, ma rimasi attaccata alla parete. Subito pensai alla nostra conversazione a cena.
- Aveva ordinato una birra, e gli aveva chiesto di non ubriacarsi. La sua reazione era stata una risata.
"Ci vorrà molto più di una birra per farmi ubriacare tesoro." Mi aveva informato. -
"Uh, mi hai detto che con una birra non ti ubriachi?" Cercai di alleggerire l'atmosfera. Zayn mi lanciò un'occhiataccia avanzando in avanti.
"Pensi che sia uno scherzo?" Sputò. Scossi la testa.
"Ti ho detto che eri mia. Ricordi?" Fece un altro passo in avanti.
"Oh sì, quello." Mormorai guardando in basso.
"Oh sì, quello." M’imitò con una voce nasale. Altro passo in avanti.
"Se te lo ricordi, allora perché diavolo stavi camminando per strada con il braccio di un altro cazzo di ragazzo intorno alle tue spalle?" Gridò. La sua voce rimbombò ed echeggiò dalle pareti dei vicoli isolati.
"L-lui mi stava accompagnando a casa." Balbettai, rifiutandomi di guardarlo. Potevo sentire il suo odore mentre faceva un altro passo in avanti. Fumo, fuoco, e sigarette, puzzava di questo. C'era anche un odore di muschio virile, ma soprattutto odore di sigarette.
"Perché hai bisogno di un accompagnatore per andare a casa, tesoro?" Sfidò. Potevo quasi sentire il sorriso nella sua voce. Si avvicinò a me, premendomi contro il muro. Non c'era più spazio tra noi. Distese le braccia ai lati della mia faccia intrappolandomi.
"Zayn, per favore. Voglio solo andare a casa." Sibilai verso di lui, guardandolo negli occhi. Lui ridacchiò premendo il naso contro il mio.
"Avrebbe dovuto pensarci prima di andare in giro a puttane." Sussurrò.
"Io non appartengo a te, non appartengo a nessuno. Posso fare quello che voglio." Dissi in tono arrabbiato, mi aveva appena chiamata puttana.
"Tesoro, non voglio farti del male. Ma se non controlli il tuo atteggiamento e inizi a seguire le mie regole, posso darti una lezione." Afferrò il mio mento, costringendomi a guardarlo.
"Z-zayn, rilassati. E'solo un amico." Misi le mani contro il suo petto per allargare le distanze.
"Non per molto. Liam e Niall si stanno prendendo cura di lui..." Parlò più a se stesso che a me.
"Falli smettere. Lo uccideranno." Pregai piangendo.
"Non posso, tesoro. Questo è un esempio per tutti quelli che ti desiderano." Parlò ferocemente.
"Lascialo andare." Sibilai, cercando di stare in piedi.
"Altrimenti?" Mi prese in giro.
"Sarò tua. Lo prometto." Piansi.
"Mi dispiace, ma io non negozio. E di certo non mi serve il tuo permesso." Sibilò.
Prima che potessi protestare, afferrò la mia nuca con una mano, e con l'altra strinse la mia vita. Le sue labbra lasciarono un sul punto dolce e morbido del mio collo. Rimasi senza fiato per il dolore del morso che mi lasciò.
La sua lingua uscì inumidendo il morso. Credo che lui mi avesse appena fatta sua.
Io ero sua, ora. Mi aveva segnata.
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Monster Inside Him [ita] (COMPLETA)
FanfictionHannah Olsen era una ragazza americana che studiava all'Università di Londra. Era una ragazza normale, aveva una famiglia normale, una vita normale, tutto era normale. Fino a quando non incontra Zayn Malik. -ESTRATTO DAL CAPITOLO NOVE- "Possiamo far...