22. Rainbow

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Sono ancora turbata.

Sono passati due giorni da quando é successo quello spettacolino allo strip club ed io sono ancora turbata da ciò che é accaduto. Innanzitutto, non é affatto una cosa da me e non dovrebbe esserlo nemmeno da Maureen, che l'ha fatto per conquistare un ragazzo.

Cristo, ma quanto si può mai essere disperati?

Nella mia testa compaiono flash di scene che cerco costantemente di ignorare. Mi rivedo io in quel bustino stretto, la giarrettiera a sorreggere le calze, mentre ballo davanti a tanti sconosciuti e, soprattutto, davanti ad Archer. Non posso ignorare, però, oltre che il fastidio che ho provato, una leggera scarica di adrenalina quando mi sono avvicinata a lui, i suoi occhi che non smettevano di studiarmi, quasi mangiando ogni parte di me.

Ma si sa, dai ad un ragazzo con gli ormoni a palla una ragazza seminuda e questo si sentirà come se avesse l'oro tra le mani.

La campanella mi risveglia da questi pensieri fastidiosi che invadono la mia testa e mi alzo, approfittando della ricreazione per andare fuori vicino le scale di emergenza per fumare.

Non viene quasi nessuno qui, solo pochi, ma si trovano sempre in orari diversi da quando vado io ed infatti, trovo il posto vuoto. Prendo la sigaretta dal pacchetto, accedendola con l'accendino nuovo, dato che l'altro l'ho magicamente perso, ed aspiro il fumo. Avrei bisogno di un caffé in questo momento, ma mi accontento della sigaretta, poi dopo, passando per andare in classe, mi fermerò alla macchinetta.

"Scusa, hai da accendere?" domanda qualcuno, distogliendomi dal mio desiderio di caffé.

Quando mi giro, penso che la fortuna potrebbe essere dalla mia parte, perché il giocatore della squadra di basket, Johnny, é qui e quale migliore occasione per poter parlare con lui? Non doveva essere compito mio farci amicizia, ma non penso che Archer concluderà qualcosa.

Gli passo il mio accendino, accende subito la sua sigaretta e me lo riconsegna, sedendosi due gradini sotto di me. Fumiamo in silenzio e mi decido a romperlo, cominciando a parlargli.

"Non dovresti stare attento ai tuoi polmoni per lo sport?" la butto lì, sperando che questa conversazione non sia un vero fiasco. Come ormai ben si sa, non sono brave a socializzare con gli altri.

"Dovrei, ma a volte serve una sigaretta" annuisco, dandogli ragione e tornando entrambi in silenzio. "Nonostante sembri una che si nasconde, mi ricordo di te" mi volto stupita verso di lui, osservando i suoi occhi scuri quasi divertiti per la mia reazione.

"Sei quella che ha praticamente urlato contro Archie Dempsey"

"Ovvio, ormai vengo associata all'episodio con quel deficiente" sbuffo il fumo e noto che la sigaretta é ormai oltre la metà. Sento Johnny ridacchiare e da una parte mi sento contenta di averlo fatto sorridere, non sembra uno che lo fa molto. Ma non sono di certo il suo clown.

"Ma sei anche nel corso di arte, se non sbaglio. O forse teatro, ma sinceramente non mi sembri il tipo" sorrido lievemente, alzando gli occhi al cielo all'ultima parte, pensando che non so veramente stare davanti ad un pubblico. Ironico, visto che due giorni fa ballavo in uno strip club. Dovrei seriamente rimuovere questo ricordo dalla mia testa.

"Conosci qualcuno del corso di teatro?" domando a bruciapelo, cominciando ad entrare nel discorso a cui voglio arrivare.

"Sì, Elliott, uno dei ragazzi più bravi. Cioé per me, poi non so per l'opinione pubblica"

"Siete molto amici? I tuoi occhi praticamente brillavano alla sua menzione" Johnny appare in evidente imbarazzo ed io sospiro, buttando la sigaretta ormai finita. "Senti, mi sei simpatico e ti voglio dire un segreto, ma non fraintendere. So il tuo segreto e lo custodisco da un po', ora ti dirò il mio e dovrai fare lo stesso se ti devo aiutare" il ragazzo annuisce, attendendo le mie prossime parole. "Sono una dei Cupidi di Mission Cupid e so della tua cotta per Elliott, solo che tu non hai mai fatto coming out. È difficile lavorare su di te, ammetto anche questo, quindi preferisco dirti la verità perché l'outing é una cosa seria e non deve essere forzato" mi aspetto che si arrabbi, che m'insulti e mi prenda a parolacce, ma annuisce semplicemente, capendo il mio ragionamento.

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