Nei giorni seguenti al mio 'scontro' con Archer, le cose sono diventate più strane di quanto non potessero già esserlo.
Archer ha cominciato ad avvicinarsi, cercando contatto e facendomi soltanto infastidire. Non mi piace tanto il contatto fisico, quando la persona comincia ad invadere il mio spazio personale, m'irrigidisco e m'innervosisco ancora di più.
Nonostante fossi infastidita da questa cosa, mi sono limitata solo ad allontanarmi un po', non dicendogli nulla. Questo perché ho notato che é più stanco del solito ed ha provato lo stesso a farmi ridere o almeno sorridere.
Devo ammetterlo, all'inizio non sopportavo Archer, credendo che fosse un ragazzo pieno di sé, che é realmente, ma é anche tante altre cose, che sta facendo emergere piano piano.
Sono appena arrivata a scuola, raggiungendo Michael e Luke che stanno piacevolmente limonando, mentre Madison non é ancora arrivata.
"Beh, piccioncini, non voglio vomitare il terzo caffé che ho preso, quindi vedete di smetterla"
Da quando stanno insieme, ovvero un paio di giorni, passano il tempo a fare gli sdolcinati, come se dovessero recuperare il tempo perso.
"Non starai esagerando con tutto questo caffé?" domanda Michael, facendomi innervosire già di prima mattina. Luke gli manda un'occhiataccia, sapendo come reagirò.
"Senti, eretico, evitiamo di dire cazzate e pensa a rendere felice il tuo ragazzo" borbotto, bevendo un sorso del mio quarto caffé.
Non riuscire a dormire la notte mi fa bere caffé più di prima.
La campanella suona ed io mi trascino svogliatamente all'interno dell'edificio, andando poi direttamente in classe.
Oggi sento che non é proprio giornata, me lo sento dentro.
Entro nel laboratorio di chimica, trovandolo come sempre in ordine, dato che se ne occupa il professore stesso. Mi siedo al solito posto, prendendo dalla tasca il mio telefono e trovando un messaggio di Madison, che m'informa che entrerà alla seconda ora con Garrett, essendo andati insieme a fare colazione da Starbucks.
Sospiro, sapendo che sarò costretta a sopportare l'ora da sola, ma, inaspettatamente, Joyce si avvicina a me.
"Ehi. È occupato?" scuoto la testa, troppo sorpresa per parlare, vedendola accomodarsi e rivolgermi un sorriso.
"Leon é a casa che non sta bene, quindi per oggi sarò sola"
"La mia amica Madison, invece, entrerà alla seconda ora con un suo amico" dico, cercando di non farmi vedere dal professor Martinez. È entrato in classe e sta ancora controllando sul registro chi é presente e chi no.
Joyce annuisce, rimanendo per un po' in silenzio. Io prendo dal mio zaino il mio sketchbook, temperando poi la matita. Noto la ragazza accanto a me mandarmi alcune occhiate, schiudendo e richiudendo la bocca come se volesse dire qualcosa ma si trattiene.
"Cos'hai da dirmi?" le chiedo, in modo tale che le tolga l'imbarazzo di rivolgermi per prima la parola. Non credo di aver migliorato tanto la situazione, dato che sembra più imbarazzata di prima, ma ormai la cosa è fatta.
"Ti volevo ringraziare per quello che hai fatto l'altra volta, sei stata veramente gentile a rimanere ad aiutarmi" le faccio un piccolo sorriso, non riuscendo ad essere un minimo brusca con lei, dato che mi fa tanta tenerezza.
"Non ti preoccupare, credo che l'avrebbe fatto chiunque. Come stai adesso?" Joyce sospira, rivolgendo uno sguardo alla cattedra, in cui il professore non c'é, dato che é andato a fare delle fotocopie che ci consegnerà.
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Mission Cupid
Teen Fiction"Insieme, sarete i Cupido delle persone" "Io non farò niente e soprattutto non con questo idiota" "Dai, Dirty Dancing, non fare l'acida. Ad un bel faccino come il tuo non si addice" Alla Monroe High School vige la tradizione 'Mission Cupid': entr...